S. Giorgio d.S., “Operazione scuola sicura”: Amministrazione soddisfatta, qualche mamma un po’ meno

S. Giorgio d.S., “Operazione scuola sicura”: Amministrazione soddisfatta, qualche mamma un po’ meno

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SAN GIORGIO DEL SANNIO. Giovedì 13 si è tenuta la giornata dedicata allo screening della popolazione studentesca sangiorgese, riservata in questa prima tornata agli alunni delle scuole materne, delle elementari e delle medie. Sono stati cinquecentosessantasette i tamponi salivari processati in totale presso la postazione drive-in organizzata all’interno dell’Area Fiera, nell’ambito dell’operazione denominata “Scuola sicura”, propedeutica al rientro in classe avvenuto ieri (venerdì 14/01). Stando ai dati forniti dal Comune di San Giorgio del Sannio, solo una la positività riscontrata.

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Soddisfatta, dunque, l’Amministrazione comunale che ha evidenziato come il “75% degli alunni della scuola dell’infanzia, delle elementari e delle medie” si sia sottoposto volontariamente al tampone e che “Nei pochi casi in cui il test si è manifestato di dubbia valenza, con scrupolo da parte degli operatori e con pazienza da parte degli alunni, si è proceduto a richiamare il genitore e a sottoporre il bambino ad un secondo tampone di tipo nasofaringeo“.

Circostanza quest’ultima, quella della necessità di ripetere il tampone, che ha creato un po’ di smarrimento in qualche genitore, quando i due tamponi cui è stato sottoposto il proprio figlio hanno dato esito differente. Diverse le famiglie che nell’incertezza creata dal risultato del primo test salivare effettuato e previsto dallo screening organizzato dal Comune, si sono viste “costrette” ad affrontare una spesa imprevista per sottoporre i propri figli al tampone molecolare presso una struttura a pagamento.

“Sono una di quelle mamme che, purtroppo, sono state richiamate per un tampone salivare positivo del proprio figlio“, spiega E. C. che, poi, entra nei dettagli dell’esecuzione del secondo tampone (quello di controllo – di tipo oro-nasofaringeo antigenico rapido di terza generazione- dopo la positività riscontrata nel primo di tipo salivare): “A mio figlio non è stato fatto nessun tampone “orofaringeo” “faringeo” o “oro nasale faringeo” ma un semplice tampone detto volgarmente al naso una sola narice per specificare, per il quale il risultato è arrivato in meno di cinque minuti: negativo“, afferma con decisione la donna.

La signora prosegue nel racconto dettagliato della sua esperienza: “Spiazzata da questo sono andata via dubbiosa, ma l’operatore presente lì mi ha detto tranquilla (il bimbo n.d.r.) può tornare a scuola: è tutto ok. Chiamo il mio medico di fiducia […]” che mi “consiglia ovviamente di fare un molecolare“.

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Maurizio Bocchino, Ass. Sanità Comune di S. Giorgio del Sannio

Sul punto, nella discussione originatasi nel gruppo Facebook dove E. C. ha rappresentato i propri dubbi, è intervenuto anche l’Assessore alla Sanità del Comune di San Giorgio del Sannio, dott. Maurizio Bocchino, che ha provato a rassicurare la donna sia sull’attendibilità del secondo tampone che sulla corretta esecuzione dello stesso. Sul primo punto, l’Assessore Bocchino sottolinea che “è quello che si usa anche per il famoso green pass valido per 48 ore ed ha una elevatissima sicurezza di risultato“; quanto alla procedura di prelievo, invece, pur riconoscendo che il produttore (del tampone) raccomanda di attendere 15 minuti per convalidare il risultato, specifica che seconda la sua esperienza basta anche meno “Le assicuro (non so quanti tamponi rapidi ho subito ed effettuato da 2 anni) che basta molto di meno”.

La donna, comunque, vivendo uno stato di forte incertezza dovuto al differente esito dei due tamponi cui era stato sottoposto il figlio, aveva già provveduto a sottoporlo a tampone molecolare, a sue spese ovviamente.

E’ del tutto evidente, comunque, come ci sia ancora oggi tanta dialettica in seno al mondo scientifico in merito all’efficacia e alla attendibilità dei tamponi rapidi. Carlo Federico Perno, direttore della Microbiologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, ad esempio, da un lato sottolinea che “i tamponi di terza generazione sono caratterizzati da sensibilità e specificità elevati”, allo stesso tempo, però, non manca di ricordare che, però, questi “non sono sovrapponibili al tampone molecolare, che resta l’esame di riferimento per la ricerca del SARS-CoV-2”. Proprio nello stesso articolo con il quale “Il Sole 24 Ore” riportava le dichiarazioni del dott. Perno, si legge anche che “I test di ultima generazione, fatti sempre attraverso tampone naso faringeo, si differenziano per la metodica analitica: ovvero l’immunofluorescenza con lettura in microfluidica. Sono in genere disponibili in strutture sanitarie o laboratori di analisi e hanno tempi più lunghi“.

