Telesina| La Statale Killer: sei morti negli ultimi sei mesi
AttualitàDalla ProvinciaQuanto sangue dovrà versarsi ancora, quanti morti dovranno contarsi ancora prima che vengano realizzati gli interventi di adeguamento attesi da anni?
Sono le 18.47 di un giovedì di marzo quando in redazione giunge la notizia di un incidente mortale lungo la statale Telesina. L’ennesimo. A perdere la vita, questa volta, è un ragazzo di 31 anni di Campobasso. In gravi condizione il conducente dell’altra vettura: un 56enne di Benevento.
La vita di Michele, questo il nome della vittima, spezzata così all’improvviso da un destino crudele ma non solo. Perché la sua morte, purtroppo, non è un caso isolato. Anzi.
Il giovane molisano, infatti, è solo l’ultimo di un lungo elenco di persone che hanno perso la vita sulla statale 372. Un elenco che fa rabbrividire.
Sono dodici gli incidenti stradali verificatisi negli ultimi sei mesi lungo l’arteria che da Benevento conduce, attraverso la Valle Telesina e il casertano, all’imbocco dell’autostrada Napoli – Roma. Ben sei le vittime.
Una scia di morte che, però, ha radici molto più lontane e che, purtroppo, non sembra avere fine. Percorrere quella strada, ormai, richiede, oltre che un’attenzione particolare considerata la pericolosità, anche una certa capacità di gestire le emozioni nell’incontrare chilometro dopo chilometro foto, mazzi fiori e croci poste lì per ricordare le vittime della statale killer.
Parliamo di numeri spaventosi che già di per sé sarebbero dovuti essere sufficienti alla realizzazione di quelle opere (come l’adeguamento a quattro corsie) di cui si parla ma che sono ancora in stand-by per questioni di natura burocratica; numeri che, però, significano tanto altro e dietro i quali si cela il dolore di intere famiglie distrutte: chi ha perso il papà, chi il figlio, chi la moglie.
Una situazione, dunque, non più accettabile. Per questo, pur nella consapevolezza che ciò non sarà sufficiente, per domani mattina il Comitato Sos 372 Benevento – Caianello ha organizzato un flash-mob di protesta contro l’inerzia che ha caratterizzato questi anni di mancati interventi risolutivi. Basterà?Certamente no, ma è pur vero che è giunto il momento di alzare la voce. La speranza è che non debbano esserci altri articoli di denuncia e nemmeno più flash-mob a scuotere le coscienze perché significherebbe, in caso contrario, che ancora una volta ha vinto l’immobilismo.