“Io, il cinema e la poesia”: Giancarlo Giannini  fa sognare il pubblico del Teatro Vittorio Emmanuele di Benevento (FOTO)

“Io, il cinema e la poesia”: Giancarlo Giannini fa sognare il pubblico del Teatro Vittorio Emmanuele di Benevento (FOTO)

Cultura

Nella serata di venerdì 25 ottobre, nell’intimo e caldo Teatro “Vittorio Emmanuele” di Benevento, in occasione dell’apertura della stagione artistica dell’Accademia di Santa Sofia, progetto culturale radicato nella realtà campana, ma attento ed inserito nel contesto dello scenario artistico nazionale, è stato ospite della prima serata l’attore, doppiatore e regista italiano Giancarlo Giannini, in una piéce dal titolo Io, il cinema e la poesia“, il tutto a cura del maestro Davide Cavuti.

La serata è stato un viaggio attraverso il cinema e la poesia, un percorso arricchito dall’accompagnamento musicale di Davide Cavuti alla fisarmonica, di Antonio Scolletta al violino e Franco Finucci alla chitarra, con la produzione di “MuTeArt produzioni”.  

La serata è stata presentata da Maria Bonaguro, presidente degli “Amici dell’Accademia” e dalla consulente artistica Marcella Parziale, alle quali è seguita una lezione di Gerardo Canfora, Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, intorno al tema: “Quale università per quale paese?”.

Il preludio alla serata da parte del Rettore, è stato un excursus sulla storia della diffusione delle università nel nostro paese dal 1963, tempo nel quale la maggior parte degli atenei si trovavano nel nord Italia e l’affluenza, in maggioranza maschile , era limitata a poche migliaia. Con il tempo si è assistito ad un diffondersi  delle università in tutto il paese che hanno visto un incremento significativo dei suoi frequentanti, moltissime attualmente le donne, un boom che, tuttavia, non è pari a quello europeo.

Egli ha lamentato l’incremento delle università telematiche, prive del rapporto diretto con i docenti e con la community di un campus universitario, laddove tale limitazione incide sulla mancanza di occasioni per un individuo e dunque la mancanza di occasioni per una intera società.

Infine, il Rettore, lamentando la modestia dei sovvenzionamenti pubblici per le università, ha sottolineato come l’ignoranza sia molto più costosa dell’istruzione.

Sul palco, a seguire, è giunto Giancarlo Giannini con la sua band musicale, accolto da un grande e caloroso applauso del numerosissimo pubblico presente; egli ha aperto il suo intervento con una serie di proiezioni video di alcuni dei suoi lavori cinematografici più famosi, in una remembrance di sue collaborazioni con grandi artisti quale, fra i tanti, Mariangela Melato, per non dimenticare  Monica Vitti, Sophia Loren, Jane Fonda, Vittorio Gassman e ancora, Marcello Mastroianni, Daniel Craig, Denzel Washington, e mille altri.

Più di 130 i film da lui interpretati tra il 1965 ed il 2021, per non dimenticare le sue partecipazioni al teatro, alla televisione, le sue regie e soprattutto il tanto doppiaggio di attori come Jack Nichholson, Gérard Depardieu, Jeremy Irons, Dustin Hoffman (nel Maratoneta), Ian McKellen (in Riccardo III), Ryan O’Neal (in Barry Lyndon) e Leonard Whiting.

Egli ha ricordato, oltre al suo percorso artistico, con tanta simpatia, anche le sue collaborazioni con grandi registi come Visconti per il film “L’innocente”, Mario Monicelli e Sergio Corbucci, grandi personaggi del cinema, ma soprattutto, racconta, grandi persone.

La serata si è poi sviluppata attraverso la lettura, da parte di Giannini, di una serie di poesie e brani di grandi opere teatrali e, come se stesse chiacchierando e scherzando tra amici, da una parola è riuscito a ricordare poesie soprattutto dedicate alle donne, come quelle di Pasolini, Gabriel Garcia Lorca, Pedro Salinas, Dante Alighieri, D’Annunzio e la sua “Pioggia nel pineto”, Leopardi, un brano di William Shakespeare, Pablo Neruda e tanti altri autori famosi.

Sollecitato da Cavuti, Giannini ricorda anche la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 2006 in un omaggio a Domenico Modugno ed al suo pezzo “L’uomo in frack”, brano ovviamente più recitato a modo suo che cantato.

Inutile dire che i passaggi più belli e coinvolgenti sono stati quelli nei quali ha recitato brani famosi come il monologo di Puck de il  ‘Sogno di una notte di mezza estate” e “La morte di Cesare” di William Shakespeare, passaggi che hanno portato tutti i presenti dalla leggerezza di una risata alla piena consapevolezza della interiorità di se stessi e della vita e, da grande interprete, in un afflato di pause nella recitazione che ha portato i presenti nell’attimo di una riflessione e di un evento storico, quasi a ”toccare” con mano pensieri e sentimenti violenti e profondi.

Ricordiamo brevemente i tanti riconoscimenti ricevuti da Giannini nella sua carriera come 1 premio al Festival di Cannes, 6 premi David di Donatello e 5 premi Nastri d’Argento, tra gli ultimi riconoscimenti che ha ricevuto, quello per “Miglior attore protagonista” (David 2002) per la pellicola “Ti Voglio Bene Eugenio”, 1 Nomination agli Oscar come Miglior attore per il film ” Pasqualino sette bellezze” di Lina Wertmüller,  per non dimenticare che nel 2023 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles.

Ci piace ricordare infine che le pause recitative di Giannini, nella serata in parola, sia nella recitazione che nella poesia,  hanno trascinato tutti lungo la strada dell’attesa della parola successiva, in un indugio simile ad un annaspare in cerca di un appiglio che potesse soddisfare la sosta e l’approdo ad un luogo di pace e chiarezza, un percorso il suo, tanto coinvolgente quanto desiderato, una strada di sensibilizzazione tra ciò che si fa e ciò che si è che solo un grande attore come Giannini può regalare.

Lo stesso attore del resto ha ricordato che sognare non è sbagliato, il caos quotidiano fa male, i sogni invece non solo non fanno male, ma anzi sono necessari alla vita.

Se è vero inoltre che la poesia era considerata, in tempi antichi, verità trasmessa dagli dei, vogliamo ricordare che la poesia letta e recitata da Giannini con una naturalezza simile a quella dei suoi autori,  nella magica serata beneventana, è diventata aria da respirare a pieni polmoni, bisogno umano che, grazie al suo interprete, è stato pienamente soddisfatto, oltrepassando la pura sequenza di rime e di parole, non più arido ricordo scolastico, ma messaggio di verità e vita.