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Andrea Crisanti, microbiologo, accademico e divulgatore scientifico italiano

C’è, poi, anche chi è proprio contrario all’uso dei rapidi, non facendone mistero alcuni, e anzi ritenendo questi ultimi controproducenti e pregiudizievoli perché capaci di assecondare e facilitare la diffusione delle varianti. E’ il caso del microbiologo Andrea Crisanti che qualche mese fa, in diretta con L’Aria che Tira su La7, fu particolarmente netto nel bocciare i tamponi rapidi, ivi compreso quello di terza generazione: “Si comportano -affermò Crisanti- uguale a quegli altri (rapidi antigenici n.d.r.). Il problema è che i tamponi riconoscono una proteina particolare del virus, la quale è molto variabile e il problema è che i tamponi antigenici nono sono in grado di aggiornare i reagenti rapidamente come fanno i molecolari perché i tamponi antigenici si basano su anticorpi e per sviluppare un anticorpo ci vogliono mesi. Hanno veramente dei problemi. Sono facili da usare ma è stato dimostrato che i tamponi rapidi non riconoscono alcune varianti e il loro uso indiscriminato favorisce il moltiplicarsi di queste varianti perché siccome non vengono prese hanno maggiore libertà per diffondersi“.

Anche per i tamponi rapidi di terza generazione, “un risultato positivo offre in linea di massima una risposta attendibile, mentre uno negativo non dà garanzia di reale negatività“. Così, invece, Guido Rasi, consulente del commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi che ha poi evidenziato che “Con la variante Omicron destinata a diventare predominante i tamponi antigenici rapidi rischiano di diventare inutili. La nuova versione del virus SARS-CoV-2 sembra in grado di sfuggire con maggior frequenza ai test diagnostici oggi più utilizzati“.

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Ora più che mai -ha concluso Rasi- è fondamentale che gli operatori sanitari continuino a tenersi aggiornati sull’evoluzione del virus e sulle conoscenze sia in campo diagnostico che terapeutico». Che i tamponi antigenici rapidi siano poco sensibili e quindi poco attendibili nel rilevare la positività alla variante Omicron lo ha anche sottolineato la Food and drug administration (Fda). «Dati preliminari indicano che circa il 40% delle persone positive alla variante omicron può risultare negativo ai test rapidi, quasi 1 su 2“.

Quello che pare emergere, dunque, è che l’utilizzo dei tamponi rapidi, soprattutto quelli di prima e seconda generazione, quindi anche quelli salivari utilizzati per lo screening organizzato dal Comune di San Giorgio del Sannio, non siano capaci di garantire una elevata attendibilità sulla positività o meno del soggetto che vi è sottoposto. Questo è dimostrato già dal fatto che al riscontro della positività al tampone rapido salivare, la stessa Amministrazione ha previsto un secondo screening con l’utilizzo di un tampone con una maggiore percentuale di attendibilità, ovvero quello di terza generazione (oro-nasofaringeo antigenico rapido), individuando in quest’ultimo uno strumento più idoneo. Strumento che, evidentemente, non è stato utilizzato per tutti i 567 studenti che hanno preso parte allo screening; fermo restando quanto già riportato precedentemente sull’impossibilità dei tamponi rapidi con esito negativo (anche quelli di terza generazione, a maggior ragione quelli salivari) di fungere da reale garanzia della negatività del soggetto. Per questo, e qui il mondo scientifico pare essere concorde, il “Gold Standard”, per attendibilità, resta sempre e comunque il tampone molecolare.

Probabilmente, e qui ci poniamo come semplici cittadini senza la pretesa di voler utilizzare competenze scientifiche e sanitarie che non possediamo ma rifacendoci alle affermazioni di chi ha titolo per farle, sarebbe stato il caso di utilizzare direttamente i tamponi di tipo oro-nasofaringeo antigenico rapido (terza generazione) che, sebbene per molti non siano sovrapponibili ai tamponi molecolari, assicurano, comunque, una maggiore attendibilità rispetto al tampone salivare; senza dimenticare che ciò avrebbe anche evitato a molte mamme di trovarsi dinanzi a una situazione di incertezza che le ha indotte a rivolgersi -come detto- a centri privati per verificare una volta per tutte lo stato di salute dei propri figli.

Credit Foto: Pagina Facebook Comune di San Giorgio del Sannio, Facebook Maurizio Bocchino.