ESCLUSIVA BN24 – Benevento-Bari, il doppio ex De Falco: “Giocheranno entrambe per vincere, hanno bisogno dei tre punti”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente l’ex Benevento e Bari, Andrea De Falco, per avere una sua opinione riguardo la stagione giallorossa e la sfida di sabato pomeriggio al Vigorito.
De Falco, centrocampista classe 1986, ha collezionato 54 presenze e 3 reti con la maglia della Strega in Serie C, Serie B e Coppa Italia nel periodo tra il 2014 ed il 2017. Sono 68, invece, le apparizioni con i biancorossi nei suoi tre anni in Puglia, dal 2011 fino al trasferimento nel Sannio dopo una piccola parentesi nella Juve Stabia. Oggi De Falco è in forza al Tre Fiori, storico club di San Marino con cui lo scorso luglio ha conquistato il secondo turno di Conference League.
Salve Signor Falco, lei è un doppio ex di Benevento e Bari. Come vivrà la partita di sabato tra giallorossi e galletti?
“Sicuramente è una di quelle partite che mi piacerebbe vedere, ma credo giocheremo in concomitanza e non sarà possibile. Sarà una delle partite clou di questa giornata di campionato. Entrambe giocheranno per vincere per motivi diversi, entrambe hanno bisogno dei tre punti. Il Bari per riprendere questo bel cammino che ha avuto da inizio stagione, infatti si trova a cinque punti dal primo posto, ma ha perso qualche punto nelle ultime giornate ed ha bisogno di una vittoria per tornare a cavalcare l’entusiasmo che dall’anno scorso sta portando a risultati importanti. Il Benevento, invece, ha bisogno della vittoria per il motivo completamente opposto: iniziare un percorso positivo visto l’andamento lento avuto fino a questo momento. Il cambio di allenatore non ha ancora dato quella svolta che sicuramente cercava la società, ma c’è un alibi importante: la rosa sulla carta è da primi posti, ma a disposizione questa squadra non la ha quasi mai avuta. Il Bari sta raccogliendo più di quello che ci si aspettava, la società non richiedeva un percorso da primi posti ma come spesso accade negli ultimi anni le neopromosse si impongono in B, soprattutto se alle spalle c’è una piazza ed una società importante. Il Benevento invece ora si deve tirare fuori da una posizione di classifica problematica nonostante la squadra importante“.
Quali pensa possano essere gli elementi chiave nella sfida del Vigorito?
“Per quanto riguarda il Bari c’è un giocatore che sta facendo entusiasmare la piazza, Cheddira. Nonostante un percorso lento, di crescita tra i dilettanti, ha saputo soffrire ed ora si sta imponendo in una squadra di livello in un campionato importante, è un giocatore che sta dimostrando il suo valore. Il Bari poi, secondo me, ha un centrocampo forte: Maita ha fatto spesso la Serie C nonostante le qualità elevate, Maiello si sta imponendo come ha fatto ovunque nella sua carriera perché riesce a dare geometrie e qualità alla squadra. C’è poi Antenucci, highlander ed eterno giovane, brevilineo e rapido, con un gran senso del gol. Per quanto riguarda il Benevento punterei molto su Schiattarella per la sua personalità e qualità. Abbiamo giocato insieme ad Ancona, può trasferire le sue qualità ed essere un punto di riferimento per tutti in mezzo al campo. Davanti un giocatore che può strappare e risolvere la partita con una giocata è Farias“.
Ci sono delle analogie tra questo Benevento ed il “suo” Benevento?
“No, noi non abbiamo avuto mai un percorso iniziato male. In Serie B abbiamo avuto un periodo dove la vittoria non arrivava, ma avevamo già un’identità. Mister Baroni poi è stato bravo a cambiare l’assetto tattico, passando dal 4-3-3 al 4-4-2 anche a causa di qualche infortunio di troppo. Forse questa può essere un’analogia, nell’annata in cui abbiamo vinto i play-off per un periodo abbiamo avuto mancanza di risultati e qualche infortunio di troppo come il mio, di Eramo e di Buzzegoli a centrocampo. Con il 4-4-2 abbiamo trovato il nostro vestito su misura: siamo riusciti a cambiare marcia, ci ha dato compattezza. Ora il Benevento deve superare la fase del cambio allenatore, il Mister pretende molto a livello aerobico e d’intensità in campo: ci vuole tempo. Poi bisognerà superare anche il periodo di sfortuna dei vari infortunati: avere a disposizione tutta la rosa permette una maggiore scelta per il Mister, c’è più competitività in allenamento e alternativa nel modulo, si crea un’identità data soprattutto dalla continuità. Ci vorrà un pochino di tempo ancora, anche se spero che il vero Benevento si possa vedere fin da subito“.
