Benevento, Auteri: “Sono affettivamente legato a questo posto. Il primo obiettivo è creare un’identità di squadra”

Benevento, Auteri: “Sono affettivamente legato a questo posto. Il primo obiettivo è creare un’identità di squadra”

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Prime parole da “nuovo” allenatore del Benevento per Gaetano Auteri, che ha già cominciato la sua seconda avventura sulla panchina della Strega dopo la prima esperienza nella stagione 2015-16 culminata con la prima storica promozione in Serie B del club sannita.

Queste, dunque, le dichiarazioni del tecnico di Floridia dalla sala stampa del Ciro Vigorito:

SULLA PRESA DI COSCIENZA E SUL GRUPPO: “A oggi abbiamo fatto cinque allenamenti consecutivi, l’impatto è stato positivo perché c’è disponibilità. Noi allenatori facciamo un mestiere fatto di giri, ho tranquillizzato i ragazzi. Dobbiamo prendere coscienza dei problemi che hanno portato a questo momento. Questo gruppo ha qualità ma fino a questo momento non le ha espresse. In primis bisogna farsi un esame di coscienza, poi toccherà a me guidarli: ci deve essere grande disponibilità, guai se non fosse così“.

SUL RITORNO A BENEVENTO E SUGLI OBIETTIVI: “In questo periodo in cui sono rimasto fermo ho visto tante partite, soprattutto di C e del Benevento. Vedevo partite continuamente, facevo quello e giocavo a burraco. Parto da concetti generali: questo gruppo ha qualità complessivamente ma ci sono dei problemi, se si è vista in modo intermittente e discontinuo la qualità del gruppo allora ci sono dei motivi. Dobbiamo fare un percorso nuovo. Ognuno di noi cercherà di dare input, io e i miei collaboratori cercheremo di valorizzare ciò che abbiamo a disposizione. Dobbiamo cominciare a giocare da squadra, alzando i ritmi e agendo da blocco unico sia in fase difensiva che offensiva. Dobbiamo rispettare la maglia e la comunità calcistica che rappresentiamo, avendo la coscienza pulita. Avremo tempo di vedere i dettagli, domani abbiamo il sesto allenamento consecutivo e poi ci fermeremo. L’obiettivo, già dal 6 gennaio contro la Turris, è fare la prestazione e avere un impatto. L’obiettivo quotidiano è avere un’identità forte e importante, di squadra, poi vedremo“.

SULLA ROSA GIALLOROSSA: “Francamente capisco poco i giocatori che fanno parte di una rosa ma non danno il massimo e non appartengono al gruppo, ci sono dei contratti da onorare. Sono aperto sotto questo punto di vista, voglio vedere le dimostrazioni in campo. Ognuno deve dare il massimo ma vivendo questa situazione, altrimenti sarebbe tutto molto difficile. Chi darà senso di appartenenza, voglia e qualità allora vedrà ricompensati i propri sforzi, poi giudice ultimo sarà il campo. Abbiamo appena cominciato e ci sono tantissime cose da fare. Ora come ora dobbiamo pensare tutti insieme all’obiettivo del 6 gennaio. Vivo di quello che vedo, e voglio vedere quotidianamente quanto detto prima“.

SULLA CHIAMATA CON IL PRESIDENTE VIGORITO: “Non dico che mi aspettassi la chiamata, ma ci speravo. Mai in carriera ero rimasto fermo così tanto tempo, anche per scelta mia. Sono affettivamente legato a questo posto, dopo quella stagione mi era rimasto un piccolo nodo in gola. Ho grande rispetto per il Presidente, è una grandissima persona, e il fatto di potergli essere utile in quanto rappresentante della società e di questa comunità calcistica mi ha fatto emozionare. Mi sono immediatamente catapultato qui, la porta era già aperta e non avevo bisogno di riflettere. Sono emotivamente e internamente orientato a questo contesto, abbiamo fatto una bella stagione e perché non proseguirla? Ora mi devo concentrare sul lavoro, sul valorizzare le risorse a disposizione e sul lavorare tutti insieme“.

