Benevento, Andreoletti: “Il bene della squadra viene prima di tutto. Il Messina ha un’identità chiara”

Benevento, Andreoletti: “Il bene della squadra viene prima di tutto. Il Messina ha un’identità chiara”

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uL’allenatore del Benevento ha preso parte alla consueta conferenza stampa a due giorni dalla sfida di domenica pomeriggio contro il Messina.

Matteo Andreoletti ha presentato così la trasferta tra giallorossi sanniti e giallorossi siciliani, analizzando anche la condizione di alcuni singoli e delle tattiche della squadra.

Di seguito, quindi, le parole del tecnico della Strega in merito all’incontro valido per la dodicesima giornata di campionato in programma al San FilippoFranco Scoglio (domenica, ore 18:30):

SUGLI IMPEGNI RAVVICINATI DEL MESSINA: “Sicuramente il fatto che il Messina nelle ultime settimane ha giocato ogni tre giorni può essere potenzialmente un vantaggio. Hanno fatto spesso turnover, quindi sono convinto che contro di noi cercheranno di utilizzare le energie più fresche. Noi abbiamo recuperato al massimo quindi mi baserò soprattutto su quanto ho visto in settimana, senza tenere troppo in considerazione la condizione degli avversari“.

SULLE INSIDIE DEL MATCH DI DOMENICA: “Tutte le domeniche in questo girone ci sono partite difficili, non ne ero abituato. Il Messina ha raccolto la maggior parte dei punti in casa, il campo ha dimensioni enormi e questo favorisce la loro manovra. E’ stata l’unica squadra a fermare l’Avellino del nuovo allenatore che a detta di tutti è uno schiacciasassi. Contro il Taranto ha proposto qualcosa di diverso, ma è la squadra più zemaniana del girone con un’identità chiara. Ci saranno momenti in cui sarà necessario difendersi di più rispetto alla sfida contro il Potenza, poi dobbiamo essere bravi a ripartire. Non avremo il dominio per il 90% della partita, ma dovremmo essere bravi a prendercelo consapevoli che spesso loro ce lo impediranno“.

SULL’AMPIEZZA DELLA ROSA E SULL’EQUILIBRIO: “Lo dico spesso, difficoltà numeriche non le ho mai avute perché alleno una rosa altissima di qualità. Andare a toccare qualcosa che funziona ogni tanto mi crea qualche turbativa, ma le scelte vanno fatte alla luce dell’ultima partita e soprattutto del lavoro settimanale. Non voglio stravolgere, non l’ho mai fatto, ma voglio anche premiare chi ha lavorato bene in settimana“.

SULLE CONDIZIONI DI PINATO E CICIRETTI: “Sono due condizioni molto diverse tra loro. Ciciretti va riconquistato dal punto di vista dell’intensità e del minutaggio, non mi aspetto che da un giorno all’altro possa passare da 0 a 100 ma di partita in partita migliorerà, con tempo e pazienza. Pinato è ristabilito, il suo problema principale è convivere con il dolore alla caviglia che a volte ancora avverte. Mentalmente puà non essere al 100%, ma fisicamente sì. Sto valutando con lo staff se per caratteristiche può giocare sulla trequarti: è una mezz’ala d’inserimento, siccome siamo tanti a centrocampo potremmo giocare a tre dietro oppure potremmo adattare qualche centrocampista più avanti, da trequartista. Ci darebbe vantaggi come riempimento dell’area e chiusura dei cross, c’è da capire nelle giocate di combinazione nello stretto come si potrebbe trovare. A oggi, comunque, Agazzi e Talia in mezzo stanno giocando molto bene; Pinato dovrà riconquistarsi il posto, vedremo“.

SUI PROGRESSI DI PASTINA: “Le referenze su Pastina erano pessime, soprattutto dal punto di vista della professionalità e della serietà. Io non ho fatto nulla, forse gli ha parlato il Direttore. Ho avuto l’opportunità di vedere le sue qualità che nella mia idea di calcio potevano risultare utili, dà vantaggio in costruzione. Dal primo giorno ho visto un ragazzo che spingeva al massimo. E’ un ragazzo del 2001 anche se sembra abbia 35 anni, credo abbia margini di miglioramento incredibili quindi gli consiglio di non accontentarsi anche se credo sia maturato molto. Non deve accontentarsi, può essere ancora più utile in fase difensiva“.

