Benevento, Andreoletti si presenta: “Entusiasta di essere qui, mi piacciono le squadre offensive”

Benevento, Andreoletti si presenta: “Entusiasta di essere qui, mi piacciono le squadre offensive”

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Il nuovo allenatore del Benevento ha preso parte alla conferenza di presentazione dalla sala stampa del Ciro Vigorito.

Ecco, quindi, le prime parole da nuovo tecnico della Strega Matteo Andreoletti:

Ringrazio il Direttore, mi fa molto piacere essere qui. Mi piacerebbe trasmettervi tutto l’entusiasmo che ho. Per me è un piacere vedervi così numerosi“.

SUL GIRONE C DI SERIE C: “Siamo sempre molto attenti a vedere le cose negative o che mancano. L’esperienza al Sud è motivante, è molto stimolante perché ci aspetta un girone complicato, con tanti tanti derby e tante piazze importantissime come noi. Sono carichissimo. Sarà complicato, affronteremo momenti difficili. Da questa esperienza ne uscirò un professionista migliore. Sono convinto che servirà al Benevento, ma anche al sottoscritto“.

SULLE IDEE E SUL SISTEMA DI GIOCO: “Mi piace una squadra aggressiva, che va forte. L’unico modo per andare forte la domenica è lavorare tanto durante la settimana. Mi piacciono squadre offensive, che attaccano con quanti più uomini possibile ma comunque con equilibrio: non dobbiamo concedere troppe occasioni. Ho delle idee di gioco e non le cambio, il sistema di gioco diventa determinante per la sessione di mercato. Deve essere quello che abbiamo identificato per valorizzare al massimo le risorse del Benevento, stiamo lavorando per un 4-3-3. Se fossimo partiti da zero sarei potuto partire con un modulo diverso, ma quando arrivi in una squadra con tanti giocatori di qualità devi fare in modo di mettere quanti più giocatori possibili nella loro posizione ideale. Mi piacerebbe creare qualcosa di fluido, funzionale alla partita e che dia poche certezze agli avversari, mantenendo la stessa idea di gioco“.

SUL PATRIMONIO DELLA SOCIETA’: “Sul capitale umano ci siamo trovati fin dal primo minuto con il Direttore, con tutto lo staff tecnico abbiamo l’obbligo di giudicare e valorizzare. Ci sono anche degli elementi che vengono da prestiti che hanno grande entusiasmo, così come coloro che sono cresciuti qui. Da allenatore mi piacerebbe far cambiare parere alle persone che hanno giudicato in maniera negativa giocatori ancora sotto contratto che hanno vissuto la retrocessione. Quando abbiamo analizzato il patrimonio della società abbiamo riscontrato tanti giocatori di qualità, da lì dobbiamo ripartire“.

SULL’IMPORTANZA DEL LAVORO E SUL BENEVENTO IN C: “Sono integralista sul lavoro, non sui sistemi di gioco. Bisogna lavorare tanto e bene, soprattutto in settimana. Per quanto riguarda l’aspetto tattico deve passare il fatto che voglio una squadra per la quale tutti si possono riconoscere. Ci serviranno lavoro e umiltà. Penso che bisogni far passare un messaggio ben chiaro: il Benevento in C è una società importantissima, ma può essere un’arma a doppio taglio. Nessuno ci regalerà niente, ci affronteranno tutti con le unghie tra i denti. Se entriamo in questa mentalità per noi sarà più facile uscirne vincenti, ma non ci regalerà niente nessuno. Se il Benevento oggi è in C vuol dire che la nostra realtà è questa, e chi affronta il Benevento sa che farà di tutto per metterci in difficoltà: questo deve essere chiaro fin da subito“.

SUL PRESIDENTE VIGORITO: “Il Presidente è innamorato di questa squadra. Fin dalla prima chiacchierata con lui sono rimasto stupito del suo amore, soprattutto dopo annate difficili. Il Benevento in C non può fare campionati banali“.

SUI TANTI GIOCATORI ATTUALMENTE IN ROSA: “Interfacciandosi con lo staff tecnico stiamo ragionando sul ritiro. All’inizio non sarà facile dover gestire tanti giocatori, ma questo mi dà voglia di migliorarmi e crescere. Partiamo dalla base su cui siamo d’accordo con il Direttore. Ci sono giocatori di qualità. Bisogna affrontare questo campionato con la giusta mentalità, altrimenti c’è qualcosa che non va. Il passato è passato, la storia non va dimenticata ma messa da parte. Non mi interessa la carta d’identità o il curriculum, avrò una rosa numerosa ma piena zeppa di giocatori di qualità. deve essere orgoglioso come lo sono io”.

