Guerra in Ucraina, le reazioni del Mondo dello Sport: Russia esclusa da molte competizioni

Guerra in Ucraina, le reazioni del Mondo dello Sport: Russia esclusa da molte competizioni

Attualità
Conseguenze anche sotto il profilo delle sponsorizzazioni nel calcio e non solo, un nome forte è quello della Gazprom ripudiato dallo Schalke 04, ad esempio.

Anche lo sport, oltre alla società civile, ha deciso di schierarsi contro la decisione russa di invadere l’Ucraina: la Russia viene tagliata fuori dallo sport internazionale, dal calcio alla Formula 1, fino al basket, una decisione che taglia fuori il paese dalle grandi manifestazioni sportive in programma nei prossimi mesi.

Tutto il mondo dello sport ha dunque deciso, in modo determinato, di rifiutare il gesto di guerra della Russia e la sua aggressione ad un paese indipendente e sovrano.  Da subito, in segno di solidarietà all’Ucraina, la Federcalcio italiana ha deciso di posticipare di 5 minuti l’inizio di tutte le partite del weekend, mentre il Comitato Esecutivo UEFA ha deciso di cancellare la finale di Champions League di calcio da tenersi nell’Arena di San Pietroburgo– a casa dello Zenith, squadra per cui tifa Putin – e spostare la competizione nello Stade de France di Saint-Denis ( Parigi).

La decisione è stata presa per “garantire il soccorso ai giocatori di calcio e alle loro famiglie in Ucraina” che si vedono costrette a subire violenze, distruzione e sfollamento. La UEFA ha inoltre deciso che i club e le squadre nazionali russe e ucraine dovranno giocare le loro partite in luoghi neutrali, fino a che non si decida diversamente.

Anche la FIFA si è posto il problema della compatibilità dello sport con le inaccettabili scelte militari della Russia, infatti il presidente dell’organizzazione Gianni Infantino ha dichiarato che è : “ molto preoccupato per la situazione tragica” e ritiene che si debba prendere una posizione in merito agli spareggi per l’accesso ai Mondiali di Qatar 2022 ( la Russia dovrebbe infatti giocare contro la Polonia- che rifiuta di giocare la partita di playoff con la Russia per i mondiali in Qatar –  e, qualora dovesse vincere, affronterebbe Svezia e Repubblica Ceca).

In merito agli sponsor, nel calcio e non solo, un nome forte è quello della Gazprom (azienda energetica russa parzialmente controllata dallo Stato). Gazprom è infatti proprietaria della squadra di calcio dello Zenit San Pietroburgo e sponsor del Chelsea Football Club, dello Schalke 04, della Stella Rossa e della UEFA Champions League, mentre per varie stagioni è stata lo sponsor del team di Formula 1 Minardi. Il club tedesco Schalke 04 ha però già reso noto che ha cancellato ogni riferimento allo sponsor russo dal suo kit di divise ufficiali. Dunque Non solo lo spostamento della finale di Champions League da San Pietroburgo a Parigi: l’invasione ucraina colpisce anche le aziende russe, con gli sponsor esclusi dagli eventi sportivi.

Anche la Formula1 ha deciso di prendere posizioni in merito alla partecipazione russa al circuito dei motori e, dopo lunga discussione, ha deciso che “è impossibile tenere il Gran Premio di Russia nelle circostanze attuali”. La gara, prevista nel fine settimana tra il 23 e il 25 settembre nel circuito di Soči, “non sarebbe compatibile con la visione positiva per unire le persone e riunire le nazioni perseguita dalla Formula 1.

Fra i piloti di Formula1, il primo a schierarsi è stato Sebastian Vettel che ha dichiarato che non avrebbe corso il Gran Premio di Soči anche senza la decisione di annullarlo, le sue parole infatti sono state: “ Sono scioccato e molto triste per quello che sta accadendo in Ucraina, per questo ho già deciso che non parteciperò al prossimo GP di Russia“. Egli ritiene infatti doveroso che non si corra in Russia, come non si tenga la finale di Champion League a San Pietroburgo.

Decisione diversa è stata presa dall’Eurolega di Basket che ha comunicato: “Le partite programmate per essere giocate sul suolo russo saranno spostate in altre sedi, mentre le partite che coinvolgono squadre russe, ma programmate per essere giocare in altri Paesi, continueranno a svolgersi come da programma”.

La Federazione internazionale di Volley (FIVB), sta intanto decidendo su come muoversi in merito al calendario mondiale di pallavolo maschile in programma dal 26 agosto all’11 settembre, anche se la sua posizione, molto probabilmente, si allineerà a quella già presa dalla UEFA, dalla Formula1 e dall’Eurolega.

Nel mondo del tennis è significativa la posizione del tennista russo Andrej Rublëv che, dopo la sua vittoria sul polacco Hubert Hurkacz agli ATP di Dubai ha firmato la telecamera scrivendo “No war please. E’ da notare che anche da molti sportivi russi arrivano messaggi di condanna della decisione di Putin contro l’Ucraina.

Significativa la dichiarazione dell’ucraino Andrij Ševčenko, già bandiera calcistica del Milan e pallone d’oro del 2004 : “ Vi prego di sostenere il nostro paese e chiedere al governo russo di fermare la loro aggressione e violazione del diritto internazionale. Tutto quello che vogliamo è la pace, non c’è bisogno della guerra. La guerra non è la risposta”.  

Cosa può fare il mondo civile e democratico per mettere fine alla decisone russa – tra l’altro oggi sappiamo che tantissimi russi sono scesi in piazza per contestare la decisione del padrone della Russia Putin -?. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nella persona del Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres,  ha provato ad approvare una dichiarazione in cui deplorava l’aggressione russa all’Ucraina e chiedeva di ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue truppe militari dal territorio ucraino entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”, ma la Russia, ponendo il suo veto, ha di fatto messo a tacere la voce dell’Onu.

L’Onu si è mosso rifacendosi al diritto internazionale che impone agli Stati di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza direttecontro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato“. Putin però ha parlato di un’operazione di “peacekeeping”, giustificando il suo operato come atto di difesa delle minoranze russe del Donbass e dunque in tal modo si autoassolve.

Lo sport dunque insorge e decide contro la violazione ucraina, la società civile insorge, gli stessi russi contestano la scelta di Putin, ma quando il despota russo si renderà conto di celebrare non il suo popolo, ma solo se stesso?