Vigorito: “Amo questa città e questa squadra, ma non ammetto la violenza. Così anche i calciatori ci pensano bene prima di venire”
Benevento CalcioCalcioIl Presidente del Benevento questa sera ha partecipato telefonicamente alla trasmissione OttoGol in onda su OttoChannel.
Di seguito, le tanto attese quanto sentite parole dell’avvocato Oreste Vigorito in merito agli eventi di sabato nel post-Genoa e non solo:
“Non c’è un confronto non perché, come viene detto spesso, io evito i confronti. Questa è una mia personale confessione, negli ultimi tempi causa Covid e problematiche che riguardano la società civile ho avuto pochi rapporti con la tifoseria, e questo avrebbe creato un primo distacco tra me e la città. Poi ci fu l’incidente di percorso che mi ha portato ad allontanarmi: penso che questo sia il motivo per il quale vengo maggiormente criticato e che oggi è addebitato come distacco della squadra. I comizi pubblici servono a poco, ho pensato di venire qui dove non possiamo guardarci negli occhi ma possiamo ascoltarci. Sono uno che non si sottrae mai alle proprie responsabilità. Prendo ad esempio alcune delle cose che ho potuto leggere e ascoltare: non siete in malafede, ma probabilmente delle persone che ritengono che il proprio ruolo sia di parlare delle cose che fanno gli altri e non di quello che fanno loro. Questo è un vizio non solo di Benevento ma della società moderna, bisogna chiedersi cosa farò io per gli altri e non cosa faranno gli altri per me“.
“A chi ritiene che io sia un perdente voglio ricordare che in 16-17 anni questo perdente ha vinto 5 campionati e 1 titolo nazionale con le giovanili, un titolo ogni tre anni praticamente. Ho anche avuto due retrocessioni, ma la B è una categoria che abbiamo sognato per anni e che abbiamo raggiunto insieme. Alcuni dicono che la mia parola “insieme” sia vuota, ma significa noi e voi che lo si realizza in un modo un po’ diverso rispetto a quanto visto quest’anno. Dopo il Cittadella dissi che avevo fatto prezzi popolari che potevano favorire uno stare insieme, ma se i 3mila abbonati in più che hanno accolto il mio invito poi non vengono a vedere la partita non è più stare insieme. Stare insieme significa farci sentire il vostro amore e il vostro affetto, non un darci dei soldi: questo è stato ritenuto un attacco alla tifoseria. Nessuno dice che la tifoseria non deve criticare, io sono il primo a soffrire quando non si raggiungo i risultati, sono il primo ad andare via col capo chino insieme ai tifosi“.
“Contestazione e critica non sono un diritto, ma un modo di esprimere il proprio dissenso che non è mai giustificato da un pallone che entra o che esce né dalla violenza del dopo partita. Quando si lanciano bombe carta e bottiglie non si parla di contestazione o di critica ma di violenza, per me queste persone non sono tifosi. E’ una vergogna fare una cosa del genere in una città civile. Questo è il primo anno che stiamo soffrendo, e questa è la vicinanza. Bisognerebbe ricordare dove eravamo e dove siamo arrivati, in una Serie raggiunta dopo novant’anni di storia. Se questo è il disegno di qualcuno strappi il foglio, Vigorito non lascia. Se lascia lascerà quando sarà il momento, sperando che qualcuno si ricordi del mio affetto e della mia disponibilità alla città“.
“Sento dappertutto che mi circondo di sciacalli che succhiano il mio sangue e non devono avere il mio rispetto e la mia gioia, pur essendo un grande imprenditore: che cosa vuol dire? Che sono intelligente e mi faccio prendere in giro, o ho bisogno di una badante o non so scegliere i miei collaboratori? Sarò felice di consegnare il bastone di comando, qualora lo sia, quando troverò qualcuno adatto. Vogliamo ricordare quando si diceva che facevo troppo? Abbiamo uomini che stimano e rispettano il Presidente, che possono aver sbagliato un acquisto che io ho avallato. I miei collaboratori in primis e il Direttore Sportivo sono lì non perché sia amico mio o della mia famiglia ma perché in quattro anni ha conquistato due promozioni e ha preso calciatori che qui non erano mai stati. Stamattina, mentre viene criticato, ha preso un altro attaccante. E’ un attaccante scarso? Trovatene voi uno in doppia cifra in Serie B che venga ceduto dalla società a cui appartiene. Oggi dobbiamo scegliere in base all’aspetto tecnico, è un orgoglio sapere che i calciatori stati qui vogliono tornare perché probabilmente siamo una società vera“.
