Benevento, Agostinelli unica nota lieta di una stagione da dimenticare
Benevento CalcioCalcioLa sua signorilità nell’assumersi anche colpe non sue ha descritto sapientemente come ci si comporta dinanzi alle sconfitte.
La scalata che si è ritrovato davanti agli occhi Andrea Agostinelli, un volta vestiti i panni di allenatore del Benevento, era di quelle ripidissime. Lo sapeva lui, lo sapeva la società, lo sapevano tutti.
La sua nomina, bisogna essere onesti, ha lasciati un po’ stupiti: non può essere diversamente quando a compiere una impresa sportiva come quella che era richiesta al Benevento, viene ingaggiato un tecnico che è fuori dal giro del “calcio che conta” da dieci anni e che si è dovuto ritagliare il proprio spazio come commentatore tecnico e allenatore in campionati come quello di Malta.
Eppure, con la stessa onestà, va riconosciuto l’ottimo lavoro compiuto dal tecnico anconetano sulla panchina giallorossa: Agostinelli, infatti, sebbene non sia riuscito a salvare il Benevento, è andato ben oltre i compiti del classico traghettatore a cui solitamente si chiede di chiudere – almeno – con dignità una stagione ormai compromessa e dal risultato scontato.
No, Agostinelli è andato oltre: ha dimostrato sul campo, col lavoro quotidiano, che credeva sul serio – e non solo a chiacchiere – di poter salvare il Benevento da una sanguinosa retrocessione in Serie C. Non ci è riuscito è vero, ma il suo lavoro non solo ha ridato dignità al Benevento ma lo ha fatto diventare finalmente squadra, quantomeno sotto al profilo del gioco.
Con lui in panchina si sono riviste azioni da gioco, tiri verso la porta e la cosa più bella del calcio: i gol. E’ riuscito a spezzare quella piattezza generale mista ad apatia che aveva – ed ha – condotto nel baratro la formazione sannita.
Pur nell’amarezza generale per una retrocessione che lascia il segno nell’animo di ogni tifoso, il tecnico marchigiano ha avuto il merito di riportare al centro della scena le emozioni che il calcio può dare. Il Benevento, quasi sempre, fatto salvo l’ultima parte della sfida con il Cittadella, se l’è giocata con tutti, riuscendo spesso anche a rimontare il risultato (vedi con il Parma, ad esempio).
E chissà che non abbia ragione lui nel dire che con un po’ di tempo in più a disposizione sarebbe riuscito davvero nell’impresa. Ma questo non lo sapremo mai.
Quel che è certo, però, è che ci si toglie il cappello dinanzi a persone come lui che, pur essendo l’ultimo dei responsabili, non ha accampato scuse e non ha tergiversato, chiedendo scusa – e assumendosi anche colpe non sue – per non essere riuscito a salvare il Benevento dalla C. Chapeau mister.