ESCLUSIVA BN24 – Mariani: “Fa male vedere il Benevento così. Stellone ha fatto scelte incomprensibili. Per il futuro rifondare”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente lo storico ex Capitano Pietro “Pedro” Mariani, per avere una sua opinione riguardo alla stagione e al momento del Benevento.
Mariani, che non ha certo bisogno di presentazioni per il popolo giallorosso, ha collezionato 83 presenze e 4 reti con la maglia della Strega tra il 1998 ed il 2001. Fu indimenticato protagonista della storica promozione del Benevento in C1 nella stagione 1998-99. Ricoprì anche il ruolo di allenatore formazione allievi nazionali giallorossa.
L’ex Capitano questa mattina ha mosso alcune critiche ad allenatore e giocatori con un post sul suo profilo Facebook con riferimento alla sfida di ieri sera contro il Sudtirol e, per questo, abbiamo voluto approfondire con lui qualche tematica.
Come ha vissuto la partita di ieri sera?
“Lo dico da uomo di calcio più che da appassionato: sono rimasto abbastanza sorpreso. Stellone è un allenatore con un passato, sono rimasto sconcertato dal fatto che un uomo di calcio sia arrivato a fare qualcosa del genere. Il Benevento è quart’ultimo, a due punti dall’ultimo posto, con squalificati e problemi caratteriali e calcistici, che non ha certezze. Quelle poche che ha, però, vanno mantenute“.
Che cosa l’ha stupita dell’undici titolare contro il Sudtirol?
“Un giocatore può adattarsi in altri ruoli, ma all’occorrenza. Mi è balzato agli occhi l’arretramento di Tello, che ultimamente è uno dei pochi pericolosi in zona offensiva. Tutti pensavamo che dovesse giocare vicino a Simy, che non capisco come possa essere arrivato a Benevento visto che da 3 anni è irriconoscibile. Se voglio vincere, però, metto due attaccanti: gioco a specchio con il 4-4-2, coprendo dappertutto. Koutsoupias è stato preferito ad Acampora, ma non credo che quest’ultimo non fosse in grado di giocare 60-70 minuti per poi essere eventualmente sostituito. Non ho capito il posizionamento a destra di Foulon, che già a sinistra fa fatica: gli ha fatto fare una brutta figura, mi ha fatto molta tenerezza. Letizia può giocare sulla corsia mancina, ma di tanto in tanto. Per loro sarebbe stato più difficile arriva sul fondo e mettere dentro i cross. Jureskin a Pisa ha fatto la panchina con Beruatto titolare, vederlo come trequartista di destra essendo un terzino sinistro mi ha fatto strano. Il Benevento già ha difficoltà e problemi quando sta bene, se gli vai a fare anche questo diventa tutto più difficile. I calciatori sono come soldati, non me la prendo con loro ma con l’allenatore“.
Pensa che la motivazione di Stellone in conferenza stampa, la volontà di giocare con i terzini a piede invertito, sia stata realistica?
“Balbettava, era in imbarazzo e non sapeva cosa dire. I giornalisti sono stati bravi a non infierire, Benevento è una città civile. Stellone in conferenza era in difficoltà, ha fatto qualcosa di inammissibile che ha scioccato tutti, secondo me anche il Presidente. Se avessimo perso in condizioni normali non avrei parlato, ieri però anche sul piano mentale l’allenatore ha dato una botta ai suoi giocatori. Quella consapevolezza che ti sei creato dopo la vittoria contro il Brescia, anche se potevi perdere e hai vinto con un po’ di fortuna, e il pari contro l’Ascoli in dieci, l’hai distrutta. Non penso Stellone pensasse già a Terni, ogni partita è a sé e ha una sua vita“.
Ieri hanno esordito in maglia giallorossa Carfora e Agnello: forse è stato l’unico elemento positivo dell’ultima partita?
