Bocchino: “Il sindaco avrebbe dovuto dimettersi, il suo è un definitivo fallimento politico”

Bocchino: “Il sindaco avrebbe dovuto dimettersi, il suo è un definitivo fallimento politico”

Politica

La notizia delle sue dimissioni ha creato sicuramente un prima e un dopo nell’Amministrazione Ciampi. D’altronde, Maurizio Bocchino, del sindaco ne era il vice. E non poteva essere altrimenti.

Ciampi, dunque, che già aveva dovuto fare i conti con l’uscita dei consiglieri Melillo e Mercurio, ha dovuto registrare la perdita di un altro tassello nella sua formazione di Governo del comune di San Giorgio del Sannio.

Non poteva essere diversamente: sul piano politico, morale ed etico, non potevano lasciare indifferenti le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco Ciampi, il cui nome è tra gli amministratori coinvolti nell’ambito della inchiesta dell’Antimafia su presunte ingerenze camorristiche nell’affidamento degli appalti. Nel caso di specie, sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti è finito l’affidamento del servizio rifiuti, assegnato alla Czeta. E proprio da Aniello Ilario della Czeta, Ciampi è stato visto ricevere un involucro bianco che secondo la Dda conteneva denaro.

Stamattina, intanto, l’ex vice sindaco Bocchino ha voluto chiarire i motivi che lo hanno portato ad assumere la decisione di lasciare gli incarichi di Maggioranza.

“In riferimento alle dimissioni dalle deleghe di Giunta Comunale formalizzate dal sottoscritto il 12 ottobre scorso – afferma il dottor Bocchino -, intendo rappresentare che sono da interpretare come un atto dovuto e che avrei gradito fosse una decisione assunta dal Sindaco Angelo Ciampi, quale segno di rispetto nei confronti dell’intero corpo elettorale, considerati i recenti eventi agli atti delle cronache, che lo vedono coinvolto”.

“Invece – prosegue -, l’opportunità politica è andata perduta. Se dovesse prendere la decisione di dimettersi nei prossimi giorni sarebbe una decisione fuori tempo massimo, perché lo stato di fatto è espressione dell’inequivocabile e definitivo suo fallimento politico”.

“Desidero ringraziare tutti coloro i quali hanno compreso le ragioni della mia scelta, fatta da uomo libero e onorato del consenso ricevuto. La giustezza della mia scelta personale è testimoniata dalla circostanza che ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà da persone perbene che hanno riconosciuto in questa scelta la persona con la quale condividere un percorso di trasparenza.

Prendo atto che nella maggioranza taluni usano temi, come la legalità e il rispetto reciproco solo per riempirsi la bocca ma all’atto pratico dimenticano ciò che predicano. Tale situazione consolida il mio convincimento che le battaglie devono essere fatte con gesti concreti e non con inutili sermoni.

I motivi della scelta si basano pertanto sulla oggettiva impossibilità di perseguire gli scopi prefissati in maniera serena, rapida ed efficiente e la assenza di una chiara e concreta unità di intenti avrebbe indotto una politica del “tirare a campare”, determinata anche dalle note contingenze, che non dovevano e non potevano assolutamente pesare sui procedimenti amministrativi del nostro Comune.

Il non aver udito in maniera incondizionata le esigenze di cui il sottoscritto ha inteso farsi portavoce, la storia familiare del sottoscritto e soprattutto i preminenti interessi della collettività hanno contribuito ad indurre una scelta dolorosa, ma comunque coerente, considerati gli obblighi morali nei confronti dei concittadini. Ne verrà una fase nuova alla ricerca della migliore espressione del nostro amato comune”, conclude.