SU CAPELLINI: “In questo momento è il mio più grande dubbio. Mi viene difficile escludere Terranova per il giocatore che è, ma oggi Berra, El Kaouakibi, Pastina e Capellini mi hanno sempre dato garanzie per come si sono espressi e tirarne fuori uno è difficile. Devo adattarmi alla partita per sbagliare il meno possibile. La manovra più fluida contro il Potenza è stata frutto anche dell’impiego di Capellini, devo giocare di strategia capendo se preferire un regista difensivo o lavorare più sui duelli singoli. E’ una valutazione che devo fare di settimana in settimana, non stanno giocando neanche Rillo e Viscardi che mi mettono sempre in difficoltà. Devo capire se voler giocare più di costruzione o più sui duelli“.

SU IMPROTA: “Le sue migliori prestazioni sono nate a destra, è innegabile, ma ha ricoperto tutti i ruoli e mi dà tantissime soluzioni. Non lo vedo sulla trequarti. Vorrei capire con lui perché si trova meglio a destra, da quello che vedo in settimana può interpretare quel ruolo con grande qualità e intensità e non capisco la differenza tra out destro e sinistro“.

SUL BALLOTTAGGIO MASCIANGELO-BENEDETTI: “Le risposte che mi aspetto da chi non gioca non sono i musi lunghi ma la volontà di spingere in settimana e la domenica. Masciangelo si è meritato la sua opportunità, si è fatto trovare pronto al di là del gol: ha crossato ed è stato intraprendente. Penso di riproporlo, sapendo che al suo fianco c’è Benedetti che è un altro che spinge sempre al massimo e che mi mette in difficoltà, oltre a essere un soldato. Masciangelo parte però in vantaggio per la prestazione della settimana scorsa“.

SU BOLSIUS E KARIC: “Su Bolsius abbiamo tutti tantissime aspettative per le sue qualità tecniche e fisiche, è uno di quei giocatori che nell’1vs1 può determinare. Me lo tengo stretto anche dall’inizio, non posso dire che con il Potenza ha fatto una prova insufficiente. Non sa neanche lui quanto è forte, deve migliorare sotto l’aspetto tattico e collaborativo non abbandonando però l’istinto che lo contraddistingue. Karic l’ho usato in tutti i ruoli tranne forse il portiere, dal punto di vista tecnico fa tanto anche per la squadra. Mettendolo sulla trequarti, a destra o a sinistra, ci dà la possibilità di giocare con un centrocampista in più, ma non ci possiamo aspettare da lui le qualità di Ciano o Ciciretti: è una soluzione che sto comunque considerando“.

SU CIANO: “Sono preoccupato che Ciano non abbia ancora fatto gol? No, lo vedo in allenamento e vedo come tira e segna. Non dico che è una questione di fortuna, ma di situazioni. Ha avuto 3-4 occasioni per fare gol, mi preoccuperei se queste non ci fossero state. Il gol arriverà, spero già da domenica. Pensiamo all’obiettivo di squadra, abbiamo tanti margini di miglioramento e sono quindi ottimista per il futuro. Se abbiniamo la solidità difensiva ai gol che arriveranno allora ci potremmo aspettare una stagione importante, sperando di non imborghesirci”.

SULL’ASSENZA DAL GOL DI FERRANTE E SUL RIENTRO DI MAROTTA: “Come collettivo la mancanza di concretezza è legata a una mancanza di lucidità e non al fatto che non creiamo occasioni da gol. Abbiamo sempre creato i presupposti per fare più di un gol, ma fatichiamo a chiudere le partite e a segnare di più. Non sono preoccupato, anzi. Ferrante è un attaccante ed è normale che abbia voglia di trovare il gol, mi sento di dirgli di non cercarlo con troppa determinazione perché ha già le qualità per segnare. Il rientro di Marotta è importante, quando hai la forza di schiacciare l’avversario nella sua metà campo lui può fare la differenza in zona gol perché ha fiuto anche in acrobazia. E’ uno dei nostri Capitani, è un rientro importante sia per il gioco sia per le soluzioni dall’inizio o in corsia sia per l’aspetto caratteriale perché torna un leader“.

