Inzaghi: “L’addio al Benevento non era stato sereno, poi abbiamo chiarito ed è sempre nel cuore”

Inzaghi: “L’addio al Benevento non era stato sereno, poi abbiamo chiarito ed è sempre nel cuore”

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Filippo Inzaghi, tecnico della Reggina, nel lunch-match di domenica affronterà il suo passato, quel Benevento con cui ha macinato record su record nella stagione 2019-20. Conquistata la promozione in A e nonostante un ottimo girone d’andata, nella seconda metà di campionato la Strega ha avuto un crollo prestazionale che ne ha poi sancito la retrocessione in B e l’addio dell’allenatore piacentino.

Ecco, dunque, la lunga intervista rilasciata da SuperPippo a La Gazzetta dello Sport, in cui ha ricordato il suo passato giallorosso e la sfida del Granillo:

SUL DOMINIO GIALLOROSSO NELLA STAGIONE 2019-20: “Forse allora non ci eravamo resi conto… A distanza di qualche anno s’è capito che dominare così in Serie B non è facilmente ripetibile. Noi e il Frosinone ci potremo divertire, ma le corazzate arrivano…“.

SULL’ADDIO AL BENEVENTO: “Non era stato un addio serenissimo, ma poi abbiamo chiarito. In A meritavamo di salvarci, sono successe cose che ci hanno innervosito, la retrocessione non è dipesa solo da noi. Ma il presidente Vigorito, dopo i miei genitori, è stata la prima persona a cui ho detto che sarei diventato papà. Rivedo il suo entusiasmo in Saladini, mio attuale proprietario. Ho sempre nel cuore Benevento e anche Venezia, dove due sabati fa sono stato accolto benissimo“.

SUL RAPPORTO CON CELLINO: “Quando vieni esonerato due volte in zona Serie A con una pec, senza una telefonata, violando una clausola, è ingiusto. Forse erano in imbarazzo anche lui e il d.s. Marroccu per questa decisione, non so. Restano i bei ricordi di squadra e tifosi, mio figlio è nato lì e ho casa lì. Peccato, si poteva costruire qualcosa, avevamo anche il record di vittorie esterne“.

SULL’ATTUALE RENDIMENTO DELLA REGGINA: “Se dico che me lo sarei aspettato sarei bugiardo. Quando a Formentera ho conosciuto Saladini mi è tornata la voglia di allenare. Dopo Brescia ero giù. Mi ha telefonato il presidente Cardona, poi mi ha cercato lui e tre ore dopo era da me a cena. Ha toccato le corde giuste anche con la mia compagna Angela. Ho chiesto un triennale perché questo deve essere l’anno zero, poi dovremo puntare ai playoff e infine vincere. Ora siamo lì, non ci esaltiamo: ci sono avversari fortissimi. Come si fa a dire che Genoa, Parma, Cagliari o anche Benevento non sono forti?“.

SUL REPARTO OFFENSIVO AMARANTO E SU MENEZ: “Santander è infortunato, ho Menez e punto su di lui. Siamo il miglior attacco perché portiamo tanti giocatori dentro l’area, ma andando avanti potremo usare due punte come a Venezia nella ripresa. Menez mi conosce, sa che la cosa più importante è il gruppo. Al Milan con me fece 16 gol, giocava come adesso da centravanti. Appena arrivato a Reggio l’ho tenuto 10 giorni a parte a correre. Poi si è messo a disposizione ed è stato impeccabile, è perfetto e i compagni riconoscono il suo valore. In B pochi ti fanno vincere da soli, forse solo Coda e Lapadula“.

SUL TALENTUOSO FABBIAN: “Bravo il nostro direttore Taibi a prenderlo. Il suo agente e Baccin dell’Inter hanno voluto che venisse qui perché con me le mezzali fanno gol. Io non lo conoscevo, Simone un pochino, ma dopo due giorni l’ho messo titolare in Coppa Italia con la Sampdoria e ha dimostrato di essere forte, al di là del quattro gol”. 

SULL’ENTUSIASMO DELLA CITTA’: “C’è un pubblico da A, con un entusiasmo da cavalcare, sapendo però che è facile cadere. Anche Saladini trascina, a volte sono io che devo calmarlo. Fino a pochi fa c’erano 25-26 gradi, ho una casa sul mare e spesso passeggio con Angela ed Edoardo sul lungomare. Qui si sta benissimo, avere i miei genitori lontani forse è l’unico dispiacere”.

SULLE SUE SCELTE: “Mi sono messo in testa alcune cose. Intanto ora ho la famiglia al primo posto. Poi penso al mio lavoro, vado dove non vengo preso in giro e posso lavorare come voglio. Senza campo sto male, certo, ma non voglio vivere un’altra brutta storia come Brescia“.

SUGLI ALTRI CAMPIONI DEL MONDO IN SERIE B: “La passione che avevamo nel 2006 è rimasta. Non siamo persone che allenano in B e dicono “ma chi me lo ha fatto fare”. Ci mettiamo tutto, sempre. La nostra chat funziona sempre, soprattutto per i compleanni perché Cannavaro li ricorda tutti: ultimo quello di Iaquinta. E poi serve per gli auguri a chi inizia una nuova avventura: è una chat emozionante, certe cose non cambiano”. 

SUL MONDIALE IN QATAR: “Senza l’Italia sembra che non ci sia il Mondiale. Però ripenso al 2006 e dico sì, lo abbiamo vinto veramente e nessuno ce lo toglie. Fa male non rivedere l’Italia, ma Mancini lavora bene per il futuro. Lo seguo poco, gli orari coincidono con i nostri allenamenti: quando si entrerà nel vivo sarà diverso. Il vero Mondiale si segue d’estate dalla spiaggia! Ho visto che qualcuno di noi del 2006 è là come Materazzi“.

SUL SECONDO FIGLIO: “Sarà una bimba: Emilia, arriva a marzo. Prima pensavo solo al mio lavoro, passione e dedizione mi distraevano da tutto. Poi quando arrivano i figli cambi e io oggi ho trovato un nuovo equilibrio“.

SULLE EMOZIONI IN PANCHINA: “Durante le partite sono ancora un po’ troppo agitato. Come professione mi sento più completo, è normale. Mi aggiorno tantissimo, ho uno staff di altissimo livello, faccio sempre le scelte che ritengo migliori e non voglio avere mai rimpianti“.

SUL RITORNO CON TAIBI: “Giocavamo insieme nel Piacenza, poi gli ho fatto un sacco di gol ma li ricorda più lui di me. Abbiamo un ottimo rapporto, è uno molto competente“.

SU UNA POSSIBILE SFIDA CONTRO IL FRATELLO: “Faremo un’amichevole con l’Inter sotto Natale. Ma prima, visto che lui rientra da Malta il 9, spero che almeno a Como l’11 riesca a venire…“.

Foto: Profilo Facebook Reggina 1914