VIDEO – Di padre in figlio: Francesco e Mario Di Leva si raccontano al Bct

VIDEO – Di padre in figlio: Francesco e Mario Di Leva si raccontano al Bct

AttualitàBenevento Città

Nella terza giornata del Bct di Benevento, sono stati ospiti della manifestazione gli attori Francesco di Leva e suo figlio Mario di Leva.

La loro presenza è stata anticipata da alcune clip di interpretazioni cinematografiche di Francesco e Mario, scene forti di recitazione di Francesco a cui si sono affiancate altre del giovane Mario, ambedue caratterizzate da forte capacità e freschezza interpretativa.

Alla domanda se il rivedere scene delle sue interpretazioni suscitasse in lui qualche emozione, Francesco ha risposto che, come ogni attore, nel rivedere se stesso sulla scena, individua forme di atteggiamenti e recitazione che potevano essere fatti meglio, rivelando in ciò un perfezionismo professionale che certamente gli fa onore.  

Nella carrellata dei suoi lavori egli individua nel film “Una vita tranquilla”, lavoro in cui ha recitato con Toni Servillo, gli esordi della sua carriera, quando ha iniziato lasciando il suo lavoro di panettiere.

  Tanti i film in cui ha dato prova delle sue abilità recitative, ma una menzione particolare egli fa per il film “Il sindaco del rione sanità” con la regia di Mario Martone, uomo di spettacolo e amico con il quale collabora da 22 anni, da quando lui lo aveva scelto per un corso ad Ischia, quando era il più giovane, ma da allora non si sono più separati. Grazie a lui, ricorda, ha partecipato alla prima tournée teatrale.

Tiene poi a precisare che il suo sindaco, pur rivisitando il capolavoro di Eduardo De Filippo, è frutto della sua ispirazione alla gente che gli sta intorno, camorristi locali ma anche  persone decise come Muhammad Alì, una interpretazione diversa da quella di De Filippo, senz’altro quella di Eduardo di altissimo livello, ma comunque attualizzata al presente, come forse si dovrebbe fare anche con grandi classici della cinematografia, afferma.

Alla domanda sul come vive la sua avventura di attore, Mario di Leva risponde che egli ha respirato recitazione da quando è nato e per questo vive la sua esperienza con naturalità, sa che è finzione, ma non dimentica mai di essere se stesso anche quando recita. Alla domanda se invece non avrebbe preferito fare l’astronauta, come sognano tanti ragazzi come lui, egli, simpaticamente ha risposto che certamente vorrebbe fare l’astronauta e magari recitare nello spazio e chissà, magari su Marte!

Viene poi proiettato il filmato della premiazione di Francesco Di Leva con il David di Donatello come migliore attore non protagonista per la sua partecipazione al film “Nostalgia”, serata che egli ricorda con emozione, come punto fermo della sua carriera e momento di commozione per sua moglie Carmela, presente in sala, donna che, ricorda con amore, gli è stata sempre accanto e gli ha dato forza nei momenti difficili della sua carriera.

In merito a possibili paure provate dal giovane Mario, questi rivela che la sua paura più forte è quella di deludere i suoi genitori che tanto hanno fatto per lui, oltre ovviamente a quella dello studio, impegno a cui i suoi tengono in modo particolare perché sanno che la cultura è fondamentale nella costruzione di una vita serena e proficua.

Per Francesco invece, la paura più forte è quella di proteggere i suoi figli e di costruire la sua e la loro vita con serenità, magari a San Giovanni a Teduccio, suo paese di origine,  che non vuole abbandonare, ma anzi migliorare con il suo lavoro.

In merito a quest’ultima sua speranza ricorda di avere fondato, insieme al collega Adriano Pantaleo ed al regista Giuseppe Miale di Mauro, il teatro Nest, nel cuore di San Giovanni a Teduccio, in una palestra abbandonata che è diventata un avamposto alle barbarie, un presidio culturale che oggi raccoglie centinaia di ragazzi e dove hanno studiato in tanti che hanno abbandonato un mondo difficile e pericoloso.

Gli hanno dato del pazzo, afferma, ma Francesco è ben deciso a non abbandonare il suo progetto e la sua terra, egli ritiene infatti che i ragazzi debbano avere un’alternativa in un luogo che, fino a pochi anni fa, registrava due morti ammazzati al giorno, un territorio che ama, come invece odia profondamente i camorristi che, per troppo tempo, hanno spadroneggiato screditando una terra che oggi, invece, lentamente, sta rifiorendo.

Non sono mancati gli applausi del numeroso pubblico presente alle parole dell’attore.

In chiusura di serata ambedue hanno ricevuto, dal Bct un premio per il loro lavoro artistico e per le loro responsabilità sociali, riconoscimento per il quale hanno ringraziato e, contemporaneamente, promesso di dare continuità al loro impegno.

Di seguito il servizio video con le interviste.