Don Nicola De Blasio, l’esito dell’interrogatorio: la versione del sacerdote in merito allo scambio di file

Don Nicola De Blasio, l’esito dell’interrogatorio: la versione del sacerdote in merito allo scambio di file

BeneventoCronaca

Non ho mai scambiato materiale pedopornografico“, questo, in estrema sintesi, quanto dichiarato (di nuovo) da Don Nicola De Blasio nel corso dell’interrogatorio tenutosi questa mattina in videoconferenza. Dall’altra parte il Gip del Tribunale di Napoli, cui quello di Benevento aveva trasmesso per competenza gli atti e al quale l’ex parroco di San Modesto ha confermato quanto sostenuto finora. Ovvero, il sacerdote ha nuovamente giustificato la presenza di quei file all’interno del suo pc in virtù di una indagine sul fenomeno della pedopornografia all’interno del mondo ecclesiastico da lui avviata e, poi, interrotta nel momento in cui si è reso conto dell’illiceità della propria condotta. Ha, altresì, confermato di non aver mai più visionato quel materiale che è rimasto, dunque, inutilizzato dal 2016.

Il prete ha, inoltre, rispedito al mittente ogni addebito relativo a una sua partecipazione a una chat -finita nel mirino degli inquirenti- da cui risulterebbe uno scambio di file pedopornografici risalente allo scorso febbraio e dal quale è originato il tutto.

Saranno, dunque, gli accertamenti tecnici -alcuni già compiuti come nel caso di quelli “irripetibili” – a permettere di dare contorni più delineati a una vicenda che ha scosso particolarmente l’opinione pubblica.

L’ex direttore della Caritas resta, intanto, almeno per il momento in carcere, lì da dove ha risposto alle domande poste nel corso dell’interrogatorio odierno e dove è stato tradotto in seguito all’inasprimento della misura cautelare deciso dal Tribunale di Napoli. Si ricorderà, infatti, che Don Nicola De Blasio, in un primo momento sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, è stato poi trasferito nel carcere di Capodimonte in seguito al provvedimento emesso dal Tribunale di Napoli (cui-come detto prima- erano stati trasmessi gli atti), in quanto ritenuto sussistente il pericolo di reiterazione del reato con l’ipotesi della condivisione del materiale illecito riguardante minori.