SULLA SCELTA BENEVENTO: “Dopo il campionato con la Pro Sesto, dal punto di vista personale straordinario perché se oggi sono qui devo ringraziare quei ragazzi che hanno lavorato ed espresso le loro qualità, volevo salire di categoria. Poi ho ricevuto la chiamata del Direttore Carli e non ho pensato più ad altro. Quando ho percorso la strada verso Benevento ho sentito entusiasmo, è normale quando a 34 anni alleni una squadra come questa, con una proprietà del genere. Non ci ho pensato un attimo, non ho dubbi sul fatto di essere pronto. Sono qui perché me lo sono guadagnato, nessuno mi ha regalato niente. Vengo da un campionato dove tutti ci davano per retrocessi, poi siamo andati ai play off. Non ho paura per le persone che ho al mio fianco, per la squadra che alleno e per la città che rappresento. Sono entusiasta di essere qui. Il Benevento ha tutte le caratteristiche per fare il campionato di Serie B, ho voglia di migliorarmi e qui ho l’opportunità di farlo con la società ed è un’opportunità che mi tengo stretta“.

SUL SENSO DI APPARTENENZA: “Credo che il senso di appartenenza non sia baciare la maglia o andare sotto la curva alla fine della partita. Mi piacerebbe una squadra per la quale i tifosi ne vadano orgogliosi, al di là di una palla che entri o meno in porta. Il calcio è questo, è uno sport episodico, ma se tu affronti la settimana in maniera seria e affronti la settimana a 300 all’ora sei destinato ad avere successo. Il tifoso questa cosa la riconosce, non c’è altra strada. La mia squadra si deve identificare nel lavoro, passa tutto da lì. Questa cosa dà identità. Del passato non posso parlare, non lo conosco e non c’ero, ma mi piacerebbe che si partisse da una idea nuova. Il senso di identità non si trasmette da quando sei nato, ma se metti l’anima. Se lavoriamo come dico io siamo destinati a ottenere il massimo“.

SUI LEADER DELLA ROSA: “Sono molto fortunato ad avere tanti giocatori forti, da questo punto di vista i leader tecnici non mi mancano. Per quanto riguarda leader morali non li conosco tutti, dai giocatori che sono qui da tempo ai ragazzi in prestito e a quelli Primavera: li ho visti però tutti giocare. Non li conosco, voglio parlarci singolarmente e capire che tipi sono. Ma sono convinto che in questa squadra ci siano tanti uomini veri“.

SUI TANTI INFORTUNI DELLA SCORSA STAGIONE: “Mi sembra ingeneroso parlare di quattro allenatori che non sono stati in grado di raddrizzare una barca, non mi piace. Sta allo staff tecnico e fisico-atletico trovare quanti più giocatori disponibili la domenica, l’anno scorso questo è stato un problema per il Benevento ma faremo in modo di evitarlo“.

SULLE AMICHEVOLI IN PROGRAMMA: “La società le annuncerà presto. Non sono un amante delle mille amichevoli, in questo momento vorrei solamente cominciare a lavorare“.

SULLE POSSIBILI DIFFICOLTA’ IN PARTITA E SULLE TRANSIZIONI: “Sarà complicato, il 90% delle squadre che verrà a giocare contro di noi, soprattutto in questo stadio bellissimo, metterà il pullman davanti alla porta provando a vincere sui contropiedi. Lo sappiamo, i momenti saranno fondamentali. Nel calcio moderno le fasi di gioco che fanno la differenza sono le transizioni, su questo dovremmo lavorare dal primo giorno. Voglio una squadra che appena perde la palla deve riconquistarla subito. La differenza sarà questo intervallo di tempo. Il Benevento dovrà essere bravo sotto questo punto di vista, sulle regressioni e sul recupero palla“.

SUL GRUPPO E SULL’ENTUSIASMO: “Non amo parlare di gruppi, quando le cose vanno male si parla sempre di un gruppo sbagliato. Il gruppo passa tanto dai risultati. Fa la differenza la convinzione con la quale restano o vanno via i calciatori. Dobbiamo essere contagiosi con l’entusiasmo. Dopo la stagione scorsa è normale che ci sia un po’ di negatività: fanno la differenza i nuovi. So di trovare più negatività che entusiasmo“.

SUI PARAGONI CON DE ZERBI: “De Zerbi è bresciano e io bergamasco, questa cosa non è secondaria. Battute a parte, voglio un calcio propositivo e di costruzione dal basso. Essere avvicinato a De Zerbi mi fa piacere, ma mi piacerebbe sentirlo da voi alla fine dell’anno. Sento parlare in maniera positiva di De Zerbi al Benevento, con i calciatori sono usciti tra gli applausi nonostante la retrocessione. E’ quello di cui parlavo prima, voglio far sentire i tifosi orgogliosi di questa squadra. Se crei una mentalità, un’organizzazione di gioco e i giocatori si sentono partecipi all’interno del concetto di squadra allora il tifoso è orgoglioso di te“.

SULLE STRUTTURE GIALLOROSSE: “La cosa che mi ha impressionato più di tutte è che qui ogni dipendente ha le condizioni ideali per fare il proprio lavoro, è stata una cosa fantastica. Per chi, come me e il mio staff, ama lavorare, è una goduria trovarsi all’interno di queste strutture. Quando una società toglie alibi, è legittimata a chiedere il massimo. Le strutture sono fuori categoria, non sono da Serie C. Vengo da una serie C organizzata, ma è nulla a che vedere con ciò che ho trovato.

SULLA CITTA’: “Sicuramente la vivrò. Ho trovato una città bella, storica, pulita e tante persone che per il corso ci hanno dato una pacca sulla spalla. Penso che ci sia davvero tutto per fare bene“.