Benevento Festival BCT: Claudio Bisio emoziona Piazza Roma con la sua ironia ed il suo contagioso sarcasmo
AttualitàBenevento CittàCulturaNella serata di sabato 16 luglio, all’interno della storica Piazza Roma di Benevento, l’attore, conduttore televisivo, comico, doppiatore, cabarettista ed umorista Claudio Bisio, ha coinvolto tutti i presenti con la sua ironia ed il suo irresistibile sarcasmo, semplicemente raccontando se stesso e le tante attività artistiche che lo hanno visto protagonista.
Intervistato dalla giornalista Sky Martina Riva, ha subito precisato che, fra le tante definizioni del suo lavoro, egli preferisce quella di attore.
Sollecitato nel raccontare il proprio cammino artistico dalla Riva, egli rievoca subito, quasi fucina delle attività artistiche successive, le sue scelte comportamentali nella scuola degli anni ’70, quando, politicamente impegnato, partecipava ad occupazioni e manifestazioni animando, nello stesso tempo, quanti intorno a lui.
Erano gli anni in cui, studente del Liceo Scientifico “Luigi Cremona” di Milano, fu anche attivista di Avanguardia Operaia, ma il suo impegno politico camminava sempre, di pari passo, con la sua passione per il teatro, infatti fu allora che incominciò a recitare al Centro sociale Leoncavallo.
In merito a quel tempo, egli ricorda di aver proposto ai suoi compagni, increduli, di invitare presso la sua scuola occupata Dario Fo, all’epoca già artista di fama. Incredibilmente il suo invito fu accettato e l’artista si presentò alla sua scuola intrattenendo i ragazzi con discorsi basati su pezzi del suo teatro. Fu un colpo di fulmine per Bisio, egli ha raccontato di essersi innamorato, da quel momento, del teatro di Fo e di aver deciso di seguire le sue orme artistiche.
La Riva gli chiede della sua esperienza al Piccolo Teatro di Milano e Bisio ricorda che, essendo risultato bravo nella sua passione teatrale, la sua insegnante del Piccolo, gli consigliò di giocarsi la carta della comicità. Furono quelli gli anni, come lui confessa, delle due anime, quella seria del teatro e quella di “pirla” nel cabaret.
Egli ricorda poi i suoi più importanti riferimenti artistici : il Teatro dell’Elfo, a cui apparteneva Paolo Rossi e Gabriele Salvatores e punto di partenza delle sue prime apparizioni al cinema ed in televisione – La Riva ricorda allora la sua apparizione nel 1990 nel videoclip della canzone “ Megu Megùn” di Fabrizio De Andrè con la regia di Salvatores – l’esperienza di Zelig, da locale periferico ed alternativo a luogo di culto del cabaret milanese, luogo dove divenne co-leader di Elio e le Storie Tese. Zelig lo consacra inoltre come volto simbolo dello show che rimane in onda per oltre un decennio.
Gli viene chiesto quale sia la formula del successo di Zelig e Bisio risponde ricordando come un tale programma non potrebbe avere successo senza i comici, gli autori e le persone giuste, gruppo che solitamente prepara una scaletta con testi predefiniti che, sistematicamente, vengono stravolti nella conduzione del programma che fa dell’improvvisazione la sua chiave del successo.
Egli ricorda poi la sua emozionata partecipazione al film di Gabriele Salvatores “Sogno di una notte d’estate” del 1983, trasposizione cinematografica di “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, film che richiese impegno perché spesso capitava di fare tripli ruoli.
Il regista che però ricorda con grande emozione e con il quale ha lavorato è stato Mario Monicelli, anche se, è inevitabile ricorda la Riva, un suo film di grande successo è stato “Mediterraneo” , con la regia di Salvatores. In merito al film vengono proiettati, sul grande schermo, alcuni passaggi dell’opera e Bisio si lascia andare a ricordi dei compagni di quella produzione, primo fra tutti l’amico Diego Abatantuono.
La Riva gli ricorda la sua partecipazione al Festival di San Remo e Bisio rievoca alcuni sketch con Claudio Baglioni del quale rimaneggia sul palco, ironicamente e con semplici gesti, il testo di una sua canzone, che il cantante stava intonando inserendo la punteggiatura opportuna al testo della melodia.
Impossibile, ricorda l’intervistatrice, non menzionare altri suoi significativi lavori come il film “Benvenuti al Sud” e “Benvenuto Presidente” dei quali vengono proiettati alcuni highlights sul maxi schermo. Bisio ricorda la scelta degli autori di “Benvenuti al Sud” di fargli indossare, durante le riprese, un giubbotto antiproiettile, quasi sinonimo di un sud malavitoso e pericoloso. La cosa non gli piaceva perché gli sembrava offensivo per il popolo del Sud d’Italia.
In realtà la cosa invece è stata letta, dagli stessi abitanti del meridione, come esilarante e per questo atteggiamento egli riconosce ai meridionali spirito autoironico ed intelligenza.
Viene poi menzionata la sua partecipazione a “Striscia la notizia” ed egli ricorda con simpatia quegli anni nei quali, negli incontri di redazione, trovava un gruppo animato e coeso sotto la guida di Antonio Ricci.
In merito alla sua vita privata egli ricorda il sodalizio artistico e umano con sua moglie Sandra Bonzi con la quale ha pubblicato un libro scritto a quattro mani : “Doppio misto. Autobiografia di coppia non autorizzata”, uno scritto brillante che racconta ironicamente la storia della loro vita di coppia.
Essendo Bisio anche doppiatore, viene ricordato dalla sua intervistatrice, il suo lavoro di voce del bradipo Sid nella saga dell’Era glaciale. Proprio in merito al doppiaggio Bisio racconta delle difficoltà di riprodurre, con la voce, i suoni vocali e le inflessioni dei personaggi da doppiare.
Una menzione affettuosa e canzonatoria va, da parte dell’attore alla sua interpretazione dell’opera “La mia vita raccontata male” di Francesco Piccolo, nella quale, come testimoniato da un esilarante highlight dell’opera proiettata su schermo, Bisio racconta della mania, probabilmente casertana e di Piccolo, di non bere acqua dopo il latte. Ha confessato poi di conoscere tanta gente che lo fa e sta bene e allora da dove nasce questa fisima? La battuta è sottolineata dagli applausi entusiasti del pubblico.
La serata si conclude con un premio alla carriera dato all’attore da Antonio Frascadore, ideatore e direttore del BCT e dall’applauso convinto e affettuoso del pubblico di Piazza Roma.