“Cosa deve fare la società, venire a casa vostra e ringraziare quelli che non ci sono? Mi avete chiesto di vedere gli allenamenti settimanali, eravate 10, forse 11. Non eravate il popolo giallorosso, non mi aspetto di vedere inchini al mio passaggio ma voglio vedere i tifosi che vengono e soffrono anche fuori, faccio quello che faccio per farli divertire e sentire parte della propria città. Faccio 130km per venire a Benevento, il sabato e la domenica sono con la squadra fuori e dentro. In cosa sarebbe assente la società, io e gli altri? Cosa dovremmo fare? Nessuno ha mai pensato che non vivere a Benevento per me sia una rinuncia? Se non ci avete pensato cominciate a pensarci: trovare persone che vengono da fuori, che accettano determinate situazioni non è facile“.
“Se la smettete di amare il Benevento e stargli vicino, per la prima volta in 6 anni che stiamo avendo un campionato difficile, la risposta è quella dell’altra sera. Dite sono 40 persone? Per me non esistono, ma gli altri dove erano?. Sono dovuto uscire dallo stadio che porta il nome di mio fratello, il mio tempo, i miei sacrifici e la mia responsabilità quasi di nascosto. Nonostante gli insulti e le derisioni continuo ad essere orgoglioso del Benevento. Non accusatemi di incapacità, dovreste essere capaci voi, con senso di responsabilità e sapendo di prendere decisioni che possono essere giuste e sbagliate ma avendone comunque il coraggio. Gli uomini non si misurano per quante volte perdono ma per quante volte si rialzano. Non è con chiacchiere o grida che ci si rispetta, ma con l’esempio. L’esempio deve essere lo stare vicino a questa squadra, chi critica è davvero convinto di ciò che dice? Se pensate questo non sono io che devo andare via, ma voi che dovete dire di andarmene. Fino a quando ci sarà una sola persona nello stadio che vorrà fare calcio con me io non lascerò questa città, lo dissi anni fa: non conto gli avversari ma gli amici, chi prende le bandiere con me; gli altri non esistono. E lo dico con amarezza profonda, se c’è un senso nell’uomo che ha valore è l’umanità e lo stare insieme. Accusateci di tutto, fate le critiche che dovete senza violenza e senza insulti. Quello che voi difendete con questo vostro modo incivile c’è chi lo difende con il proprio tempo, i propri soldi e la propria salute“.
“Ringrazio chi se ne accorge per la solidarietà, come il Primo cittadino, ma voglio ricordargli che lo stadio è ancora senza una copertura e sabato persone da Genova sono dovute tornare indietro perché si bagnavano. In questa città, per le condizioni attuali, è difficile anche avere il minimo necessario. Ma la solidarietà va concretizzata, e non sempre succede. Essere chiamato piagnucolone di turno è oltre ogni legittima sopportazione, aver chiesto ai tifosi di starci vicino significa mettere il cuore sul tavolo: quando un leone è ferito gli sciacalli corrono ad assalirlo ma così è troppo facile, bisognerebbe mettere al centro l’umanità“.