SUGLI OBIETTIVI DA QUI A FINE STAGIONE: “Mi riterrò soddisfatto se faremo partite giocando da squadra vera, sotto tutti i punti di vista. Nel calcio ci sono momenti in cui devi saper difendere, attaccare, essere propositivo e in generale organizzato. Se riusciremo a esprimere bene questi concetti in ogni partita, se vivremo il nostro lavoro con senso di appartenenza e rispetto verso la maglia predisponendoci mentalmente a dare il massimo e di più, di conseguenza faremo anche i punti. Porsi degli obiettivi ora non serve, sarebbero chiacchiere inutili. Dobbiamo lavorare forte con consapevolezza e attenzione, dobbiamo cercare di cambiare atteggiamento di fronte alle carenze: il resto saranno conseguenze. Dobbiamo legittimare i risultati, andando alla ricerca dell’identità di squadra in modo da auto-valorizzare le risorse“.

SU CICIRETTI E MAROTTA: “Marotta non ha bisogno di presentazioni, Ciciretti negli ultimi anni ha giocato poco. Tutti però, con me, avranno spazio, ma dovranno dimostrare quello che possono fare“.

SUL GIRONE C DI SERIE C: “E’ il solito campionato. Ci sono squadre forti, organizzate, dove l’aspetto di sapersi imporre e giocare da squadra è determinante“.

SULLA SESSIONE INVERNALE DI CALCIOMERCATO: “Non amo parlare di mercato, a me piace il campo. Ci sono giocatori con qualità importanti, ma le cose vanno vissute“.

SUL RAPPORTO CON I GIOCATORI: “I giocatori capiscono chi hanno di fronte, entrare nelle loro teste e nella loro intimità mettendoli nella condizione di dare il massimo è determinante. Sembrerò banale“.

SUL POCO TEMPO A DISPOSIZIONE: “E’ la prima volta che mi capita di subentrare. Quando uno ha conoscenza ed esperienza, però, si riesce a dosare il tutto. Di tempo non ce n’è tanto, ma abbiamo cominciato un percorso insieme che dovrà avere un crescendo continuo sotto tutti i punti di vista. I risultati sono la logica conseguenza dell’atteggiamento quotidiano“.

SULLA SUA PRIMA ESPERIENZA ALL’OMBRA DELLA DORMIENTE E SUL CONFRONTO CON L’ATTUALITA’: “Non mi piace tornare indietro, conta l’immediato presente. Quel gruppo nel girone d’andata era un po’ disperso, quando queste dispersioni sono terminate allora quel gruppo è prevalso. Era un gruppo che stava bene, anche se non c’era questa coralità e grande intensità da parte di tutti nel fare bene. Quando ci siamo integrati e mentalizzati siamo andati bene. Per questo noi ci dobbiamo porre l’obiettivo di essere all’unisono, si parla di squadra e collettivo e non di singoli e individualità. Le caratteristiche di alcuni giocatori devono essere esaltate, ma all’interno del concetto di squadra. Siamo pagati per questo, dobbiamo rendere conto per questo“.

SULLA CONDIZIONE DELLA SQUADRA: “Mi sembra un gruppo ben allenato, poi ovviamente c’è qualcuno più indietro e qualcuno con problematiche ma sono cose abbastanza normali. A questo punto del campionato tutte le squadre sono allenate, si sono giocate varie partite che hanno portato ad avere una condizione ottimale. L’aspetto fisico conta all’inizio e alla fine, verso marzo“.

SUL POSSIBILE MODULO: “Possiamo fare tante cose. Ora dobbiamo pensare al 6 gennaio: Karic e Talia sono squalificati, abbiamo scelte numericamente contate in mezzo al campo. Il mio dovere è valorizzare le risorse di questo gruppo, le sue caratteristiche e individualità. Abbiamo esperienza per essere in grado di fare anche altre cose, sono duttile ed elastico, ma si partono dai concetti precedentemente descritti. Possiamo giocare a tre come anche in altri modi. Dobbiamo avere un filo conduttore e un’identità forte, i numeri nel calcio contano fino a un certo punto perché è uno sport di movimento e continuo, non statico“.