“Da un lato è stato certamente un elemento positivo, dall’altro però è stato un elemento negativo. In questi anni, in una rosa di 25-27 giocatori, perché di anno in anno non viene buttato qualcuno da far vedere e crescere? In 17 anni nessun giocatore del Benevento è arrivato in Serie A grazie al settore giovanile, per cui comunque vengono spesi 4 milioni di euro l’anno. Ti serve anche come prestiti, come portafoglio da cui poter attingere per comprare giocatori“.
Crede nella salvezza del Benevento?
“Devi fare 14 punti nelle prossime 11 partite. La vittoria del Cosenza ha ribaltato tutto, e ieri se non avessero pareggiato tutte le altre saresti stato condannato. Oggettivamente parlando Cosenza e Spal magari perdono ma giocano, hanno una filosofia e un’idea di gioco, sono squadra. Il Benevento, invece, insieme al Brescia è la squadra messa peggio. Per la salvezza sarà durissima. Poi però subentrano la fede, i ricordi, l’attaccamento. Per uno come me, che è arrivato a Benevento a 37 anni quando tutti lo davano per finito, vive 3 anni come li ho vissuti io e altri 10 da dirigente, direttore, team manager, secondo di Benedetti e Di Costanzo, che ha dato e ricevuto quello che ha dato e ricevuto, fa male. Non devo accattivarmi simpatie o richieste d’amicizia, mi fa male vedere il Benevento così perché quella maglia l’ho rispettata, onorata e amata. Soffro, divento tifoso oltre che ex: non si possono buttare all’aria la Serie A prima e la Serie B dopo a causa della testardaggine“.
Come giudica l’operato di Vigorito?
“Con i soldi che ha speso il Presidente noi dovremmo fare la Serie A come Sassuolo, Spezia e tante altre società medio-basse. Abbiamo il quinto uomo più ricco tra A e B, perché buttare le categorie così? Un’attività commerciale, come un negozio o un’azienda, vanno gestite nel migliore dei modi per avere successo. Avvalersi di un’organigramma societario all’altezza è importantissimo. Il calcio è cambiato: prima lo potevano fare anche mezzi dirigenti, oggi se hai tanti soldi è un vantaggio ma contano soprattutto le idee. Non abbiamo una rete scouting, Zamparini lo ha fatto 25 anni fa e oggi lo fanno tutti. Non abbiamo dei campi d’allenamento, delle strutture dove si allenano i giovani a contatto con la prima squadra. Deve usare il suo patrimonio in una maniera diversa, si è avvalso di persone non dico non competenti ma che non erano all’altezza di Serie A, B e potenziale economico di Vigorito. Serve un Direttore Generale, uno che prenda le decisioni e percepisca le situazioni. Il resto è contorno, abbiamo sprecato non solo soldi ma anche tempo. A settembre era chiaro che la squadra sotto Caserta fosse partita male, poi hai aspettato tanto per esonerare Cannavaro: un dirigente deve andare dal Presidente e dire che bisogna intervenire, che sia popolare o impopolare, scelte dure e difficili“.
Come dovrebbe agire secondo lei in vista del prossimo anno?
“B o C che sia, per l’anno prossimo questa sarà una squadra da rifondare. Ma come fai se i giocatori hanno contratti pluriennali a 1 milione l’anno? Chi ti può comprare determinati giocatori a 700-800 mila euro? C’è un malessere generale che si ripercuote anche sui giocatori. Vanno rivisti tanti aspetti, dalla comunicazione che non c’è allo stare in mezzo alla gente per riappropriarsi del senso di appartenenza. Va abbassato il tetto degli ingaggi, oggi stai spendendo 38 milioni di euro e rischi seriamente di retrocedere. Ha detto che rimarrà, non penso lascerà la squadra se mai dovesse retrocedere, facendo i dovuti scongiuri. Non si può gestire una società così, è da folli, prima o poi paghi e adesso stiamo pagando una gestione scriteriata. Se ci salviamo è bene che ci serva da lezione, sarà comunque necessario ripartire da zero, rifare una squadra nuova. La squadra è della gente e bisogna averne cura. Noi dobbiamo lasciare questa maglia, in buone mani e onorandola. Non è nostra. Anche il Presidente prima o poi finirà, io sono un ex, non siamo eterni ma dobbiamo averne cura“.