Lonardo: “Acquisto del carburante agricolo: necessaria una modifica che estenda la portata del credito d’imposta”
PoliticaIn riferimento alla depositata proposta di emendamento al “Dl Aiuti” (Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50) all’articolo 19, finalizzata, principalmente, ad estendere la portata del credito d’imposta per l’acquisto di carburanti relativamente all’esercizio dell’attività agricola, la senatrice Sandra Lonardo, componente IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI-NOI DI CENTRO (Noi Campani) del gruppo Misto, ha dichiarato quanto segue:
“Pur consapevole del fatto che se verrà posta la fiducia al Governo sarà stata presentata inutilmente, ho ritenuto opportuno depositare una proposta di emendamento al “Dl Aiuti” (Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50) all’articolo 19, allo scopo in primis di estendere la portata del credito d’imposta per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola (articolo 18 del decreto legge 21 marzo 2022, n.22), ai mesi di aprile e maggio dell’anno 2022.
Una modifica opportuna e necessaria visto che il secondo trimestre dell’anno coincide con l’avvio delle principali attività di campagna necessarie alla produzione come nel caso di comparti strategici per il Made in italy agroalimentare e che, tra l’altro, sono al centro di forti sofferenze e incertezze a causa dell’emergenza russo-ucraina (ad/esempio cereali).
Di pari passo, l’emendamento intende inserire tra i beneficiari del citato credito d’imposta anche l’acquisto di carburanti utilizzati per il riscaldamento delle colture in serra. Il caro energia ha difatti inciso sensibilmente sul settore delle colture in serra.
Infine, l’introduzione della lettera b) primo comma, mirato ad evitare che le imprese agricole non siano in grado di utilizzare il credito d’imposta in oggetto, laddove peraltro gli istituti bancari sono in oggettiva difficoltà dal punto di vista delle condizioni per acquisire ulteriore credito rispetto alle risorse già stanziate a copertura delle richieste di cessione afferenti il c.d. superbonus 110%.
Bisogna trovare il modo per essere vicini ai nostri agricoltori altrimenti il rischio che le aziende collassino diventa più che concreto .
Nelle scorse settimane, il carburante agricolo ha toccato punte anche di 1,60 €/l, anche se negli ultimi giorni pare si stia configurando un leggero ribasso dei prezzi, dopo quasi un mese e mezzo di costanti rincari.
Il prezzo medio attuale del carburante agricolo è di 1,45 euro/litro.
Trattasi purtroppo di una riduzione irrisoria, la verità è che il costo del gasolio agricolo è raddoppiato rispetto a un anno fa, tanto da rendere tutte le operazioni colturali insostenibili, dalle semine agli interventi di nutrizione e difesa, fino ai raccolti.
Va fatto assolutamente qualcosa per l’emergenza del caro-gasolio, perché gli agricoltori, oltre al problema della siccità, che rischia di ridurre o addirittura azzerare i raccolti, sono costretti a fare i conti con l’aumento dei costi di produzione.
Spese che prima o poi, di questo passo, si tradurranno in un vero aumento del prezzo finale del prodotto. L’attenzione generale è calamitata sulla guerra in Ucraina, ma andrebbero pure ascoltate le grida d’aiuto di migliaia di aziende italiane, che rischiano da un giorno all’altro di non riaprire più, a causa della situazione economica e geopolitica.
Le realtà imprenditoriali agricole sono sicuramente più penalizzate, proprio perché fanno parte del settore primario che già di per sé vede profitti più limitati rispetto a quelli relative ad altri settori merceologici. Occorrono dunque seri ed urgenti provvedimenti governativi, ovvero interventi per arginare l’impennata dei costi dell’irrigazione e delle lavorazioni.
L’aumento dei prezzi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di una azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
Serve responsabilità da parte del Governo e dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore e garantire un sostegno attraverso incentivi importanti per contrastare il caro prezzi del gasolio agricolo che rischia di essere il colpo di grazia per molte aziende”.