SU SIMONETTI: “Dovrò imparare a conoscerlo meglio, è reduce da un problema fisico che ha superato ma mi piace molto. Le sue caratteristiche sono prettamente offensive, poi ovviamente può fare anche altri ruoli. Preferisco mettere in campo i giocatori nei loro ruoli migliori, sfruttando al massimo le loro qualità. Al di là dei moduli, siamo duttili: Simonetti ha qualità offensive e così intendo impiegarlo“.

SUL RENDIMENTO OFFENSIVO: “Fino a questo momento non c’è stata una grande continuità nel reparto, ma il mio obiettivo è legare i reparti attaccando e difendendo tutti insieme. I gol di base li fanno gli attaccanti, ma dovremmo partecipare tutti alla manovra offensiva pur mantenendo gli equilibri difensivi. Non è facile trovare giocatori migliori di quelli che sono qui, dobbiamo cominciare a creare le opportunità per fare gol da squadra perché solo creandole saremmo in grado di realizzarle“.

SULL’IMPORTANZA DEI PRINCIPI DI SQUADRA: “Nelle difficoltà ti devi attaccare ai principi di squadra, se ti leghi a questi allora anche in difficoltà riesci a rendere. Dobbiamo andare alla ricerca di questi principi, se lo facciamo sempre e ad alti ritmi allora creeremo i contesti di squadra“.

SULLE DIFFICOLTA’ DELLA PRIMA PARTE DI STAGIONE: “Non mi permetto di dire nulla del prima, soprattutto in merito a giocatori schierati fuori ruolo o meno“.

SUI GIOVANI PRESENTI IN ROSA: “Sono sempre stato aperto nei confronti dei giovani, per me conta il campo. Mentalmente e moralmente, vivendo la situazione sotto il profilo mentale, i giovani li devi dosare senza attribuire loro troppe responsabilità. I meriti, comunque, si acquisiscono in campo. La carriera conta poco, il campo è giudice unico“.

SULL’IMPORTANZA DEL SENSO D’APPARTENENZA: “Il calcio purtroppo è cambiato in peggio, si pensa più a soddisfare i propri bisogni individuali che ad avere stima e rispetto nei confronti delle tifoserie. Avendo il Benevento fatto categorie più alte è stato anche un po’ un fatto psicologico, ma ora facciamo un’altra categoria e questa consapevolezza ci deve appartenere. Dobbiamo avere rispetto verso il gruppo, i compagni, la tifoseria e la proprietà. Rappresentiamo una comunità calcistica quindi dobbiamo avere grande rispetto. Darò l’esempio, mi auguro che sia seguito da tanti ma ne sono sicuro”.

SUI QUATTRO CAPITANI: “Non ci ho ancora pensato. Per me possono essere tanti, mi augurerei che in una squadra ci fossero 20 capitani che diano l’esempio, siano attaccati al progetto e diano sempre il massimo. La fascia è una in partita perché serve anche nei rapporti con l’arbitro, ma mi auguro di averne tanti”.

SUL FATTO DI SUBENTRARE: “Mi sento molto responsabilizzato e cercherò di trasferire questo fattore. Ho il dovere di far lavorare questo gruppo perché c’è sempre la possibilità di crescere. C’è sempre da apprendere, da qualsiasi aspetto. Dobbiamo lavorare tutti in sintonia. Conta il campo, ripeto. I giocatori ti pesano quotidianamente in campo. Ormai i giocatori sono consapevoli, c’è calcio dappertutto. Non sento un credito, dobbiamo acquisire rispetto reciproco tra me e giocatori: il resto sono chiacchiere“.

Foto: Screen OttoChannel