Amore, libertà e sofferenza nella Tosca di Puccini in scena al Teatro Romano

Amore, libertà e sofferenza nella Tosca di Puccini in scena al Teatro Romano

Cultura

In occasione del centenario di Giacomo Puccini, all’interno del programma “Lirica al Teatro Romano”, organizzato dalla Direzione Regionale Musei Campania, dall’Area Archeologica del Teatro Romano, dall’Associazione Musicainsieme con il patrocinio del Ministero della Cultura e per la direzione artistica del Maestro Leonardo Quadrini, nonché direttore, nella serata,  dell’ Orchestra Filarmonica di Benevento OFB, è andata in scena, all’interno dello spazio archeologico e spettacolare del Teatro cittadino, la Tosca, opera lirica di un grande maestro del melodramma italiano.

Ad illustrare l’importante cartellone sono stati il direttore del Teatro Romano Giacomo Franzese accompagnato, nella serata, dal direttore emerito Ferdinando Creta.

Il lavoro in tre atti, composto su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirata all’omonimo romanzo dello scrittore francese Victorien Sardou e la cui prima rappresentazione risale al 14 gennaio 1900 nel teatro Costanzi  di Roma, ha riempito, nella serata del 25 luglio, lo spazio archeologico cittadino e la calda estate beneventana.

Tanti gli appassionati presenti nel sito museale di quella che nell’antica Grecia era poesia, ποίησις, accompagnata con la musica della lira, λυρική lyrikē, da cui il nome Lirica.

 Tutti dunque rapiti dalla musica di Puccini, sapientemente interpretata da una compagnia di cantanti che, con la loro voce ed i loro vocalizi, hanno affascinato il pubblico presente trascinandolo all’interno di una vicenda di amore, libertà, gelosia e aggressività che, pur ambientata storicamente nella metà dell’800, all’indomani della Repubblica Romana, ma soprattutto della battaglia di Marengo, quando lo Stato Pontificio sta catturando i rappresentanti ed i sostenitori repubblicani, è apparsa come storia attuale di amore contrastato dal potere.

“Tosca” è stata la prima di quattro rappresentazioni del programma “Lirica al Teatro Romano”, ad essa seguiranno “Suor Angelica” e “Madama Butterfly”, oltre la famosa “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, combinata in atto unico a Suor Angelica,  Il programma vedrà infine la rappresentazione della cantata scenica “Carmina Burana”.

La “Tosca”, opera pucciniana che apre il ‘900, è la storia di una donna, Floria Tosca, amante del pittore liberale Mario Cavaradossi, corteggiata dal ministro della polizia pontificia Scarpia.  Quest’ultimo imprigiona il pittore e ricatta Tosca, la libertà dell’amato se la donna si concederà a lui.

La donna apparentemente cede per amore di Mario che, diversamente sarebbe stato ucciso, a condizione di un accordo che prevedesse una finta fucilazione. Scarpia apparentemente acconsente, ma subito dopo Tosca lo uccide e assiste, infine, a quella che doveva essere una finta morte dell’amato Mario.

In realtà il pittore viene realmente passato per le armi sugli spalti di Castel Sant’Angelo ed allora  Tosca decide di togliersi la vita.

L’opera in tre atti, è stata occasione di ottima musica, di sonorità brillanti, cristalline ed esaltanti di sentimenti contrastanti come l’amore, la gelosia, l’aggressività e di attimi di sentimenti laceranti, come la sofferenza per il proprio amato, il disprezzo per un uomo che pretendeva di possedere una donna, la disperazione per la perdita del proprio amore, fino alla scelta estrema di chiudere la vita.

Particolarmente bravi nella loro interpretazione Diana Bucur, nella parte di Tosca, Francesco Anile, nella parte di Cavaradossi e Alberto Mastromarino in quella di Scarpia.

Altrettanto bravi gli altri  membri della compagnia nelle loro rispettive parti e precisamente Giordano Farina in Cesare Angelotti, Angelo Nardinocchi nel Sagrestano, Giuseppe Maiorano in Spoletta, Cristian Alderete nel gendarme, Giuseppe Montanaro nel carceriere e Andrea Ambrosino nel pastore.

La regia del lavoro è stata di Katia Ricciarelli, presente in sala ed accolta, a fine spettacolo, da un caloroso applauso del pubblico; ella ha anche ricordato come sia centrale il ruolo del melodramma tutto italiano nella storia dello spettacolo lirico e di come sia necessario avviare i giovani alla musica lirica come momento di interiorizzazione ed espressione di sentimenti che consolidano la crescita personale ed umana.  

Serata quasi magica al Teatro Romano, la splendida musica di Puccini, esaltatore, in particolare, dei ruoli femminili, la voce potente e trascinante dei cantanti e le belle scenografie e coreografie che hanno accompagnato la rappresentazione, hanno concesso, a quanti presenti, momenti di sana e piacevole riscoperta di appagamento, non solo artistico, ma anche personale.