Benevento, l’ex Foulon: “Con Cannavaro non ero la prima scelta. Indimenticabile la vittoria contro la Juve”

Benevento, l’ex Foulon: “Con Cannavaro non ero la prima scelta. Indimenticabile la vittoria contro la Juve”

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L’ex terzino del Benevento ha rilasciato un’intervista a tutto campo al quotidiano belga Nieuwsblad, parlando della sua esperienza in Italia e non solo.

La prima domanda rivolta a Daam Foulon riguarda il rapporto con Mister Fabio Cannavaro, subentrato a fine settembre sulla panchina della Strega dopo l’esonero di Fabio Caserta. Il Campione del Mondo 2006, poi, al termine della sessione invernale di calciomercato ha lasciato la panchina giallorossa. “Non ci coccolava spesso“, ha esordito il terzino classe ’99, “ma era vicino ai giocatori del Benevento. Abbiamo fatto qualche viaggio in treno, potevano volerci da quattro a cinque ore. A volte si sedeva, e raccontava tante storie, eh. Sul leggendario portiere Buffon, tra gli altri, su quanto fosse nervoso il giorno prima della finale di Coppa del Mondo. Mentre in caso contrario era sempre calmo, sé stesso. Di solito parlava tutto il giorno e poi a malapena usciva una parola. O del periodo in cui Cannavaro ha giocato con il Real. Io non ero una prima scelta con lui, a proposito”, ha proseguito il difensore attualmente in forza in patria al KV Mechelen. “Dato che potevo e volevo farci qualcosa, sono andato a chiedere una spiegazione. Mi è stato detto che quelle partite hanno chiesto altri profili. “Anche per un terzino sinistro?”, mi chiedevo. Ha vinto un Pallone d’Oro come difensore, mi aspettavo una dichiarazione più completa. Ma sì, è così nel mondo del calcio. Va bene una volta, va male un’altra. Continua ad allenarti e a lavorare, mi dicevo“.

Foulon ha poi risposto a una domanda riguardo un altro tecnico Campione del Mondo avuto nella sua esperienza nel Sannio, Filippo Inzaghi: “Ho fatto capire ai miei compagni di squadra che Pippo significa qualcos’altro. In generale, gli allenatori in Italia sono indirizzati come Mister, cioè signore. Il rispetto è grande e ci si aspetta da tutti. Quella distanza c’è, sì. Ma sul tema, a volte qualcosa è solo perso nella traduzione, naturalmente. Divertente. Ma a proposito di Inzaghi, dicevano che era sempre nel posto giusto per segnare. Beh, lo è ancora. Abbiamo fatto un esercizio a fine allenamento e lui ha guardato, e poi ha segnato con tutte le palle a disposizione. Alla fine ha detto: “Ce l’ho ancora, ragazzi. Sono una calamita“.

Infine, l’ex terzino sinistro della Strega ha ricordato la storica vittoria del Benevento allo Juventus Stadium contro la Juventus, il 21 marzo 2017. “Quando abbiamo vinto 0-1 alla Juventus, Cristiano Ronaldo non era particolarmente arrabbiato. Me lo ricordo bene. L’intera squadra ha camminato verso lo spogliatoio molto rapidamente in quel momento. Che settimana che era stata me. Ero appena tornato da un infortunio, la settimana prima avevamo perso 4-1 in casa contro la Fiorentina e niente sembrava buono. Nella settimana, durante l’allenamento di tattica, mi sentivo che sarei partito titolare. Quindi di buon umore abbiamo preso l’autobus per Napoli, da lì il treno in direzione Torino e il resto è storia. Di solito arrivavamo alla vigilia, il giorno prima della partita, per poi rilassarci in hotel. Non potevo credere di aver sentito un giocatore non del tutto insignificante imprecare nella stanza accanto a me, alle tre del mattino, alla sua Playstation. E il giorno dopo era proprio lì. Incredibile, con così poco sonno. E questo non è successo una volta. Altri rituali? Fumare, eh. Con Iqos, quella tecnologia di riscaldamento senza fumo per il tabacco. Beh, tre quarti della squadra fumava in Italia. Non io, no. Caffè espresso e poi bagno, questo era il rituale fisso per molti“.

Foto: Getty Images