L’EDITORIALE DI BN24 – Con Auteri il Benevento torna a giocare per vincere e non per non perdere
Benevento CalcioCalcioInutile negarlo, il pareggio di Taranto ha lasciato dell’amaro in bocca. Soprattutto al secondo vantaggio firmato Ciano, si è accarezzata l’idea di poter portare a casa i tre punti e di poter siglare un poker di vittorie dall’arrivo di don Gaetano Auteri sulla panchina giallorossa.
Farsi riprendere per due volte dopo essere andati in vantaggio è stata dura da digerire al termine del match, considerando anche che il pari dello Iacovone – alla fine poteva addirittura diventare una sconfitta vista l’occasione di Simeri sventata da Paleari – ha di nuovo allontanato la Strega dal primo posto, stante il ritorno al successo dalla Juve Stabia, capolista e a +8 sui sanniti.
Ma questi sono discorsi del tutto relativi e al momento da prendere in considerazione solo marginalmente, in quanto in un percorso di crescita, come ci si augura possa essere ritenuto questo attuale della squadra giallorossa, può starci una prestazione meno brillante e una mancata vittoria. A maggior ragione quando si arriva(va) da un periodo oltremodo negativo: difatti, nell’analizzare la sfida di Taranto non bisogna dimenticare che circa un mese fa il Benevento esonerava il proprio allenatore, ri-affidandosi al tecnico di Floridia. E ad Auteri, per quanto bravo ed esperto, non si può chiedere di cancellare con un colpo di spugna difetti e limiti palesati dalla squadra per oltre sei mesi.
Pertanto, bisogna sottolineare – ad avviso di chi scrive – gli aspetti positivi di queste quattro gare giocate sotto la gestione di Auteri che hanno, comunque, portato tre vittorie e un pareggio per un totale di 10 punti. Risultati che hanno consentito alla Strega di rialzarsi in classifica, raggiungendo la terza posizione con 40 punti (a 39 c’è il Picerno con una partita in meno).
Ma al di là di numeri, statistiche e classifica l’aspetto più palpabile del cambio di marcia nella gestione della squadra dopo il passaggio da Andreoletti ad Auteri è nel diverso approccio alle gare e al campionato da parte della guida tecnica.
Non ce ne voglia Andreoletti, il quale probabilmente è stato l’uomo giusto nel momento sbagliato, ma il suo Benevento risentiva troppo dell’emotività del proprio tecnico che si ripercuoteva anche nelle scelte di formazione. Troppo spesso, i giallorossi con il tecnico bergamasco in panchina, hanno pensato prima a non prenderle che ad aggredire il match e gli avversari provando a sfruttare la qualità a disposizione.
Al netto di situazioni legate a infortuni e mercato, che pur vanno riconosciute ad Andreoletti quali possibili giustificazioni, la scelta di schierare Karic e/o un altro centrocampista nel ruolo di trequartista dietro il solo Ferrante, ad esempio, può essere considerato il segno tangibile dell’impostazione tattica e psicologica conferita dal tecnico alla propria squadra. Un Benevento che, specie in Serie C, non può però ricoprire il ruolo della classica “provinciale”, intesa nell’accezione negativa del termine, finendo poi magari per credere di esserlo accontentandosi di non perdere più che cercare di vincere. Una mentalità, insomma, che mal si conciliava con la rosa a disposizione, con gli obiettivi societari e con il blasone acquisito nel tempo dal Benevento che ad oggi non può non considerarsi un top club in terza serie.
E’ proprio sulla mentalità, oltre che sui principi di gioco, che sta lavorando principalmente Auteri, il quale manda chiari segnali ai suoi calciatori anche con le scelte tecniche di formazione e con i cambi in corso di gara. E’ palpabile come il tecnico giallorosso non intenda fornire alibi, né lasciare nulla di intentato per provare a conquistare sempre e comunque i tre punti. E così vanno lette le scelte di formazione, con le quali Auteri manda in campo sempre tre punte, magari con caratteristiche diverse ma pur sempre uomini a chiara proiezione offensiva e difficilmente non prova a sfruttare il potenziale che ha in panchina, facendo affidamento soprattutto sulla ritrovata verve di Ciciretti che con il ritorno del suo mentore sembra rinato – condizione permettendo – ed ha già regalato un assaggio di ciò che può fare, oltre che un paio di assist vincenti.
Insomma, è nella mentalità, più che nella fluidità di gioco che va ancora affinata, il primo evidente effetto della cura di mister Auteri, il quale non vuol lasciare nulla di intentato per provare a realizzare un altro capolavoro qui ai piedi della Dormiente.