Airola, turbolenza continua nel carcere minorile. SAPPE: “Ripartire da appello Capo dello Stato Mattarella”
CronacaProvinciaPersiste la turbolenza nell’Istituto Penale per Minorenni di Airola che torna al centro delle cronache per gravi episodi accaduti all’interno della struttura del Beneventano. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Sabatino De Rosa, vice coordinato regionale campano per il settore minorile.
“Ieri la Polizia Penitenziaria, nel corso di una perquisizione nell’IPM, ha rivenuto diversi grammi di sostanze stupefacenti del tipo hashish, occultata all’interno di un armadietto in dotazione alla popolazione detenuta”. Fatto questo che assume una rilevanza particolare, considerato che il rinvenimento è avvenuto a seguito della professionalità, dell’accuratezza dei poliziotti e “nonostante da tempo non venga richiesto l’ausilio delle unità cinofile”.
Il sindacalista aggiunge che “poco dopo, si è verificato un altro evento critico, ovvero un litigio tra due detenuti, uno di origine afghana e l’altro del Napoletano. Il tempestivo intervento dei poliziotti ha scongiurato il peggio, ma lo stesso detenuto afghano ha tentato, inoltre, di sottrarre le chiavi del reparto all’addetto alla sicurezza, che con destrezza e fermezza riusciva a evitare che la condotta del detenuto fosse portata a termine”.
De Rosa si domanda “come sia possibile che il detenuto, di origine straniera e precedentemente già allontanato dall’istituto sannita per problemi di ordine e sicurezza, aggiunto ad un allertamento di tentata evasione, la stessa verificatasi durante la sua permanenza in comunità, sia stato riassegnato senza criteri e senza logica nuovamente all’I.P.M. di Airola dove sono iniziati i lavori di ristrutturazione e dove il livello di sicurezza si è abbassato notevolmente, come già segnalato”. Ed è netta la sua denuncia: “Queste assegnazioni scellerate mettono seriamente a repentaglio non solo i poliziotti penitenziari ma anche il personale civile presente in istituto a vario titolo. Per questo il SAPPE torna a chiedere l’allontanamento immediato del detenuto per evitare che tale evento possa avere ripercussioni nei prossimi giorni, capaci di turbare l’ordine e la sicurezza, data la situazione di astio che si è creata tra le varie “fazioni” formatesi tra la popolazione detenuta, napoletani e stranieri”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, esprime vicinanza ai poliziotti di Airola ed indica la linea tracciata per superare l’emergenza penitenziaria nel discorso di fine anno del Capo dello Stato, dichiara: “Esprimiamo, ancora una volta, la nostra gratitudine al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto volgere lo sguardo alla realtà penitenziaria delle nostre carceri in occasione del suo apprezzato discorso di fine anno. È vero: sono inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale di Polizia penitenziaria, impegnato “H24” nelle sezioni detentive e i cui appartenenti sono sempre più vittime di aggressioni e atti violenti dalla parte minoritaria della popolazione detenuta più refrattaria a rispettare l’ordine e la sicurezza anche durante la carcerazione. Ma nei nostri istituti di pena, anche per minori, si può e si deve “potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.
La proposta operativa del SAPPEè “prevedere un sistema penitenziario basato su tre “gradini”: il primo, per i reati meno gravi con una condanna non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale l’istituto della “messa alla prova”; il secondo riguarda le pene superiori ai 3 anni, che inevitabilmente dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare; il terzo livello, infine, è quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario”.
Quello del sovraffollamento, secondo il SAPPE, “è certamente un problema storico e comune a molti Paesi europei, che hanno risolto il problema in maniera diversa – sottolinea Capece – L’osservazione della tipologia dei detenuti e dei reati consente di affermare che il sistema della repressione penale colpisce prevalentemente la criminalità organizzata e le fasce deboli della popolazione In effetti, il carcere è lo strumento che si usa per affrontare problemi che la società non è in grado di risolvere altrimenti”. Per il SAPPE, “anche il settore della giustizia minorile può e deve essere rimodulato, a cominciare dalla eliminazione della previsione che i giovani adulti fino al compimento del 25° anno di età possano permanere negli IPM, condizione questa che è una delle ragioni principali dell’attuale ingovernabilità delle carceri minorili”. Capece conclude evidenziando che “i peculiari compiti istituzionali del Corpo di Polizia Penitenziaria sono richiamati nel motto del nostro Stemma araldico: “Despondere spem munus nostrum“ (garantire la speranza è il nostro compito), iscritto nella lista d’oro alla base dello stemma. Proprio garantire la speranza è un nostro dovere istituzionale, che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio, nelle carceri per adulti e minori della Nazione, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai com