Fatebenefratelli, paziente si rifiuta di fare il tempone e aggredisce infermiera: la denuncia
BeneventoCronacaUn’infermiera del Fatebenefratelli è stata aggredita ieri per aver richiesto di effettuare un tampone a un paziente giunto in ospedale con alcuni suoi familiari. A denunciare l’accaduto è Pompeo Taddeo, coordinatore Fp Cgil Benevento.
“Avremmo voluto – spiega – non tornare più sull’argomento, dato il numero elevato di denunce a mezzo stampa, con le quali abbiamo più volte lanciato il nostro grido forte ad enti e autorità al fine di porre l’ attenzione sul problema delle aggressioni al personale sanitario, un odioso fenomeno che negli ultimi anni sta prendendo piede un po’ ovunque, complice anche la pandemia. E di fatto proprio ieri, all’ingresso del piccolo pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli è andata in scena l’ultima vile aggressione ad una infermiera, colpevole solo di aver richiesto di effettuare un tampone al paziente giunto al nosocomio con i propri familiari. Al rifiuto di questi di sottoporsi al test come da protocollo, è scattata la violenza, gratuita, vile, insensata nei confronti della operatrice sanitaria alla quale giunge, naturalmente, la solidarietà e l’ appoggio di tutta la CGIL”.
“Ci siamo spesi più volte per la difesa degli operatori sanitari – prosegue la nota -, già sottoposti a carichi di lavoro estenuanti e insostenibili, oggi alle prese anche con le aggressioni, in particolare in questo piccolo pronto soccorso inserito nella rete di emergenza urgenza 118 al pari dei dea di secondo livello, dove arrivano codici di ogni tipo ad ogni ora, pertanto soggetto ad episodi di violenza come più volte abbiamo denunciato”.
“Dunque ribadiamo il coinvolgimento integrato di tutte le istituzioni, enti e autorità, a partire dal Prefetto, dalla Regione, dell’Asl e dall’azienda stessa, teso ad un rafforzamento delle misure di sicurezza, accompagnato dal potenziamento della struttura di pronto soccorso, con maggiori unità di personale, utile ad assecondare l’enorme mole di lavoro cui gli attuali operatori sono sottoposti e, al tempo stesso, a scongiurare il ripetersi di tali riprovevoli episodi che espongono ad un costante pericolo il già delicato lavoro del personale sanitario”, conclude Taddeo.