“Io so quello che devo dirvi, vorrei sapere cosa mi dovete dire voi. Io faccio calcio, parlo con i tecnici che stanno accanto a me: non sono buoni? Non sono buono neanche io. Non sono buoni i calciatori? Sbaglia il Direttore e sbaglio anche io. Non è accettabile una critica del genere, non si deve avere paura ad andare allo stadio. Sono 17 anni che mi rivolgo alle famiglie per andare allo stadio, episodi come quelli ne hanno allontanate non so quante. Prima di agire ricordiamocelo. Il Vigorito che parla non sarà benvoluto e amato, ma è quello sincero che continua ad amare questa città e questa squadra, anche quando perde. Sono stato chiamato a rappresentare questa città e me ne sono innamorato, ho messo tutto il mio impegno. La cosa che mi dispiace di più è che gli spettatori di oggi, i ragazzi, hanno vissuto 17 anni di successo con me. Capisco la nostalgia del passato e altro, ma cosa non hanno avuto in 17 anni?“.
“Chi sottolinea noi siamo tifosi, noi amiamo la squadra e la maglia, dovrebbe cominciare a dimostrarlo. Allora la vostra condotta e il vostro essere allo stadio riusciamo a salvare l’anno. L’ho detto a inizio anno, l’obiettivo era la salvezza. Dobbiamo salvare questa categoria, le sconfitte di oggi non ci fanno allontanare dal Frosinone ma avvicinare a quelli dietro di noi. Ma per fare un campionato come questo serve il vostro sostegno, della tolleranza e dell’amicizia, dello stare insieme. Significa che tu stai con me, perché io sono solo da quest’altra parte. E’ meglio non continuare, c’è chi farà l’interprete di quello che ho detto e chi pensa che questo porterà altro malumore. Dopo si andrà d’accordo. Vogliamo lavorare insieme? Passiamoci una mano sulla coscienza, tutti. Io chiedo ai miei collaboratori risultati, chi è impegnato nel Benevento Calcio è da me ritenuto competente. Guardo i risultati, come dovrebbe fare qualcuno prima di parlare“.
“Questo è quanto mi sentivo di dire e quanto avrei detto in piazza. Forse il vostro Presidente non è un grande Presidente, ma vi dice le cose in faccia. I critici già ci stanno, fanno il loro lavoro: voi dovete fare i tifosi, applaudendo e criticando. Io sono lo stesso, quando vinco e quando perdo, provateci anche voi, a stare vicino alla società nelle difficoltà. Il ritorno sarà migliore di quanto possiate immaginare. Insieme. Io non parlo ma sto insieme a voi, voi parlate e non state insieme a me. Un invito: provate a prendere quello che pensate sia buono di quello che ho detto e dimenticate quello che non amate, poi riprendiamo il cammino insieme. L’ottimismo nasce dal lavoro, e stiamo lavorando, dalla solidarietà, che vorrei ritrovare; la speranza c’è per il fatto che il popolo sannita tende la mano per aiutare, torniamo a essere questo popolo anche per il calcio”.
“I giocatori sono rammaricati di questa situazione, non se la sanno spiegare. La società sta cercando di prendere giocatori che vogliano venire con il sorriso. Pettinari è un ottimo giocatore, ha scelto di venire da noi pur avendo altri, secondo il tecnico e il Direttore Sportivo s’inserirà bene in questa squadra. Proveremo a prendere altri calciatori anche di categoria superiore alla Serie B, ma se non li prendiamo è perché non vengono. E i fatti dell’altra sera non aiutano: pensate la risonanza nazionale di questi eventi, quanti calciatori in dubbio pensano di venire a Benevento e ora ne sono allontanati“.
“Io non sono né ottimista né pessimista, ma per ottenere qualcosa bisogna fare qualcosa. Noi faremo tutto il possibile, voglio fare quello che ho detto e penso quello che ho detto. Nessuno è andato in cielo e mi ha lasciato l’obbligo di fare calcio, lo faccio per passione e perché voglio stare insieme a voi: vorrei anche voi aveste il piacere di stare con noi. Queste mie parole dalla stragrande maggioranza dei Beneventani e dallo stesso Sindaco verranno prese come un aiuto a starci vicino, ne sono convinto e almeno me lo auguro. Altrimenti non potrò fare altro che la mia parte, fino in fondo. Esistiamo noi, il nostro domani lo costruiamo noi con le azioni di oggi, e oggi dobbiamo lavorare per costruirci il domani“.
Foto: Screen OttoChannel