Programmazione dell’offerta formativa 2022/2023, presto un dibattito in Consiglio   Provinciale

Programmazione dell’offerta formativa 2022/2023, presto un dibattito in Consiglio Provinciale

Politica

Il presidente Antonio Di Maria ha preso atto delle conclusioni cui è giunto il Tavolo tecnico istituzionale e ha adottato la delibera per la Programmazione dell’offerta formativa dell’anno scolastico 2022/2023 composto dai soggetti individuati dalle linee guida impartite dalla Regione in materia (rappresentanti dei dirigenti scolastici, del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, delle organizzazioni sindacali, confederali e di categoria).Di Maria ha giudicato positivamente il lavoro del Tavolo tecnico della Provincia di Benevento e ha ringraziato tutti i soggetti che hanno partecipato all’istruttoria per l’impegno profuso e che ha portato ad accettare tutte le proposte formative presentate dalle dirigenze scolastiche del “E. Fermi”, del “Carafa – Giustiniani”, del “G.B. Bosco Lucarelli” e dell’Istituto di Faicchio. Il Tavolo ha inoltre stabilito di confermare lo status giuridico delle istituzioni scolastiche acquisito con i precedenti provvedimenti amministrativi. Di Maria ha tuttavia affermato che intende portare l’argomento della programmazione dell’offerta formativa scolastica all’attenzione della prossima riunione del Consiglio provinciale in quanto ritiene che la materia sia di tale rilievo strategico per il futuro delle aree interne da richiedere una ferma presa di posizione da parte dell’organo della Provincia. «Al di là delle conclusioni, che condivido, è evidente che in generale la Programmazione scolastica costituisca un elemento fondante e decisivo per la stessa qualità della vita dei nostri piccoli borghi. Oggi assistiamo a livello nazionale a una significativa e importante presa di coscienza della necessità di avviare interventi mirati e specifici per affrontare le gravi criticità in cui si dibattono le aree periferiche e la dorsale appenninica. Infatti, le Autorità di Governo, anche dopo un’attenta valutazione della crisi delle metropoli e delle conurbazioni costiere apertasi con la pandemia da Covid, hanno ridato vita e slancio alla legge a favore dei piccoli Comuni e alla Strategia Nazionale Aree Interne. Ma tutto questo non basta. Infatti, se le istituzioni scolastiche nei piccoli borghi sono minacciate da regolamenti che sono eguali dappertutto nel Paese, nonostante le significative e pesanti diversità socio-economiche esistenti tra i comprensori territoriali urbani e quelli interni e montani, non si va da nessuna parte. La Scuola è un polo ed un servizio pubblico essenziale nella vita e per la identità stessa delle comunità locali, soprattutto di quelle afflitte dal virus dello spopolamento e della desertificazione. Non è possibile che il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche debba obbedire a dati numerici palesemente insostenibili nelle piccole comunità specialmente montane. Che senso ha tenere ancora in piedi parametri numerici per le Scuole che possono essere rispettati soltanto nelle grandi conurbazioni territoriali? Sarebbe come dire che nel pugilato un peso massimo gareggi contro un peso piuma, per la serie: “Ti piace vincere facile”. Per questo io chiedo ancora una volta al Governo regionale ed al Governo centrale di rivedere con la massima urgenza le norme sul dimensionamento scolastico avendo cura e riguardo dei dati sulla popolazione residente nei piccoli Comuni: se continuiamo invece ad applicare le norme attuali saremo costretti a chiudere a breve tutte le scuole dei piccoli centri. Da qui la mia decisione di chiedere un dibattito in consiglio provinciale».