Vigorito: “Oggi il rullo dei tamburi dei tifosi era meglio di Mozart”
Benevento CalcioCalcioIl Presidente Vigorito, al termine della vittoria del Benevento contro l’Ascoli al Cino e Lillo Del Duca, si è presentato ai microfoni di Ottochannel.
Il Presidente ha voluto ringraziare i tifosi giallorossi accorsi allo stadio, per poi commentare la condizione della squadra e l’ingresso in rosa dei giovani.
Queste le sue parole:
SULL’ACCOGLIENZA AD ASCOLI: “Ringrazio la società marchigiana che ci ha accolto con grande cortesia e gentilezza, dal patron Pulcinella al presidente e ai dirigenti. Al di là delle frasi che si leggono tra le spinosità tra società, ci si rende conto che stiamo facendo un campionato“.
SUI TIFOSI: “Sono venuto per ringraziare i nostri tifosi, che hanno accompagnato la squadra con grande sacrificio, cori, bandiere e striscioni. Ho sentito il rullo dei tamburi, è una musica che non sentivo da tempo e forse era più bella di quella di Mozart oggi. Abbiamo bisogno della nostra tifoseria, lo dico sempre, numerosa, poca o sparuta, ma che si fa sentire. Qui al “Del Duca” c’era una tifoseria altrettanto bella e caricata dal primo posto della squadra, che è la sorpresa di questo inizio campionato e che voleva confermare la sua posizione“.
SUL MATCH DI OGGI: “Essere usciti indenni ed avendo vinto con una prestazione che assomiglia molto a quella che desidera il nostro allenatore, per la quale sono stati fatti acquisti mirati da integrare con i fuoriclasse per la B che sono nella nostra squadra. I ragazzi sono tornati soddisfatti e contenti di quello che hanno fatto, non euforici. Ho contato un numero infinito di ammoniti tra noi e loro, dovuti ad un gioco maschio che è quello che a noi piace e che ci farà fare un campionato orgoglioso di portare la bandiera sannita ed il marchio del Sannio al di fuori dei propri confini“.
SULLA SQUADRA E SUI GIOVANI: “Noi abbiamo messo su quel progetto che volevamo mettere alla fine dello scorso campionato: ringiovanire la rosa trattenendo gli elementi idonei all’idea del tecnico, che sono un lusso oggettivamente per la B. Abbiamo 10 under di proprietà, forse uno o due no, ci danno prospettiva e matureranno. Chi sa che qualcuno di loro non farà parte di un’altra categoria. Ci consentirebbe di affrontare campionati diversi con una base diversa costruita nel tempo. Durante il campionato vedremo i progressi. La mia prudenza è perché crescono le aspettative e magari la partita che va male crea delusione. Se questa squadra crescerà, sotto la mano esperta di Mister Caserta, sotto l’affetto della tifoseria e sotto una stampa oggettiva e obiettiva nei confronti dei giovani, allora cresceremo anche noi. Noi, credo, abbiamo una squadra ben amalgamata, guidata con mano ferma da parte dell’allenatore in una città serena che non fa sentire alla squadra tensioni inutili. I quadri si dipingono con calma e nel silenzio ovattato di zone tranquille. Si possono disegnare tempeste, ma non si va per mare, la si immagina dalla spiaggia. Noi siamo su una spiaggia in attesa di un lungo viaggio, sperando sia il più lungo possibile con più sorrisi che ombre, capaci di accettare gli uni e gli altri con serenità come fatto nei miei 15 anni di presidenza. Vedere oggi i cambi, giovani di 20-21 anni, Foulon, Brignola, Vokic, anche Acampora di 25-26, sono ragazzi di grande qualità. Speriamo che crescano e che ci portino a fare un campionato molto bello“.
SULLA SERIE B: “Saremo una tra le protagoniste, questo concetto mi piace molto. Qualcuno si nasconde, qualcun altro ci mette in quinta fila per il valore della rosa, qualcuno dice che siamo scarsi e altri una corazzata. Quello che conta è l’equilibrio che deve affratellarci tutti, se ognuno con le proprie idee continua a creare qualcosa alla fine la clessidra girerà. Il tempo trascorso sarà stato utile per evitare gli errori del passato e continuare a vivere dei sogni, che ci stanno accompagnando da qualche anno anche se a volte non sono stati belli. Quando non ci si riesce, i primi ad essere amareggiati siamo noi”.
SUL CALCIO DEL POPOLO: “I tifosi si sono sentiti fino fuori al Del Duca, stadio che ha visto presidenti un po’ come sono io, con l’intenzione di portare avanti una città e una squadra. Il calcio appartiene ai locali, al popolo ed alle città italiane. Se deve diventare uno show no, almeno facciamo una commedia all’italiana. Oggettivamente, combattere come città di provincia pensando di poter correre appresso a multinazionali e fondi è difficile, ma ho anche detto che a volte Davide vince contro Golia“.