Autonomia, Scocca (FdI) replica a Pepe (PD)
Politica“Questa levata di scudi a priori contro l’autonomia differenziata non la comprendo”.
Così Alessio Ermenegildo Scocca, vice presidente provinciale di Fratelli d’Italia Sannio, che in una nota alla stampa replica alle dichiarazioni che Antonella Pepe ha fatto nei giorni scorsi.
“Gridare al lupo tanto per attaccare il Governo a prescindere – continua Scocca – non è utile al dibattito, ma solo alla propaganda. È interessante notare come del disegno di legge sull’Autonomia si dica qualunque cosa da mesi, eppure è iniziato solo in questi giorni il dibattito in Aula al Senato. Pepe e il PD dicono che la riforma è da far gelare i polsi? A me sinceramente gelano i polsi quando vedo le condizioni della nostra regione e delle aree interne adesso che la riforma non c’è.
La Regione Campania a guida De Luca ha una sanità che va a pezzi e lo vediamo tutti i giorni nel Sannio, con annunci elettorali mai attuati e ospedali mai aperti davvero come nel caso di Sant’Agata de’ Goti, dove aspettiamo ancora l’attuazione di quanto deliberato dalla Giunta regionale. Se ci riflettiamo, tutto quello che si grida come conseguenza dell’Autonomia, già accade oggi senza quella legge. È il caso dei LEP, che non sono garantiti da 22 anni, ben prima che si iniziasse a discutere questo disegno di legge. Dunque, forse complici di questa mattanza, come dice Antonella Pepe, non sono i parlamentari sanniti di centrodestra bensì chi sostiene il governo regionale a guida PD che senza Autonomia sta penalizzando il Sannio a beneficio di altre province.
Ho sempre pensato – prosegue Scocca – che la cultura del piagnisteo al Sud non aiutasse nessuno se non una classe dirigente inadeguata che per decenni si è giustificata con i cittadini per le proprie inadempienze. La Riforma che vedrà la luce, potrebbe aiutare la classe politica meridionale a prendersi finalmente le proprie responsabilità e puntare sulla capacità del Sud e non sull’assistenzialismo.
Faccio presente che questa è una legge procedimentale, che non stanzia
risorse, ma determina le regole ed i criteri per attuare quanto previsto dalla nostra Costituzione, tra l’altro modificata con il Titolo V in maniera frettolosa proprio da un governo di sinistra. Le risorse saranno trovate quando si passerà alla fase successiva e saranno stanziate con la legge che il Parlamento dovrà approvare in sede di approvazione delle intese.
Abbiamo bisogno – conclude – di una classe dirigente che abbia una visione e il coraggio di fare le scelte con lungimiranza, senza pensare ai piccoli interessi di bottega ma al bene collettivo”.