Angela Finocchiaro e il “Calamaro gigante”, l’impossibile che diventa vivo
CulturaSerata di favola e realtà al Teatro “Vittorio Emanuele” di Benevento con la rappresentazione de “Il Calamaro gigante”, storia tratta dal romanzo omonimo di Fabio Genovesi, con l’interpretazione di Angela Finocchiaro e Bruno Stori.
Sold aut per il bel teatro cittadino, affollato di persone desiderose di scoprire in cosa mai consistesse la storia di un animale mitico di cui per molto tempo non si è accettata l’esistenza, continuando poi con la vita di un’assicuratrice trascinata in un viaggio assurdo fuori da ogni realtà, ma, nello stesso tempo, nella condizione del bisogno psicologico di dare significato alla propria vita aggrappandosi ad un sogno.
Con lo svolgersi della storia, il palco è diventato un luogo fantastico dove, grazie agli attori/acrobati della compagnia, precisamente Gennaro Apicella, Silvia Biancalana, Marco Buldrassi, Simone Cammarata, Sofia Galvan, Stefania Menestrina, Caterina Montanari e Francesca Santamaria Amato, i sogni sono diventati realtà, con grandi lenzuoli che simulavano le onde del mare che hanno avvolto la Finocchiaro in un vortice di paure e scoperte che l’hanno proiettata in un’altra realtà.
La vita di Angela viaggia tra l’assurdo e l’incomprensibile, come accade per ciascuno di noi, la sua vita, apparentemente normale, subisce una brusca virata quando, in coda verso Roccobilancio mentre tornava a Milano per la cena d’ufficio, a causa dei vacanzieri in rientro dal mare, luogo che lei detesta, viene travolta da un’onda impossibile e assurda che la porta via in un mondo sconosciuto che sconvolge la sua vita.
Inizia così un viaggio, tra l’assurdo ed il reale, tra persone che hanno abbracciato il mare come loro vita, marinai e studiosi che sono vissuti per il mare ed i suoi segreti, viaggio che si realizza, per Angela, con la compagnia di uno strano personaggio del passato, tale Pierre Denys de Montfort, zoologo e naturalista francese del settecento.
La storia si dipana tra citazioni di personaggi del passato che hanno deciso di affrontare pericoli e situazioni sconosciute per trovare ed affrontare il Grande Sconosciuto, quel Calamaro Gigante di cui molti parlano, ma ancora non hanno trovato.
Una ricerca che si rivela, al di là del fatto naturalistico e scientifico, analisi delle proprie paure, proiezione di bisogni inconsci nella ricerca di una realtà che superi la vita quotidiana, esigenza di concretizzare il desiderio di una vita che trasformi la necessità in realtà, che superi i sogni e appaghi l’animo e la vita quotidiana, perché i sogni sono realtà senza i quali non possiamo vivere.
Tutto diventa possibile se si giunge a credere nell’esistenza del Calamaro Gigante, quasi emblema di quell’interiorità che spesso disconosciamo, ma che rappresenta, in realtà, il motore della vita, perché se esiste davvero il Calamaro Gigante, è evidente che non esistono sogni irrealizzabili, conflitti senza soluzioni o anche amori impossibili.
La piece è anche divertente, non mancano infatti battute argute e riferimenti alla vita quotidiana fatta di necessità cui può rispondere, secondo Angela, solo una buona assicurazione.
Ci sono poi riferimenti a sua nonna che parla con il nonno morto, per questo ritenuta fuori di testa, eppure alla fine della storia la vecchia donna insegnerà alla nipote che il sogno di avere ancora accanto chi si ama dipende solo dalla voglia di raggiungere un bisogno e farlo proprio.
La storia ha anche un risvolto educativo, in essa tutto parla di quel “ce la puoi fare” di cui tutti, specie i giovani, hanno bisogno.
In sostanza il Calamaro Gigante rappresenta l’approccio coraggioso ed appassionato alla vita, la spinta ad afferrare i sogni e renderli realtà, senza paure o preconcetti, a trasformare l’impossibile in realtà, perché solo questo approccio può dare senso alla nostra vita.
La storia racconta infine come sia stata provata l’esistenza del Calamaro Gigante, animale degli abissi e re di un mondo dove noi non possiamo vivere, ma che esistendo dà significato al valore di ciò che sembrava impossibile ed è diventato realtà.
Bravissimi tutti gli attori, dalla Finocchiaro a Stori, a tutti i giovani attori/acrobati che sono stati capaci di trascinare il pubblico in una storia solo apparentemente oscura, ma in realtà di grande chiarezza e immediatezza comunicativa, un’avventura che, tra risvolti psicologici, naturalistici e di vita quotidiana, ha trascinato il numeroso pubblico presente in un viaggio interiore di grande spessore.