Aree interne, Pepe (Pd): “Riflessione dei Vescovi sia da sprone per la politica”
“Le conseguenze di una crisi non sono mai uguali per tutti. Soffre di più chi già si trovava in una condizione di difficoltà e marginalità. Vale per le persone, vale per i territori. Occorre allora organizzare una risposta che vada oltre la pur legittima recriminazione. Servono idee e proposte. Per questo va sostenuto e apprezzato il lavoro messo in campo nei giorni scorsi dai vescovi riunitisi a Benevento”.
Così Antonella Pepe, candidata alla Camera per la coalizione dei ‘Democratici e Progressisti’ nel collegio uninominale di Benevento.
“Alla politica – prosegue l’esponente Pd – i vescovi chiedono di rompere schemi “ormai sclerotizzati” e di puntare su “progettualità prospettiche”. Un invito che va accolto, da parte di tutti. Ho visto tanti amici, in questi anni, lasciare la nostra terra. Per il lavoro che non c’è o è precario, per i servizi che non funzionano ma soprattutto perché si fa fatica a guardare con fiducia al futuro: se e solo se restituiremo una prospettiva di crescita e sviluppo ai nostri territori riusciremo ad affermare il sacrosanto diritto a restare per le nuove generazioni”.
“Anche quando le risorse arrivano, – aggiunge ancora Antonella Pepe – spesso si disperdono in progetti e opere inutili. Accade perché manca l’idea di ciò che vogliamo fare del Sannio nei prossimi decenni. Questo è il compito della politica oggi: individuare ruolo e funzione al territorio e muoversi nella direzione data. Per quanto mi riguarda, nelle prossime settimane di campagna elettorale questo farò. E lo farò cercando di coinvolgere tutte quelle forze – imprenditoriali, sociali, associative – pronte a spendersi per un progetto di cambiamento concreto, innovativo e sostenibile”.
“In quest’ottica, – conclude la candidata Pd – favorirò e sosterrò ogni iniziativa utile al Sannio – come la scelta della giunta Regionale di inserire il Fortore nella perimetrazione delle Aree Interne della Campania – e allo stesso tempo contrasterò quei provvedimenti – come l’autonomia differenziata proposta dal centrodestra – che rischiano di aumentare la distanza e le diseguaglianze tra i territori”.