50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: mercoledì appuntamento formativo diocesano di approfondimento a Cerreto Sannita

50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: mercoledì appuntamento formativo diocesano di approfondimento a Cerreto Sannita

AttualitàDalla Provincia
“Da Trieste alle nostre comunità… per essere seminatori di cambiamento”. A 10 giorni dalla 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia un appuntamento formativo diocesano di approfondimento mercoledì 17 luglio a Cerreto Sannita

«Al cuore della democrazia c’è la persona. Da Trieste si è levato un grande messaggio di partecipazione. La Chiesa tiene insieme la dimensione spirituale e quella sociale, sempre: guai a pensare che siano distinte o, peggio ancora, indipendenti». Parola del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, a conclusione della 50esima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Consapevolezza, metodo, prospettive: le tre piste su cui si vuole proseguire, per far sì che quest’esperienza non si fermi ai cinque giorni di Trieste.

E’ quanto si proverà ad approfondire, sul tema della partecipazione e della democrazia, in un incontro formativo previsto per mercoledì 17 luglio ore 19:30 a Cerreto Sannita, presso Casa Santa Rita, organizzato e promosso dal Progetto Policoro e dalla Pastorale del Lavoro (i cui delegati hanno partecipato alla cinque giorni di Trieste), dalla Scuola diocesana d’Impegno Socio-Politico e dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Questo momento, intitolato “Da Trieste alle nostre comunità….per essere seminatori di cambiamento”, è stato pensato e voluto affinché i lavori di questi giorni, a livello nazionale, non si fermino all’esperienza triestina ma possano iniziare ad essere tradotti a livello diocesano e parrocchiale. Questo attraverso la definizione di tre sentieri: la consapevolezza di ripensare e riconfigurare la vita delle comunità secondo uno stile di cura e attenzione; un metodo che sia effettivamente sinodale nell’ascolto e nel confronto; un abitare i luoghi di vita viva e vera. E’ proprio lì, ha detto Francesco nell’omelia pronunciata durante la Santa Messa conclusiva, che bisogna scandalizzarsi “per il male che dilaga, per la vita umiliata, per le problematiche del lavoro, per le sofferenze dei migranti, le ingiustizie, le condizioni dei carcerati, per tutte quelle situazioni in cui la vita viene abbruttita, ferita e uccisa”. Nuove opportunità da esplorare, dunque, per costruire, insieme, un futuro democratico, partecipato e per tutti. Per essere, come ci ricorda sempre papa Francesco, “seminatori di cambiamento”.