Congresso Più Europa: il contributo dei sanniti Vittorio Vallone e Domenico Rotondi ed altri dirigenti del Partito

Congresso Più Europa: il contributo dei sanniti Vittorio Vallone e Domenico Rotondi ed altri dirigenti del Partito

Politica

Un contributo per il congresso nazionale di Più Europa è giunto da diversi dirigenti del Partito tra cui da parte del Presidente di +Europa Benevento Vittorio Vallone, Domenico Rotondi – +Europa Benevento, e poi da Manuela Zambrano della Segreteria di +Europa, Stefano Santarossa Coordinatore +Europa Pordenone-Gorizia, Pina Piccirillo – +Europa Campania, Pietro Pipi – Tesoriere +Europa Pordenone-Gorizia, Giovanni Musella – +Europa Napoli, Igor Drochak – Coordinatore +Europa Napoli, Giuseppina Di Stasi – Portavoce +Europa Campania, Massimo Coppin – Direttivo +Europa Napoli, Nicola Carboni – Coordinatore +Europa Città Metropolitana di Cagliari, Michele Caprio – Coordinatore +Europa Salerno e Giacomo Benassi – consigliere comunale di +Europa Reggio Emilia.

La consapevolezza delle nostre radici radicali, liberali e libertarie – scrivono Vallone, Rotondi e gli altri – è stata il motore della sfida di un nuovo partito, deciso a proporre agli italiani e agli europei una forza politica di sintesi di vecchie e nuove sensibilità.

Gli obiettivi aggreganti comuni di +Europa, che tutti noi sosteniamo, sono sempre stati l’affermazione dello Stato di diritto, le libertà individuali ed economiche, il rispetto e l’ampliamento dei diritti umani in Europa e nel Mondo, una nuova visione dell’ecologia e della tutela animale, fondata sulla scienza e lontana dall’ideologia del “no” a tutto e, soprattutto, la visione aggregante, condivisa ed equilibrata di un’Europa che desideriamo diventi, anche grazie a noi, Stati Uniti d’Europa. Abbiamo ben chiara, inoltre, l’urgenza di occuparci dei giovani, a fronte della indifferenza dei governi che si sono succeduti e di dare loro maggiore spazio anche nel nostro partito, riservando specifici spazi di rappresentanza.

Come rappresentanti di +Europa sui territori e negli organi dirigenti del Partito, – continuano i sottoscrittori – riteniamo di dover  finalizzare la nostra attività politica nel dare una voce forte ai territori ed alla territorialità, proponendo  un rafforzamento del riconoscimento delle singole e spesso uniche peculiarità e problematiche territoriali, per far si, sempre, che le esperienze di taluni possano accrescere quelle di altri, in un clima di specchiata attività politica alla ricerca ed alla condivisione dell’altro simile, visto come soggetto politico con cui poter serenamente percorrere esperienze di governi territoriali.

Per far ciò sentiamo l’esigenza di incrementare l’autonomia delle rappresentanze, creando, inoltre, un sistema di deleghe più chiaro dell’attuale (coordinamenti provinciali, gruppi cittadini o di area vasta, per citare alcuni argomenti di interesse).

Riteniamo, altresì, che sia necessario organizzare un partito trasparente, dove il lavoro dei gruppi territoriali possa essere rafforzato e semplificato, innanzitutto consentendo ai delegati alle attività territoriali (coordinatori e presidenti dei gruppi in primis) di avere accesso all’elenco degli iscritti sul territorio di competenza, nel rispetto della normativa sulla privacy.

Un partito come il nostro cresce nella misura in cui si apre, nella costruzione della propria proposta politica, alla partecipazione dei propri iscritti.

Per questo – dichiarano – la piattaforma dei tavoli tematici deve essere rivista e rilanciata, così come la creazione di uno spazio di dibattito sul sito del Partito accessibile ad ogni iscritto, così che ognuno possa proporre e partecipare in continuo all’analisi e alla elaborazione politica di +Europa.

Sul piano nazionale ed europeo, la fondazione di un partito liberal-democratico nella famiglia dell’Alde, nato dalla spinta di esponenti radicali come Emma Bonino e Gianfranco Spadaccia, puó e deve essere valorizzato, oggi, come una forza che vuole essere in grado di rappresentare la propria autonomia politica nel panorama italiano, pur consapevole dell’importanza delle aggregazioni con altre forze-partito.

La base di partenza, che noi abbiamo condiviso appieno, è dunque il programma di +Europa, per il quale molti di noi si sono spesi in campagna elettorale. Nelle elezioni appena trascorse – rimarcano i sottoscrittori del documento – abbiamo condiviso l’accordo politico con il Partito Democratico, seppur riconoscendo le profonde distanze con la sua classe dirigente,  anche sulle tematiche territoriali.

Ma le identità politiche non sono una pura astrazione, dunque rivendichiamo con forza la nostra appartenenza alla famiglia liberale, tanto in Italia quanto in Europa”.

Ed ecco la proposta di Vittorio Vallone, Domenico Rotondi e di tutti gli altri sottoscrittori:

Quindi riteniamo urgente e necessaria, nella nostra Nazione, la costituzione di un polo liberale, con la spinta di un partito con il DNA di +Europa, che consenta di passare “dalle parole ai fatti”, realizzando un vero polo liberal-democratico, dove i nostri valori divengano protagonisti e non comparse, come già avvenuto nel recente passato. Questo percorso di aggregazione, bloccato da alcune scelte puramente personalistiche di leader estranei a +Europa, è ora in stallo, ma riteniamo vadano vagliate le possibilità di ridare slancio ad un nuovo progetto politico appena le condizioni lo consentiranno. Noi stessi dovremo essere ponte fraterno tra gli schieramenti, partendo dalle consapevolezze e dalle esperienze dei territori, eventualmente partendo da aggregazioni regionali.

E’ importante, però, ribadire – concludono – che l’anima radicale presente nel partito non può essere degradata a mera testimonianza.

E’ necessario, dunque, riaffermare – parafrasando il compianto Spadaccia – che ogni singola battaglia per i diritti è battaglia per una più ampia riforma dello Stato e delle sue istituzioni.

E’ necessario rimarcare con ancora più forza le conseguenze economiche delle campagne sino ad ora realizzate a tutela dei diritti.

Ci riferiamo, a titolo meramente esemplificativo, alle offese alla libertà e ai disastri causati dal proibizionismo, al costo della “non immigrazione”, di una giustizia esercitata come potere talvolta personale e non come alto servizio offerto ai cittadini”.

Concludono i sottoscrittori con una frase di Angiolo Bandinelli, il più originale dei radicali:“Non guardare attraverso il buco della serratura ma attraverso le finestre spalancate del “domani” per guardare al di là di noi stessi, delle nostre possibilità.