Inzaghi a SportItalia: “A Reggio come a Benevento. Cannavaro? Abbiamo una cosa in comune”

Inzaghi a SportItalia: “A Reggio come a Benevento. Cannavaro? Abbiamo una cosa in comune”

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L’attuale tecnico della Reggina, ex allenatore del Benevento, domenica sfiderà il suo passato al Granillo nel lunch-match di domenica 27 novembre.

Filippo Inzaghi, ospite esclusivo di SportItalia Mercato, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sulla sua carriera da allenatore e non solo:

SUL SUO APPRODO ALLA REGGINA: “E’ stato tutto improvvisato, io ero in vacanza e avevo deciso di prendermi qualche mese di riposo. Poi è arrivato il Presidente Saladini con la Reggina e mi hanno convinto a intraprendere questa nuova avventura. Dalla gente all’aeroporto ho capito che sarebbe stata una grande e bella avventura. Saladini dopo avermi tempestato di telefonate e fatto chiamare, è venuto sotto casa dove ero a Ibiza e mi ha portato a cena anche con la mia compagna Angela. Le moglie servono anche ad aprirti gli occhi quando tu sei cieco per la passione, lei pretendeva che non mi prendessero più un giro. Saladini è stato eccezionale, mi ha permesso di portare tutto il mio staff che pur essendo pesante e importante in Serie B fa la differenza“.

SUL CAMMINO AMARANTO: “Conosco il campionato di Serie B, Saladini ha fatto un miracolo salvando questa società ma siamo partiti da zero. Era impensabile avere una classifica del genere dopo tre mesi, ho voluto avere tre anni di contratto e sono contento il Direttore e il Presidente abbiano accolto la mia richiesta. Ci vorrà pazienza per crescere, dobbiamo arrivare ed essere pronti. Dobbiamo fare tutto un passo alla volta, ma nulla vieta di sognare perché il gruppo sta facendo bene e il tifo è da Serie A. In Serie B ci sono le retrocesse e ci sono corazzate che vediamo lottare in tutte le posizioni. Di pressioni dobbiamo averne poche, quest’anno pensavo solo a stare fuori dalla zona brutta. Se tra tre-quattro mesi staremo ancora lì allora possiamo sognare: altrimenti in Serie B fai una brutta fine. I primi giorni non avevamo un campo dove allenarci, abbiamo dovuto ricostruire la squadra: in tre anni costruendo possiamo crescere e, con questa società e con questi tifosi, possiamo arrivare dove conta di più ed essere pronti. Non ho più voglia di fare un salto all’indietro. Tre mesi fa avrei firmato per l’ottavo posto, ora non lo so: non firmerei per il terzo“.

SUL FRATELLO SIMONE: “Siamo poco pazienti, sia con i giovani che con gli allenatori per bene. Simone sa che allena una grande squadra e che le critiche ci saranno sempre, ma è una persona seria che si comporta bene e ha le spalle larghe. Non è uno che si lamenta per le cessioni e non batte i pugni sul tavolo, ma è molto bravo ed è una persona per bene oltre che un grande allenatore. L’Inter può lottare in tutte le competizioni, mi auguro Simone continui così e si tolga le sue soddisfazioni. Ognuno ha le proprie caratteristiche, io lo ho visto allenare e mi piace il fatto che sia un allenatore moderno: è completo, è un buon gestore che si fa voler bene ma allena e prepara la settimana. Mi auguro di diventare come lui, secondo me è uno dei migliori allenatori d’Europa“.

SUL NAPOLI: “Bisogna fare i complimenti a Spalletti, il Napoli gioca bene e ha fatto acquisti poco conosciuti. Può far giocare Osihmen che è uno dei migliori centravanti d’Europa e può permettersi di lasciare in panchina Raspadori e Simeone. Ero vicino al Napoli da giocatore, era tutto fatto: poi segnai dopo 40”. I tifosi del Napoli mi fischiavano perché pensavano avessi rifiutato, ma io volevo andare a Napoli: loro mi hanno trattenuto e poi mi sono infortunato“.

SUGLI ALLENATORI ITALIANI: “Penso che gli italiani siano i migliori allenatori d’Europa e del Mondo, ma dobbiamo certo aggiornarci. Penso ad Ancelotti, che ho avuto, ma anche Spalletti, Gasperini e mio fratello“.

SULLA LITE CON ALLEGRI AL MILAN: “Penso che probabilmente anche a 39 anni avrei continuato. Ma se ripenso che l’ultima partita con il Novara ho segnato sotto la Curva non penso avrei potuto sognare addio migliore. Oggi sono a più di 250 panchine, grazie a Galliani quel giorno iniziai ad allenare e oggi dopo nove anni sono ancora felice di essere qui e allenare. Non era giusto trascinarsi, la gente ci deve ricordare per quanto fatto nel pieno della nostra attività. Se ti reinventi, come ho avuto la fortuna io, le soddisfazioni ci sono. Vincere la Coppa Carnevale con i ragazzi del Milan mi ha dato una soddisfazione pari alla Champions“.