Anche nell’anno della promozione in A con Baroni ci furono dei momenti difficili. Come avrebbe gestito il gruppo storico di allora una situazione come quella di oggi? Pensa ci sia mancanza di leadership nel Benevento attuale?
“Io credo che a Benevento ci siano molti più leader rispetto a quelli che avevamo noi. I vari infortuni hanno stravolto tutto. Se sono leader ma sono infortunato è difficile far capire al compagno determinate cose solo con la voce. Fondamentale è il comportarsi bene, un leader è tale anche per l’atteggiamento ed il comportamento con il compagno, spende sempre la parola giusta. I vari infortuni hanno creato instabilità sotto un certo punto di vista, hanno creato una successione di leader ma questo potrebbe anche aver portato più responsabilità in ogni giocatore“.
Conoscendo l’ambiente giallorosso, come sta vivendo la piazza questo momento difficile dal suo punto di vista?
“Sicuramente la piazza pretende di più, è normale. Abbiamo pregustato la Serie A e ci piacerebbe tornare subito, mi metto dalla parte dei tifosi, ma questo non deve allontanare il tifoso dalla passione e dal legame con la squadra. Anche negli anni in Serie C raggiungere la B sembrava impossibile, il legame è fondamentale per raggiungere gli obiettivi. La squadra supererà questo momento negativo, ci vorrà del tempo e magari ci sarà qualche altro passo falso, ma questo non deve allontanare il tifoso. Già con il Pisa c’è stato un piccolo cambiamento, un avvicinamento verso la squadra, e questo aiuta anche i giocatori a godersi la fatica e la vittoria. Avere al proprio fianco un popolo che crede nella squadra, che la supporta e la sopporta è fondamentale“.
A proposito di ambiente e di tifosi, che ricordo ha della piazza? Immagino si sente ancora molto legato ai colori giallorossi.
“Assolutamente, mi sento molto legato. E’ stata tra le piazze se non la piazza che mi ha dato di più, in termini calcistici sono state le mie “uniche” vittorie di campionati, a livello calcistico è stato l’apice. Anche a livello umano, però, è stato un percorso molto coinvolgente per quanto riguarda me e la mia famiglia. A Benevento sono stato bene a 360°. Ricordo con piacere tanti aneddoti, dentro e fuori dal campo: l’entrata in campo nella “finale”-scontro diretto contro il Lecce, gli spalti erano pieni fin dal nostro controllo del campo, avevo un nodo in gola per non piangere. Anche la partita prima a Martina, l’invasione dei beneventani. Queste cose ti portano a dare non il 200% ma il 1000%, c’è un senso di responsabilità nei confronti della passione dei tifosi verso di te e verso la squadra, questo deve essere assolutamente ricambiato. Per questo dico ai tifosi di non mollare, di incitare la squadra nei momenti negativi: il giocatore lo apprezza, e cercherà di fare ancora di più. Il bello del calcio è questo, il legame che si crea: io ti do perché tu mi dai. A Benevento forse ho la sensazione di aver ricevuto più di quanto dato, questa è la vittoria più bella“.
La Strega riuscirà a rialzarsi delle difficoltà che sta incontrando? Come valuta l’arrivo di Fabio Cannavaro sulla panchina giallorossa?
“La valutazione non è facile, sia lui che Caserta non hanno mai avuto tra le mani il vero Benevento. Non c’è la controprova di quello che può essere il risultato in campo con tutti a disposizione. Io mi auguro che il percorso di Mister Cannavaro possa essere lo stesso che il Benevento ha già avuto con un Campione del Mondo in panchina, ricco di risultati e soddisfazioni. Ora bisogna stringere tutti i denti e cercare di superare il momento negativo, poi arriveranno momenti migliori“.
Foto: Screenshot Sky Sport