San Salvatore Telesino, Abitabile: “Lo scaricabarile ha toccato il fondo!”

San Salvatore Telesino, Abitabile: “Lo scaricabarile ha toccato il fondo!”

Politica

Riceviamo e pubblichiamo questa nota stampa del consigliere di opposizione del Comune di San Salvatore Telesino, Alfonso Abitabile. Tema, ancora una volta, l’abbandono dell’Abazia. Ecco il testo integrale del comunicato: “Finalmente abbiamo il colpevole.
L’artefice dell’abbandono dell’Abazia, per spontanea ammissione, risponde al nome dell’impiegato Carmine Zoccolillo, manutentore del Comune.

Se l’Abazia versava fino a ieri in uno stato indegno, all’interno lorda per gli escrementi di ratti e all’esterno per sterpaglie ed erbacce, la responsabilità è, a quanto pare, (anche) sua.
A questo punto è ormai palese che della nota vicenda dell’Abazia – sulla quale i cittadini si sono fatta una chiara idea – nessuno sapesse niente, come testimoniano i riscontri dell’assessore Vaccarella e del Responsabile dell’Area Tecnica.
Nessuno sapeva, nessuno ha dato delle direttive, nessuno se ne è preoccupato.
Sulla vicenda, i vari “protagonisti”, a turno, avrebbero quantomeno dovuto accordarsi sulle versioni da fornire, dapprima ai cittadini e poi ai consiglieri: l’assessore Vaccarella sostiene l’esistenza di atti di programmazione ed esecuzione in essere presso l’ufficio Tecnico competente, il Responsabile dell’Ufficio Tecnico sostiene di non sapere nulla e di non essere neppure a conoscenza dei fatti, il materiale esecutore e manutentore Zoccolillo invece che è sua responsabilità pur non essendoci atti di programmazione, affidamento od impegni di spesa.
Finalmente si è chiarito che la responsabilità è del dipendente comunale, tirato in ballo non dagli scriventi, ma dal suo stesso ufficio tecnico.

Ne deriva quindi che, per eventuali problemi, interrogativi o chiarimenti legati all’Abazia, è inutile interrogare gli assessori o l’egr. sindaco… basta parlare col manutentore”.


“In una disamina generale -prosegue Abitabile-, alla luce di tutti i riscontri e le note intercorsi, emerge l’organigramma del Comune di San Salvatore Telesino.
È l’impiegato meglio conosciuto come l’idraulico del Comune che decide se pulire o meno il più importante monumento della cristianità a San Salvatore Telesino; è lui che decide se derattizzare o meno i locali dell’Antiquarium dove sono custodite le testimonianze della nostra storia; è lui che decide cosa fare e decide pure come farlo, infatti chiama chi vuole lui, pure il suo amico munito di trattore e lo fa operare all’interno dell’area abaziale.
È lui il responsabile, o almeno questo sostiene nel riscontro impropriamente trasmesso alla minoranza, che mai lo ha interpellato. Ci sovviene, a questo punto, un interrogativo essenziale: il sindaco e gli assessori, per non parlare dei responsabili di area, cosa fanno?
Forse scrivono risposte che altri firmano.

Nella nota che Zoccolillo invia alla minoranza consiliare, sebbene mai interpellato da questa, si coglie una enorme difficoltà argomentativa, frutto di una visione distorta dei ruoli e delle funzioni nella gestione della cosa pubblica. Emerge una visione superficiale che da una parte, con colpevole inerzia, riduce l’Abazia ad un indecoroso stato, e dall’altra esalta un interventismo cieco e bieco che si autocelebra, ed in virtù di esso si giustifica tutto, al punto di beatificare un signore che con il suo trattore scorazza nel giardino, facendo più danni che opere sensate.
In un delirio di onnipotenza, questo signore si assolve e si autogratifica, si autocelebra e si dichiara competente di archeologia, di botanica, di beni culturali, di tutela e conservazione di monumenti, piante e ghiande. Le sue mansioni però dovrebbero fermarsi all’idraulica e, in generale, alla manutenzione.
Inoltre si sostiene come l’esecuzione dei lavori sia avvenuta mediante l’utilizzo di mezzo meccanico (trattore) di proprietà e condotto da un privato cittadino. Ci interroghiamo, con serietà, cosa sarebbe mai potuto accadere se si fosse verificato il benché minimo errore, un imprevisto? È possibile che il Sindaco, e di conseguenza l’assessore e l’ingegnere capo abbiano permesso che un manutentore potesse esporre a responsabilità (danni a terzi) così elevate e gravi il Comune?

Dalla nota dell’Ufficio Manutentivo si desume, altresì, che il manutentore arrivi addirittura al punto di sostituirsi al Responsabile di Area, e da semplice operaio del Comune programma gli interventi, decide tempi e modalità, persino chiamando un suo “amico” che, fornito di trattore, fa ingresso nel giardino dell’Abazia nel mentre lo vigila e lo dirige, accompagnato da amici “felici”, assumendo la responsabilità dell’operato.
Ormai l’arroganza e la supponenza dell’amministrazione comunale si è trasmessa anche ai dipendenti. E questo è ciò che con forza ribadiamo, se ancora ce ne fosse bisogno: l’intollerabilità di atteggiamenti e condotte pilatiane di questa Amministrazione.
Ebbene, considerando che il manutentore ed idraulico si espone stoicamente ed assume su di se la responsabilità, viene da chiedersi: cui prodest?
Chi indirizza la risposta alla minoranza ignorando le procedure, si muove come un elefante in una cristalliera; mette sotto i piedi dell’ignoranza giuridica le norme, le procedure, i ruoli istituzionali; accecato dall’arroganza celebra sè stesso in un delirio che bene descrive dove hanno portato questo nostro povero paese.
La sensazione è quella di voler “abbassare la soglia di responsabilità” (e quindi di conseguenze) in capo ai soggetti competenti e preposti, destinando simili incombenze alle forze lavoro, e non alle figure apicali dell’apparato tecnico-amministrativo”.

Purtroppo l’amico Carmine, povero firmatario della lettera, -conclude la nota- fa gravi ammissioni di cui potrebbe essere chiamato ad assumersene a tempo debito le responsabilità.
Il buon Carmine non deve certo scusarsi, però gli consigliamo solo di non assumersi responsabilità che non gli competono.
Intanto chi scrive e redige materialmente la nota in questione, omette vergognosamente – troppo impegnato ad autocelebrarsi – di riferire che dopo il vergognoso intervento del trattorista “amico” ci sono volute due giornate di lavoro da parte degli operai della forestale per pulire e risolvere il disastro fatto.
Il manutentore, che si assume la responsabilità di quanto accaduto, non ha fatto un buon lavoro, e neppure il suo “amico”.
Il giustificare qualsiasi metodo purché si facciano le cose è tipico di chi ha poche idee e totale ignoranza sulle norme che regolamentano l’operato della pubblica amministrazione, spesso nonostante la laurea appesa al muro.
Chi amministra la cosa pubblica o lavora per la pubblica amministrazione deve sapere che esistono le regole anche per loro. I “despoti” degni della più becera iconografia sono quelli che producono pessimi interventi mal pensati e peggio eseguiti, tipici dei pessimi amministratori incapaci di organizzare e pro
grammare”.