SULLE POSSIBILI DIMISSIONI DI MANCINI: “Penso che ognuno in quei momenti deve prendere delle decisioni: Mancini ha fatto molto bene all’Europeo ma non essere al Mondiale è una ferita aperta. Se è andato avanti è perché pensa di poter fare bene“.

SULLA COSTRUZIONE DAL BASSO: “Ero partito con certe idee, poi mi sono fermato a pensare. Un allenatore deve fare il massimo con i giocatori che ha, a volte l’ho fatto e altre no“.

SULL’ACQUISTO DI NUOVI GIOCATORI: “Mi confronto sicuramente con il Direttore, qui ho la fortuna di aver Max con cui mi confido e di cui mi fido. Lo staff qui è molto importante, è da Serie A. Quando scegliamo un giocatore dico che difficilmente sbaglio quelli che ho allenato. Penso che si vede cosa può fare un giocatore in campo, poi mi piace conoscerne anche il carattere. Io pretendo tanto ma cerco di dare anche tanto insieme al mio staff, dobbiamo anche essere fortunati. Ho sempre avuto gruppi di bravi ragazzi che avevano voglia di fare. Fino a ora siamo stati fortunati, quando cambi 20 giocatori non è facile azzeccarli tutti mentre noi abbiamo sempre dimostrato di essere squadra. A lungo andare non sarà facile ritrovare una società e un Presidente così, lo devono sapere“.

SUL MILAN: “Pioli è stato molto molto bravo, non si sono mai disuniti neanche nelle difficoltà. Anche la società con Maldini e Massara hanno fatto delle mosse intelligenti, sono stati bravi. Hanno vinto lo Scudetto, ora mi piacerebbe rivedere il Milan protagonista in Champions League. Napoli, Inter e Milan possono dare filo da torcere a tutti, ma ci sono altre squadre molto forti“.

SUL NUOVO “PIPPO INZAGHI”: “Non mi piacciono i paragoni. A me piace Immobile, secondo me è stato fin troppo criticato perché da 4-5 anni fa 20-25 gol in tutti i modi nel campionato italiano. Non siamo identici, ma è un giocatore importante che fa tanti gol“.

SULLA SERIE B DEI CAMPIONI DEL MONDO: “Oltre a essere grandi allenatori bisogna anche avere la fortuna di trovare la strada giusta. Tra Grosso, Cannavaro e De Rossi ci accompagna la grande passione per questo lavoro. Il gruppo dei Campioni del Mondo 2006 come i Campioni di Atene 2007 erano belli, stavamo bene insieme. Noi nel nostro piccolo dobbiamo trasportare queste cose. Noi non festeggiavamo molto, con il senno di poi abbiamo festeggiato poco“.

SU CELLINO: “Non è stato il più grande errore della mia carriera, ho ancora casa lì e lì è nato mio figlio. Ho trovato un tifo, una piazza e una società straordinarie. Finita Brescia ho trovato la Reggina, sono felice attualmente“.

SULLA SUA CARRIERA DA ALLENATORE: “Questa è la mia storia: in B ho sempre fatto bene mentre in A meno. Noi siamo nelle mani della società, dei giocatori e poi del nostro essere e del nostro staff. Quando queste combinazioni vanno in un’unica direzione un allenatore è facilitato. Il mio obiettivo è tornare a casa ed essere sereno, voglio lavorare bene e questo la Reggina me lo ha dato. Come anche a Benevento e a Venezia, poi riesco a portare a casa i risultati“.

SUI SUOI INIZI AL MILAN: “Arrivo dalla Primavera, ma ci sono allenatori che sono partiti anche così. Forse non ero pronto io e non era pronto il Milan. Anche quell’esperienza, però, mi ha fortificato molto e mi ha fatto diventare migliore sotto molti punti di vista. Nessun giocatore mi ha mai mancato di rispetto, ho sempre tenuto il gruppo nonostante le difficoltà. Tanti allenatori bravissimi hanno avuto vari esoneri. Facciamo un lavoro bellissimo ma devi avere le spalle larghe, fa parte del gioco“.

SULL’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA: “I miei genitori sono stati molto importante per l’educazione che ci hanno dato, per averci fatto studiare e averci fatto cominciare questo lavoro, il nostro gioco preferito. Con Simone il confronto è quotidiano, dopo le partite ci sentiamo sempre e chiediamo un parere. Una parola di uno dei due è molto importante. In questo momento sono complicate sia lo Scudetto dell’Inter sia la promozione della Reggina: l’ambizione l’abbiamo tutti, poi vediamo“.

Foto: Screenshot SportItalia