Ritmo e musica coinvolgente nel concerto di Tosca Donati al Teatro Comunale di Benevento
CulturaL’Accademia di Santa Sofia ha aperto, con Tosca Donati, la nuova stagione artistica nella serata di venerdì 27 ottobre negli spazi del Teatro Comunale V. Emanuele di Benevento.
Il concerto ha registrato il sold aut, infatti piena in ogni ordine di posto l’arena cittadina, tutti in attesa dello show della cantante, sperimentatrice musicale oltre che attrice e doppiatrice che, con la sua performance, non ha deluso le aspettative coinvolgendo i presenti nella sua sciarada musicale.
Dopo la presentazione dell’evento da parte di Maria Bonaguro, presidente degli “Amici dell’Accademia” e della consulente artistica Marcella Parziale, ha preso la parola Gerardo Canfora, rettore Università del Sannio, tra i partner del progetto culturale ed artistico dell’Accademia, che ha intrattenuto il numeroso pubblico presente sul tema: “Intelligenza artificiale: preoccuparcene o occuparcene?”.
Egli ha ricordato come le intelligenze artificiali siano sistemi programmati dalle persone perchè accumulino nozioni e conoscenze, il tutto per darci soluzioni immediate a problemi e sappiano interfacciarsi con noi in modo semplice, anche nelle situazioni più complicate. Il loro apprendimento è dunque molto veloce e sono capaci di utilizzare migliaia di nozioni contemporaneamente.
Unico è il nostro apprendimento che è fatto lentamente attraverso esperienze, ma, diversamente dalle intelligenze artificiali, il nostro è un apprendimento cosciente e creativo.
Le macchine ed i loro sistemi oggi inondano le nostre vite, in ogni momento del giorno e della notte, sono mezzi di cui non sappiamo più fare a meno, ma, come ricordato dal Center for AI Safety, un’organizzazione no profit e firmato (al momento) da circa 350 personalità, fra scienziati, matematici, ricercatori nel campo delle IA e imprenditori, dobbiamo rallentare e ragionare sulla creazione di un IA potenzialmente senziente, che finirebbe per manipolare le nostre scelte.
La serata ha poi visto entrare sul palco Tosca Donati e la sua band composta da Giovanna Famulari al pianoforte e al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra, Fabia Salvucci alla voce e percussioni e Luca Scorziello alla batteria.
Tosca Donati, romana, amante della natura e della naturalezza della vita, ha sempre fatto della musica un atto di felicità, si è esibita più volte al festival di Sanremo, ma la sua è una musica dal mondo, un’arte frutto della ricerca che ha trovato nella sua voce, potente, affabile ed espansiva, la via maestra per parlare di sé e dell’umanità.
La sua è una musica che guarda al mondo, infatti i suoi brani son in lingue diverse come l’yddish, il portoghese, il rumeno, tutto frutto di una ricerca voluta fatta di amore per quella musica che propone un messaggio, come quella di Dalla ad esempio, come da lei stessa dichiarato in una intervista, una musica fatta di innamoramenti per quella melodia che arricchisce, ma che soprattutto unisce, non una musica dunque commerciale, ma che si immerga nell’anima della gente e dei suoi sentimenti ed emozioni, come è quella del sud del mondo.
Tutto lo spettacolo ha dunque seguito quest’iter musicale, brani spesso sconosciuti al grande pubblico, ma ricchi di pathos, ritmo e intensità canora, tutti capaci di innescare la produzione di endorfine, con la loro potente attività analgesica ed eccitante.
La Donati ha fatto infatti della contaminazione e della ricerca stilistica il suo strumento per fare musica, armonia fatta di jazz, pop, rock, classica con qualche passaggio gospel e della ballata zingara.
Costantemente interessata alle tradizioni musicali provenienti da ogni parte del mondo, si è esibita, nella serata, con brani di samba brasiliana, ma anche con pezzi famosi come “Piazza Grande” di Dalla e il suo brano “Ho amato tutto”, musiche che hanno coinvolto i presenti che, alla fine dell’esibizione hanno richiamato ripetutamente sul palco la cantante e al sua band per un ultimo pezzo.
La Donati, cantante anche di brani scritti per lei da Dalla, Morricone, Fossati e Chico Buarque de Hollanda, ha dunque portato nella serata la sua originalità musicale e la sua voglia di parlare di ogni suono del mondo, da quello delle borgate di Roma, a quelle di terre lontane solo geograficamente, ma vicine e affini a tutte le emozioni umane.
La Donati ha infine offerto al pubblico un’ultima canzone brasiliana “molto semplice” a suo dire che, veleggiando sull’onda del ritmo sudamericano, ha coinvolto tutti nel riecheggiarne il ritornello.
Serata di assoluta armonia ed empatia generale, fatta di sorrisi, condivisione di emozioni e ritmo, il tutto in un vortice musicale che non ha avuto soste e perciò è risultato molto gradito.