L’editoriale di BN24 – Fate presto

L’editoriale di BN24 – Fate presto

Benevento CalcioCalcio

Non poteva chiudere peggio questo 2022 il Benevento, uscito sconfitto dal Ciro Vigorito per mano dell’allora fanalino di coda Perugia.

Una prestazione gravemente insufficiente sotto tutti i punti di vista e che ha lasciato l’amaro in bocca ai circa 8 mila tifosi giunti all’ex Santa Colomba ma anche al tecnico e all’intera squadra.

Una situazione che sta diventando, di settimana in settimana, sempre più insostenibile e preoccupante.

Una brusca frenata proprio nel momento in cui la Strega sembrava stesse riuscendo a tirarsi fuori dalle secche: i 7 punti conquistati nelle precedenti 3 giornate avevano assunto le sembianze di una giusta medicina per una pronta guarigione. E invece no.

Non è bastano nemmeno il cambio di guardia in panchina per sovvertire le sorti di una stagione iniziata male e che sta proseguendo peggio. La media punti tra Fabio Caserta e Fabio Cannavaro è praticamente identica (1,17 per il tecnico di Melito Porto San Salvo e 1,15 per il Pallone d’Oro).

E’ chiaro quindi che, al netto degli errori e delle responsabilità dei due allenatori, il male che attanaglia la Strega è molto più profondo e va ricercato – anche – altrove.

Quando parliamo di una stagione iniziata male non possiamo non far riferimento ai quei giorni di fine maggio quando, come un fulmine a ciel sereno, il presidente Vigorito annunciò le proprie dimissioni – poi, per fortuna revocate – . Preoccupazione, dubbi, sconforto: questi alcuni degli stati d’animo più diffusi tra chi ha a cuore le sorti della Strega.

Noi, purtroppo, e avremmo sperato di sbagliarci, dobbiamo dire di aver provato nel nostro piccolo ad avvisare tutti circa il tipo campionato che stava per iniziare titolando chiaramente “Al via il campionato più difficile degli ultimi anni. Non si dia nulla per scontato” (leggi QUI).  

E’ chiaro che quanto successo in quella settimana non creò le migliori condizioni per procedere a un’analisi lucida della stagione appena conclusasi e, soprattutto, per gettare le basi di quella che di lì a poco sarebbe iniziata. A cominciare dalla conferma di Fabio Caserta in panchina, avvenuta tra lo stupore generale stante l’evidente poca fiducia riposta dalla società nel tecnico calabrese, come dimostrato dal fatto che già nel corso della sua prima stagione ai piedi della Dormiente era stato messo in discussione, così come dopo la sconfitta all’esordio stagionale contro il Cosenza. Segno evidente di come il matrimonio tra il Benevento e il tecnico andasse avanti per inerzia ma senza più convinzione.

Una confusione generalizzata che ha influenzato negativamente la costruzione della squadra, sia per quanto concerne il lato tecnico-tattico e sia in termini di mercato, che ha visto un cambio di passo e di rotta da parte del ds Foggia negli ultimissimi giorni di mercato e dopo la svolta tattica operata da Caserta per la trasferta del Ferraris contro il Genoa in cui il tecnico calabrese abbandonò definitivamente il 4-3-3 per passare al 3-5-2. Di lì la svolta anche sul mercato con gli arrivi di giocatori di nome per la categoria e potenzialmente funzionali al progetto tecnico ma giunti nel Sannio con un grave ritardo di condizione anche per essere stati lontani dal campo per diversi mesi (vedi Schiattarella e Simy, ad esempio). Poi il cambio di allenatore e l’arrivo di Cannavaro, che ha sempre giocato con il 4-3-3 (sistema cui è giunto anche in giallorosso dopo un iniziale adattamento) con il mercato ormai chiuso e senza la possibilità di dare al tecnico gli uomini con le giuste caratteristiche per il suo credo.

Una rosa, comunque, sulla carta di valore per la cadetteria, che però dà la forte sensazione di non essere riuscita a diventare squadra.

Nemmeno il lavoro di Fabio Cannavaro ha prodotto risultati in tal senso. E allora la domanda da porsi è una soltanto: si è certi di aver capito qual è il problema; perché magari non è la medicina ad essere sbagliata ma la diagnosi. Ma questo è un qualcosa che può essere verificato solo dall’interno, sperando si riesca quanto prima perché il tempo stringe e la classifica fa paura.

Foto: screen Sky Sport