ESCLUSIVA BN24 – D’Anna: “Con il Cittadella è una finale, finché la matematica non ti condanna c’è sempre una speranza”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaEmanuele D’Anna, ex Capitano del Benevento, ha partecipato alla puntata di Salta Salta Lo Stregò per parlare della prossima sfida contro il Cittadella e della stagione giallorossa in generale.
Quali sono le motivazioni della formazione giallorossa dopo il pareggio contro il Parma?
“Le motivazioni danno coraggio, ma è dura. Dipende dal carattere dei singoli. Sicuramente finché la matematica non ti condanna c’è sempre una piccola speranza, ma questa è stata un’annata storta e nessuno se la aspettava. Ci sono stati tantissimi infortuni che hanno fatto la loro parte, dispiace tantissimo. Con l’arrivo di Agostinelli qualcosa è cambiato, ma serviva un miracolo. Contro il Parma era necessario vincere, ora i pareggi servono a poco. Il Benevento ha fatto un po’ di fatica all’inizio per poi uscire molto bene nella ripresa. In questi casi preferisco giocare male e vincere, servivano i 3 punti che però non sono arrivati: peccato“.
Il Benevento è davvero così scarso, come recita la classifica?
“Assolutamente no, ci sono giocatori importanti che hanno fatto anche la Serie A. Nel calcio ci sono annate che non si riesce a capire da dove provengano, cominci a perdere e a livello mentale scatta l’obbligo di vittoria. Cominciano i fischi, le contestazioni, qualcuno ne soffre di più e qualcuno di meno, l’ambiente non aiuta e neanche gli infortuni. Quando ti trovi in una situazione del genere e non sei abituato a lottare diventa tutto più difficile. Il cambiare allenatori e staff medici fa diventare tutto ancora più duro. L’ambiente, poi, è fondamentale. Il Benevento è più esperto rispetto al Frosinone a livello di rosa, ma se hai una difesa che in questa categoria fa fatica fatichi a fare gol. Sono venuti meno diversi giocatori importanti, e messi insieme è successo quello che non doveva succedere“.
Il singolo calciatore può risentire anche dalle incertezze societarie?
“Penso che la società abbia fatto di tutto per risollevare il Benevento. Il Presidente Vigorito ci ha provato fino alla fine, poi quando i risultati non arrivano e ci si mettono di mezzo anche gli infortuni diventa tutto più complicato. Nel Benevento sono venuti a mancare diversi giocatori importanti in un momento della stagione molto importante, poi si è aggiunta anche la mancanza di risultati e conseguentemente è subentrato il malumore“.
Quanto è importante la qualità nel reparto offensivo?
“A inizio stagione Caserta magari, passando al 3-5-2, pensava prima a non prenderle che a darle. Sono cose che poi fanno riflettere molto e con il passare del tempo vengono a galla. Se non c’è qualità in avanti fai fatica a tirare in porta e a fare gol. Farias può fare e fa la differenza, ma deve anche essere messo in condizione. Quando non arrivano i risultati e neanche le prestazioni ti poni la domanda: quale è il problema? Si è provato a fare qualcosa, ma con scarsi risultati. All’inizio con Forte, La Gumina, Farias e Ciano c’era un attacco di tutto rispetto e con qualità: questi ragazzi costano anche, non mi spiego come possa essere andato così male“.
Che cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro, anche a livello societario?
“Fare considerazioni in questo momento è difficile, sono successe davvero troppe cose. Quando cambi allenatori ognuno porta con sé il proprio staff e le proprie idee. Ora è difficile capire i problemi, a fine campionato se ne parlerà, parlerà anche il Presidente. Serve programmare tutto in vista dell’anno prossimo, prendendo un Direttore Sportivo che conosce la categoria e un Direttore Generale che sia a conoscenza di tutto, anche sul campo. Persone che hanno fatto calcio e conoscono l’ambiente. Non è un lavoro facile, soprattutto dopo una retrocessione, ma sarà necessario. Vanno capite le intenzioni della società, che è comunque solida e questo va riconosciuto“.
Che tipo di giocatore è Carfora?
“Carfora è un profilo molto interessante, ha ottime qualità. Per far giocare un ragazzo così giovane, però, significa che in questa stagione è andato tutto storto. Non ovviamente per lui, ma per il momento. Hai Simy, Farias, La Gumina, Ciano, che ti costano, e il far giocare lui fa capire tante cose“.
Il Benevento può conquistare tre vittorie in queste ultime tre partite?
“Sono sempre stato molto fiducioso, finché la matematica non ti condanna ci credi sempre. Calendario alla mano, il Brescia dovrebbe avere partite più complicate ma con Gastaldello sta facendo molto bene. Questo campionato è molto equilibrato, il Venezia fino a due mesi fa era fuori da ogni gioco mentre ora è vicino ai play-off. Il Benevento sulla carta ha il calendario più facile, ma due sono scontri diretti. Invece di pensare alle ultime tre, penserei che contro il Cittadella sarà la prima finale: se porti a casa i 3 punti il calciatore si è esalta, una vittoria fa morale. Poi te la giochi in casa, ma mi concentrerei sul Cittadella perché è l’ultima spiaggia. Agostinelli è esperto in queste cose, dirà loro che sono nettamente più forti perché storicamente è così. Se le cose andranno come devono, poi, si penserà alla prossima finale“.
Quanto può pesare, sui singoli, una retrocessione del genere?
“Una retrocessione non viene mai accettata, è una cosa negativa che ti porti dietro anche se non è un fallimento. Il calcio è fatto anche di questo, non puoi vincere sempre. Per come è andata questa stagione, però, resti tanto con l’amaro in bocca. Dovevi fare un altro tipo di campionato, quando ti ritrovi a lottare per i play-out non è affatto bello. Sono cose, però, che nel calcio possono capitare. La squadra è consapevole che poteva fare un altro tipo di campionato, ma il fattore mentale fa sempre la sua parte“.
Quali sono i suoi progetti futuri, accetterebbe una chiamata del Presidente Vigorito?
“Ho tanti obiettivi. Ho aperto una struttura a Napoli recentemente, mentre a Gallipoli ne ho una da tanti anni. Sono docente di Scienze Motorie a Baiano. Dopo aver fatto vent’anni da professionista non è facile calarsi nella realtà attuale del calcio, al momento guardo da lontano ma mai dire mai. Se dovesse arrivare una chiamata dal Presidente Vigorito per giocare direi assolutamente di sì (ride, ndr). Scherzi a parte, non è affatto semplice: ho un certo caratterino, ragiono in un determinato modo. Mi farebbe piacere fare da collante tra società e campo, andrebbero ovviamente poi visti i dettagli. Fare l’allenatore non è semplice, avere a che fare con tantissime teste e metterle d’accordo è complicato. Qualche figura intermedia all’interno di una società, magari come il Benevento, non mi dispiacerebbe“.
Che messaggio vuole lanciare ai tifosi giallorossi?
“Sono venuto tante volte a Benevento, mi riconoscono e mi fa molto piacere. Sono obiettivo sulla mia carriera, qui ho vissuto quattro anni intensi non facili. Nel primo anno ho avuto vari problemi fisici, ho ricevuto anche qualche critica. I beneventani però, se vedono l’impegno che poi c’è stato negli anni successivi, sanno applaudirti perché riconoscono l’uomo dietro il calciatore, visto che sono stato anche Capitano. Mi fa piacere ritornare e vedere che ci si ricorda non solo di D’Anna giocatore ma anche di D’Anna uomo, che è la cosa più importante“.