SUL SUO BILANCIO A 4 MESI DALLA FIRMA CON IL BENEVENTO: “Mi sembrano 4 anni, sono stati mesi impegnativi e tosti. Alleno la squadra più importante della mia carriera, ci sto mettendo tutto quello che posso per fare il massimo. Con lo staff ci stiamo mettendo tanta passione e tanta voglia. La soddisfazione più bella è sapere da dove siamo partiti, dalle macerie che abbiamo trovato e da una retrocessione come quella dell’anno scorso con giocatori che volevano andarsene. Oggi i giocatori onorano la maglia, ed è l’obiettivo più importante che mi sento di dire abbiamo centrato come società. I risultati sono buoni, pensare quando siamo partiti di essere qui ora come gruppo soprattutto è la cosa che mi rende più orgoglioso“.

SUL SUO SCOPRIRSI: “Credo che non ci sia nulla di più importante del bene della squadra, questo a volte vuol dire anche cambiare le proprie idee mettendole in secondo piano. Secondo me, piano piano e ricordando da dove siamo partiti, non ho messo da parte le mie idee ma ho pensato che il percorso potesse essere più lento di quello che immaginavo. Man mano ci stiamo avvicinando all’avere una squadra che abbia il dominio del gioco. Davanti a tutto c’è il bene della squadra, ho questa idea. Voglio fare un campionato importante con una squadra e una società di livello. La mia visione di Benevento a medio-lungo periodo è avvicinarsi alla mia idea di calcio, ma prima c’è da raggiungere l’attaccamento alla maglia, lo spingere al 300% e il sapersi adattare alle situazioni. Io interpreto così il ruolo dell’allenatore“.

SULLA SQUADRA RIVELAZIONE DEL CAMPIONATO: “Dire Juve Stabia mi sembra abbastanza facile. Non posso pensare di considerare rivelazioni squadre come il Picerno, che conosco molto bene e si conoscono loro stessi da almeno una stagione. A lungo andare, però, le famose squadre favorite come Avellino, Crotone e anche Catania usciranno fuori e arriveranno nelle posizioni finali che ci si aspetta perché all’interno di un campionato molto equilibrato hanno comunque qualità individuali di un altro livello“.

SUL REGALO SOTTO L’ALBERO DI NATALE: “Il grande obiettivo sarebbe rimanere in panchina fino a Natale, mi piacerebbe mangiare il panettone. Battute a parte, sarebbe troppo facile in questo momento dire cosa manca. L’obiettivo più bello è andare in battaglia con i soldati che abbiamo oggi, lavorando ogni giorno affinché lavorino al massimo. Il mio compito è cercare di far esprimere tutti i giocatori, soprattutto quelli che hanno avuto un rendimento più basso che sono pochi. Se poi mancherà qualcosa, sono convinto che la società si farà trovare pronta. Dobbiamo far esprimere alcuni giocatori oltre i propri limiti, dobbiamo incentivarli a tirar fuori il massimo“.

SUI GIOVANI IN ROSA CHE STANNO TROVANDO MENO SPAZIO: “Non credo che per i giovani possano essere mesi persi, li stiamo trattando come i giocatori più importanti della rosa perché ci crediamo. Parlando con la società e con il Presidente, sapevamo che in una rosa di 30-32 giocatori qualche ragazzo avrebbe avuto meno spazio, ma abbiamo deciso di tenerli con noi per farli lavorare con il nostro staff tecnico pensando che questo potesse essere il contesto migliore per farli crescere. Credo che i ragazzi lo sappiano, ne abbiamo parlato spesso anche con loro. La crescita passa anche con le partite della domenica, magari ci saranno valutazioni da fare ma la priorità sarà il Benevento“.