La cultura: veicolo per prevenire la violenza di genere. Coinvolgente partecipazione al convegno organizzato da Spazio@aperto
CulturaBENEVENTO. Dall’analfabetismo emotivo alla violenza di genere, questo il titolo scelto dall’Associazione di promozione sociale Spazio@perto per un convegno sul tema della violenza di genere, in collaborazione con Unisannio, con la partecipazione del Coordinamento Nazionale Donne ACLI e con il patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, del Rotary club Benevento e del Rotary Club V.T.
Una vera e propria rete sociale per affrontare tematiche attualissime. Un incontro, che attraverso le parole degli autorevoli intervenuti, concretizza quanto sia necessario educare all’intelligenza emotiva. Allenarsi in questa abilità, essere più capaci in materia emotiva, significa soprattutto prevenire fenomeni come quello della violenza sulle donne.
Riflessioni che devono coinvolgere non solo la sfera psicologica e giuridica ma anche quella comunicativa. Lo abbiamo sentito fin troppo, letto nei libri, abbiamo fatto corsi e annuiamo con la testa ogni volta che ci viene ricordato quanto sia importante avere una maggiore competenza e formazione in questa abilità per prevenire il fenomeno della violenza di genere. Eppure non sempre operiamo scelte linguistiche e comunicative giuste che siano espressione di equità e parità di genere. Di forte impatto comunicativo, invece, il cortometraggio “Se mi uccidi…poi a chi picchi?” con la partecipazione dell’attrice protagonista Rosalia Porcaro, del regista Corrado Ardone e del produttore Marzio Honorato, gli ultimi presenti in sala.
Copiosa e sentita la partecipazione all’iniziativa presieduta da Annarita Del Donno nella suggestiva location dell’Auditorium di Sant’Agostino che se da un lato crea entusiasmo per la ripresa, seppur regolata da rigidi protocolli, di eventi collettivi di rilevanza culturale, sociale e giuridica, dall’altro ci induce a riflettere su quanto il Covid abbia aggravato fenomeni di violenza di genere.
Con l’insorgere dell’emergenza epidemiologica, i media e i servizi specializzati hanno fin da subito iniziato a parlare di un probabile futuro aumento dei casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche a causa del maggior rischio dovuto al confinamento forzato (lockdown) e alle difficoltà per le vittime conviventi con il maltrattante a denunciare e rivolgersi ai servizi di supporto.
Molte donne sono risultate maggiormente esposte, essendo costrette a lunghe permanenze in casa e diventando in misura maggiore economicamente dipendenti dai loro compagni con conseguenti maggiori difficoltà a sottrarsi alla violenza. Ugo Morelli, psicologo e scienziato cognitivo, ha carismaticamente evidenziato come le ragioni profonde del fenomeno della violenza di genere abbiano radici culturali. La cultura non è qualcosa di fisso e immutabile che deriva dalla Natura: essa piuttosto è un costrutto artificiale e sociale in continuo cambiamento. Pertanto ha concluso Morelli “se il fenomeno è culturale vuol dire che si può cambiare”.
Di seguito il cortometraggio “Se mi uccidi…a chi picchi?”, con la partecipazione dell’attrice protagonista Rosalia Porcaro, del regista Corrado Ardone e del produttore Marzio Honorato.