Benevento, Vigorito: “Grazie per i numeri degli abbonamenti, è un riconoscimento a un progetto giovane”

Benevento, Vigorito: “Grazie per i numeri degli abbonamenti, è un riconoscimento a un progetto giovane”

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Il Presidente del Benevento ha raggiunto i microfoni di OttoChannel nel post-gara della vittoria contro il Potenza di questa sera, per celebrare anche la chiusura della Campagna Abbonamenti.

Queste, dunque, le parole di Oreste Vigorito dopo la vittoria al Ciro Vigorito:

Sono venuto per salutare il pubblico. Si è chiusa la campagna abbonamenti dopo averla prolungata per altri dieci giorni, sono state sottoscritte quasi altre mille tessere. Volevo salutare il numero 1, quell’uno di 4.601. Avrei il piacere di vederlo, per dargli in regalo la maglia bianca, dedicata all’amore, come premio di consolazione. E’ arrivato in ritardo nei biglietti, ma mi auguro che nella vita sia il primo a incontrare amore e felicità.

Grazie al pubblico di questa sera, abbiamo battuto il record di abbonamenti in Serie C da quando io sono qui. E’ il riconoscimento a quello che stiamo dicendo dall’anno scorso, con l’obiettivo di ringiovanire la squadra. Questo non è un progetto dei giovani ma è un progetto giovane, che va incontro a chi ama il bel gioco, e stasera se ne è visto un po’, a chi ama il calcio pulito e trasparente. Mi auguro che non ci sia un’altalena, come accade spesso il giovane, e se dovesse andare su e giù dovremmo spingere certamente per attraccare in qualche porto.

Avere una società con un passato così antico e glorioso aiuta anche me ad avere occhi sorridenti, probabilmente lo devo anche a questa città, a questa tifoseria e al calcio. Credo di essere uno dei Presidenti più longevi di questa società, e ho ancora qualche record da battere. Quando 4.601 persone ti dicono che sono contenti di quanto stai facendo cominci a crederci. L’arrivo di stranieri e grandi capitali è stato come quello dei supermercati che hanno tagliato le gambe agli artigiani. Noi vogliamo sempre giocare sui palcoscenici di Serie A ma ci vogliamo arrivare in maniera diversa, con un progetto giovane, investendo su un settore giovanile forte e sui migliori giovani in giro. Vogliamo giovani che pensino a correre e non al conto in banca. Dopo l’annus horribilis di due anni fa, lontana è la memoria: godiamoci i nostri piccoli che giocano e lasciamoli crescere, magari crescendo insieme a loro.

C’è sempre un figliol prodigo che torna, Acampora, gli abbiamo messo un pantaloncino e una maglietta e ora gioca così. E’ il primo campionato di C di Acampora, dopo il discorso che abbiamo avuto qualche tempo fa è uscito dalla palude, non quella di Vigorito ma quella di qualcun altro. Non sono entrato nel merito, ma ho capito che era pentito della scelta dell’anno scorso e che era pronto a ripartire con noi. Mi auguro sia ripartita la favola di Acampora nel calcio.

In questa società e in questa squadra tutti quelli che osservano il proprio ruolo senza sconfinare sono importanti. Dal D.T. Carli a Mister Auteri, ma anche io: ognuno mantiene il proprio ruolo e si va avanti. Se sommiamo tutto arriviamo a più di 100%, ma questo non si può fare. Nella vita si muore per rinascere, l’anno scorso Auteri era al primo anno senza squadra ed è tornato al Benevento, in una città che ama e per cui professa continuamente amore. Non ha più 20 anni neanche lui, abbiamo fatto il club dei vecchietti: per questo giochiamo con i giovani. Per arrivare ai miei anni ci vogliono quattro giocatori, per Auteri tre: un tempo ce ne volevano 1-2. Siamo diventati più saggi, col passare del tempo, e lui è diventato più saggio calcisticamente parlando

Riflettevo: per far crescere i giovani abbiamo dovuto riformare una società con persone in terza età. Magari quando si è troppo giovani il sangue ribolle parecchio e c’è la tendenza a conservarsi. La saggezza, con i calciatori, forse non deve mai sparire. Il mondo del calcio ti presenta il conto ogni giorno, settimana, mese e devi avere le spalle larghe: altrimenti affondi nelle difficoltà e ti perdi“.

Foto: Screen OttoChannel