ESCLUSIVA BN24 – Mariani: “Questa squadra non è mai piaciuta alla città. Vigorito rimarrà, ma in C si deve azzerare tutto”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaPietro Pedro Mariani, storico Capitano del Benevento, ha partecipato alla puntata di Salta Salta Lo Stregò parlando dell’ormai certa retrocessione della formazione giallorossa, per cui si attende solo l’aritmetica, e del futuro prossimo della Strega.
Come giudica la partita contro il Cittadella?
“Il Benevento era passato in vantaggio con il gol di un attaccante, come raramente è successo quest’anno. Nel momento in cui erano 0-1 si dovevano rendere conto dell’avversario e delle condizioni ambientali. Improta non può fare la mezz’ala, è adattabile dappertutto ma non nel ruolo di mezz’ala nel centrocampo a tre. Schiattarella era solo in cabina di regia, perché Acampora che è una vera mezz’ala avanza tra le linee: non avrebbe mai potuto aiutare in raddoppio. Sull’1-0 sarei passato al 4-2-3-1, con due centrocampisti bloccati davanti alla difesa per cercare di difendere il vantaggio. Per i risultati delle ultime quattro giornate, abbiamo avuto un’opportunità per salvarci mostruosa. Con una vittoria e un pareggio, quattro punti in più, oggi staremmo parlando di altro e le ultime due partite le avremmo vissute in modo diverso. Sull’aggressione al pullman durante il ritorno non voglio dire nulla, ci sono indagini in corso, quello di cui sono sicuro è che un popolo civile come quello beneventano l’ho visto raramente“.
Quanto è importante per la piazza sannita sudare la maglia?
“Negli ultimi anni a Benevento sono passati dei giocatori di valore ma la piazza si è sempre riconosciuta nell’atteggiamento da gladiatore. La piazza è calda, tutti sanno che a Benevento va dato il massimo e va sudata la maglia. Qui si amano giocatori che magari non sono andati in Serie A, ma hanno sudato e onorato la maglia. Lo stadio lo riempiono i giocatori, se il popolo si identifica con la squadra la gente va allo stadio. Questa squadra, però, non è mai piaciuta: non andavano mai sotto la curva prima che gli fosse stato fatto notare. Il Presidente, diciamoci la verità, ha contribuito ad aumentare il distacco tra società, squadra e città, ha reso tutto più chiuso. Per un calciatore non c’è niente di più bello e gratificante dell’essere ricordato bene, lo dico per esperienza. La squadra è della gente, il Presidente prima o poi lascerà perché noi siamo di passaggio, facciamo parte della storia ma è la storia che è della gente e deve essere tramandata. Va ricreato entusiasmo, e lo crei anche con le figure“.
Che cosa ne pensa delle parole del Presidente Vigorito nel post-partita del Tombolato?
“Sull’impegno economico nessuno può dire nulla. Il suo “mi dispiace” lo comprendo ed è vero. Oggi, però, facendo un sondaggio la maggioranza non si farebbe capace del perché siano state ripetute tante leggerezze. Quando hai tanti soldi è più facile azzeccare le annate, quando ne hai meno diventa più difficile. A lui non è mai piaciuto avere vicino gente di carattere e carisma, o non si è mai voluto circondare di gente competente o è consigliato male. Dopo vent’anni di presidenza, come nella vita, hai bisogno di un supporto. Abbiamo fatto la A, la B, tre promozioni, ma anche tre retrocessioni assurde. Se hai costruito prima, e bene, appena retrocedi risali. Se invece non sei preparato bene rischi di fare la doppia retrocessione, che è una cosa difficilissima: devi fare davvero tanto tanto male. Ci vuole qualcuno vicino al Presidente, chiunque lui voglia, che parli onestamente. Nel calcio di oggi i soldi vanno messi in mano a gente capace, il Benevento di Vigorito spendendo 7-8 milioni di euro ha perso 9 play-off. Poi ci sono degli anni in cui i soldi ti portano al successo, oltre ovviamente alla bravura di tecnici e squadra. Ma sono stati sperperati tanti soldi nella sua presidenza, per questo dispiace. Quest’anno soprattutto il Presidente ha contribuito a dividere e a creare poca chiarezza. L’intervento di sabato, a caldo, non lo avrebbe dovuto fare o comunque lo avrebbe dovuto fare più corto, dicendo che si sarebbe voluto prendere un po’ di tempo e poi avrebbe parlato“.
