Benevento, Vigorito: “Stiamo vicini alla squadra, senza perdere la pazienza: non serve creare aspettative inutili”

Benevento, Vigorito: “Stiamo vicini alla squadra, senza perdere la pazienza: non serve creare aspettative inutili”

Benevento CalcioCalcio

Il Presidente del Benevento è intervenuto in conferenza stampa nel post-gara della sfida contro la Cavese. Questo, dunque, l’intervento di Oreste Vigorito dalla sala stampa del Ciro Vigorito:

Volevo solamente ringraziare e fare una richiesta: fermo restando il diritto di critica, visto che la diversità è un valore aggiunto, sono convinto della partecipazione di tutti ma ho il vizio che poi quando ho sentito tutti quanti decido io. Abbiamo un anno molto difficile per quello che hanno fatto gli altri, basterebbe citare quanto accaduto all’Avellino, squadra costruita con sacrificio della società e continuità tecnica. Spero che noi non prenderemo alcuno scivolone, ma prima o poi potrebbe succedere e vi prego di stare vicini alla squadra.

E’ una delle prime volta che confermiamo l’allenatore a distanza e seguiamo un progetto. Cerchiamo di coltivare le nostre risorse e cercare all’esterno ciò che gli altri vogliono cedere. Vogliamo abbassare l’età media della squadra, ma questo non vuol dire giocare con bambini bensì con atleti integri fisicamente ma soprattutto che abbiano la passione per il Benevento Calcio. Poi la perderanno, come giusto che sia, il giorno in cui indosseranno la maglia di una squadra più gloriosa: ma il Benevento resterà la prima fidanzata. Se si deve dare una carezza datela, ma se si deve dare uno schiaffo datelo senza far male. Come se parlaste con vostro figlio. Proviamo a non perdere la pazienza e a capire che siete tutti importanti.

Stasera la squadra ha giocato con Capellini che si è alzato dal letto all’una dopo le flebo, giocatori che non si sono allenati in settimana, altri giocatori che si sono allenati densamente con il nostro Mister. Non è importante di dove è la squadra che affrontiamo, quanto è grande la loro città: è sempre una squadra di Serie C. L’importante è come scendiamo in campo noi.

Non serve creare aspettative inutili, la città lo ha dimostrato: record di abbonamenti del Benevento in Serie C, eppure non abbiamo comprato ottimi calciatori dai grandi nomi. Stiamo cercando di costruire un progetto e pare che venga apprezzato. Ho detto già dall’anno scorso che avremmo fatto questo, arrivare in semifinale play-off è stato un miracolo.

Non tutti quelli che vedete correre agli allenamenti sono stati reintegrati, alcuni sì ma c’è chi ha parlato con il Direttore o con me e abbiamo pensato di aver ritrovato in qualcuno di questi quella scintilla per il Benevento. Non abbiamo cambiato idea, abbiamo fatto valutazioni e abbiamo scelto che guardare in casa nostra poteva essere la cosa migliore.

Credo che non ci sia alcun problema a dare dati in merito all’età degli abbonati, ma aspettiamo la fine della campagna. Il 20-25% viene dalla provincia, per cui ci sembra corretto dare un riconoscimento a coloro che vengono da lontano. C’è la volontà di far avvicinare i giovani al calcio, con la famiglia. Questo tentativo non è andato bene negli ultimi anni, quest’anno abbiamo deciso di tenere la Nord chiusa. Vedere i tifosi allo stadio per me è aver vinto la battaglia, vedo il calcio come un momento sociale, di aggregazione e partecipazione. Per me è una questione emotiva, non economica, tanto è vero che i prezzi sono anche leggermente più alti. La gente che va a vedere le partite di C sono i veri tifosi del calcio, gente che ama la città e io calcisticamente vedo Benevento come la mia città. Sono convinto che prima o poi lo stadio verrà riempito da bambini.

Se qualcuno per una sconfitta non fa l’abbonamento, forse è meglio che non viene allo stadio. A fine primo tempo sono arrivati dei fischi, forse hanno contribuito al risveglio del secondo tempo. La società però è tornata a gestirsi, ognuno di noi ha un ruolo e lo rispetta.

Quello che sta nascendo è il Benevento che voleva Ciro, io correndo ho perso troppo tempo. Ora è tempo di fare quello che voleva lui, con i ragazzini. Abbiamo avuto gente che poi è arrivata in Serie A, non so quanti in B e in C. Sono cose da ricordare. Il nostro settore giovanile ha un costo pari a una squadra di C di bassa classifica, prima o poi doveva succedere. Il problema non erano i ragazzi, era che il progetto non era importante per nessuno perché contava solo il contratto.

Mi sono dato tre anni di tempo, il primo è passato e per la situazione in cui eravamo abbiamo fatto un miracolo. Su quello abbiamo provato a dare una continuità tecnica, una conferma di chi era idoneo a questo campionato e l’inserimento di giovani che potevano darci qualcosa. Prisco l’anno scorso era considerato uno dei migliori; Nunziante sta con noi da 4 anni, ha vinto l’Europeo Under 17 e ho avuto offerte dalla Serie A. Quando avremmo realizzato il sogno, la Serie A, allora tutti sarebbero liberi di andare dove vogliono. Devono portare il Benevento lì dove il Benevento ha portato loro, loro giocando devono restituire alla città l’amore ricevuto. Prima avevamo un fiume alimentato dalla sorgente, che era il sottoscritto, ma arrivavamo a una diga: ora abbiamo sfondato la diga“.