Il Presidente Vigorito rimarrà al timone della società giallorossa?
“Rimarrà, ma penso non ne possa più e non sappia come uscirne. Se sono stanco mi devo far aiutare, il calcio è cambiato e serve un’organigramma importante. O si affida a persone che portano soldi, generano introiti e valorizzano giovani, facendoti stare in una categoria come la Serie B per anni, oppure molli. Ci vogliono due minuti, in quel ramo imprenditoriale, a trovare qualcuno che abbia la volontà di proseguire. Sono successe troppe cose negative, quest’anno ha funzionato pochissimo o nulla. Questo accade però ripetutamente da quattro anni. Il Presidente ormai ha chiuso i rapporti con tutti a Benevento, e così non va bene“.
In questa stagione è mancato il concetto di identità di squadra?
“Era inevitabile che nelle ultime sette-otto partite si fosse già segnato tutto, ma c’era ancora qualcosa da poter fare. C’erano i presupposti per cambiare qualcosa nel mercato di gennaio, il calcio ti dà sempre una possibilità. Bastava guardare agli scontri che ci sarebbero stati negli ultimi turno, ma sono state fatte operazioni non corrette. Non ho mai visto, nonostante i quattro allenatori, qualcuno che avesse dato non dico un’identità precisa ma almeno un po’ di ordine in campo per cui non prendi gol e magari qualche volta lo fai. Per vincere, al di là di tutto, ci vuole gioco. Non c’era la volontà di retrocedere, questo è sicuro, ma non è stato fatto quanto necessario per cambiare questo esito”
Quale è stato il reparto che ha mostrato maggiori lacune in questo campionato?
“Il calcio moderno si basa soprattutto sul centrocampo, serve una buona difesa e un ottimo centrocampo. In avanti non ci sono esterni, mancano le verticalizzazioni. Prima di difesa o attacco, c’è sempre stato da sistemare il centrocampo: è vecchio, non a livello anagrafico ma di geometrie. Non mi faccio capace di come, con un budget così esagerato, siano stati commessi così tanti errori ripetutamente. In 3-4 anni è successo di tutto, e non è possibile che nessuno in società si sia accorto di quanto stava accadendo“.
Che cosa succederà in vista dell’anno prossimo, in Serie C?
“Quando retrocedi in C devi azzerare tutto, va interpretato il campionato. In questa squadra non ci sono giocatori da Lega Pro, è un campionato difficile e strano dove anche il campo incide molto. In C corrono, tanto, puoi perdere sonoramente anche con squadre di basso livello. C’è chi è in prestito e chi andrà via per scadenza, comunque gli altri costano tanti soldi e non penso che il Benevento possa accollarsi quel tipo di contratti. Sicuramente ci saranno giocatori che rimarranno ma di cui andranno rivisti i contratti. Servirà un Direttore Sportivo bravo, abile a comprare tutti giocatori nuovi: il lavoro da fare è tantissimo. L’anno prossimo le altre squadre partiranno con 10 metri di vantaggio in una gara da 100 metri, serve rodaggio e invece tu dovrai partire da zero. Anche se crei una buona squadra, comunque, non è detto che risali subito. E, quando risalirai, dovrai ricostruire nuovamente la squadra. Il danno economico è doppio. Per spendere meno serve anche una rete scouting efficiente. La piazza, se c’è amore e condivisione, alla prima difficoltà ti aiuta. Il popolo di Benevento vive di questo, lo devi far sentire coinvolto“.