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ESCLUSIVA BN24 – Chiariello: “Sorpreso dall’esonero di Auteri, Pazienza scelta azzardata: bisognava agire sul mercato”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente il giornalista Umberto Chiariello, per avere una sua opinione riguardo alla stagione giallorossa, al cambio in panchina e non solo.
Ideatore ed editorialista di Campania Sport su Canale 21 e Direttore della redazione Sport di Radio CRC, Chiariello è da sempre vicino alla realtà calcistiche campane e ha commentato così, in esclusiva, il momento del Benevento.
Salve Signor Chiariello, partiamo dall’attualità: come giudica l’esonero di Auteri e l’arrivo al suo posto di Pazienza? “Mi ha molto sorpreso, non mi aspettavo l’allontanamento di Auteri nel primo momento veramente difficile della stagione. Non amo i presidenti che hanno la frenesia di cambiare allenatori troppo spesso. Vigorito in passato ha sbagliato a tenerli troppo, da un po’ di tempo sta diventando anche lui tra quelli frenetici. Mi pare una mossa azzardata prendere Pazienza, che viene da un’esperienza ad Avellino molto negativo ed è in cerca di rilancio. Lo conosco, è un ragazzo intelligente e a cui sono affezionato e mi auguro si rilanci, ma sinceramente mi sembra una mossa estremamente azzardata. Questa scelta mi lascia a bocca aperta. Penso che ad Avellino stiano quasi festeggiando per questa scelta, ha fatto disastri.
Non andava confermato ad Avellino, quello che ha fatto a inizio stagione è stato disastroso. Nessuno immaginava che un allenatore senza esperienza, che si occupa solo di settore giovanile, per quanto possa essere una bandiera locale come Biancolino, potesse fare nettamente meglio. Il Benevento doveva lavorare meglio al calciomercato piuttosto che cambiare allenatore, poi pagano sempre i tecnici. Se Auteri non ti dà fiducia non lo confermi quest’anno, ma se parti con lui finisci anche con lui a meno che non accada qualcosa di disastroso. Non mi sembra che il Benevento sia in una situazione disastrosa, ma in un momento difficile che andava superato tutti insieme, magari aiutandolo con qualche acquisto utile“.
Come si spiega l’immobilismo sul mercato della Strega? “Non so come la pensi Vigorito, ma in Serie C il mercato di gennaio è molto più incidente che in A e in B. In Serie C gennaio può cambiare completamente il corso della stagione, è facile cambiare il volto alle squadre. Non aver voluto operare minimamente può essere da un lato positivo, non devi stravolgere niente e lavori su quello che già hai, dall’altro lato conosci quali sono stati i punti deboli e dove hai necessità di rafforzarti. Andava fatto qualche intervento, cosa che gli altri hanno fatto. Per me non è corretto che paghi sempre l’allenatore, ci sono responsabilità a monte che non sono del tecnico.
Certo, hai perso la testa della classifica e non hai vinto lo scontro diretto, capisco il voler dare una scossa ma Pazienza mi sembra il nome meno probabile da utilizzare. C’è anche un impatto mediatico per il nuovo tecnico. Un allenatore che viene dall’esonero con una diretta concorrente che senza di lui ha fatto molto meglio non è un bel biglietto da visita. Non so che impatto potrà avere nello spogliatoio un tecnico con un curriculum così fresco alla squadra. Può piacere a Vigorito, ma deve piacere anche alla squadra. Per me è una scelta molto azzardata, ma mi auguro sia vincente. Non credo che la piazza e la critica siano state convinte di questa scelta“.
E’ favorevole al “giovane progetto” giallorosso? “Sono molto favorevole al puntare sui giovani. La storia che siamo un paese per vecchi e che si considera giovane un giocatore di 23-24 anni non mi trova d’accordo. I giovani vanno benissimo, ma fino a 21 anni al massimo. E’ giusto dover puntare sul vivaio, la Serie C rischia di morire e i casi di Torre del Greco e Taranto non sono casi isolati. La CONSOB chiude più di qualche occhio per volontà dei vertici della FIGC che non vogliono cancellare piazze importanti, ma poi assistiamo a situazioni ridicole come squadre che mandano i primavera in campo e non hanno soldi per gli stipendi, falsando i campionati. I club dovrebbero tornare alle origini, la C era il serbatoio del calcio italiano mentre oggi è diventato il cimitero degli elefanti.
Bisogna avere anche pazienza, i giovani hanno alti e bassi, fanno degli errori e sono inesperti, ma se sono forti prima o poi te lo danno indietro. E’ giusto puntare su un gruppo di giovani con attorno 3-4 calciatori esperti che li possano guidare e un tecnico che li sappia guidare insegnando loro il calcio. Se questa è la strada e si ha il coraggio di aspettare, la trovo giustissima. Se puoi si vuole immediatamente vincere, puntare sui giovani e cambiare allenatori, avendo fretta, c’è una contraddizione che non porta da nessuna parte. Vigorito in questi anni ha costruito un buon settore giovanile e qualche frutto glielo sta dando. Ci sono Perlingieri, Talia che ho visto crescere nella Keller, c’era Pastina che secondo me ha avuto una squalifica molto ingiusta, Nunziante che sta mostrando buoni numeri. Per me la C deve essere un grande progetto giovani, un serbatoio”.
Secondo lei quale è l’obiettivo del Benevento? “Coniugare giovani e risultati è assolutamente possibile, ma ci vuole sangue freddo e pazienza. Non il tecnico Pazienza, la parola. Aver cacciato così Auteri me lo spiegherei solo a causa di un litigio col Presidente, vedendo la situazione da fuori. Il cambio in panchina sembra la decisione di chi vuole vincere, ma non è una decisione fatta con i nervi saldi. Per vincere bisogna avere tranquillità, dare tranquillità e fiducia alla squadra. A meno che il Presidente non si sia resa conto che la squadra è scontenta, ci possono essere tante dinamiche anche extra-campo. Mi sembra, comunque, una scelta umorale e non tecnica: si è scelto un allenatore che è una vera scommessa. Rispetto Pazienza e penso che in futuro possa diventare un bravo tecnico, ma viene da una stagione e mezza negativa: anche l’anno scorso l’Avellino era una corazzata e non ha fatto bene. Penso non sia l’uomo giusto per Benevento, ma spero di essere smentito“.
Chi è la favorita del girone C? “L’Avellino si è rinforzato bene sul mercato, secondo me è la candidata principale a vincere il campionato. Attenzione però anche alle pugliesi, non vorrei che tra le due litiganti di 50 kilometri poi vincano altri. Mi sembra che l’Avellino abbia imboccato la strada giusta, mentre il Benevento la stia smarrendo. Spero sempre che salgano in due, non ho preferenze, una diretta e una tramite i play-off. Sarebbe magnifico vedere la Salernitana salva in B, l’Avellino e il Benevento promosse, oltre alla Juve Stabia e il Napoli in Serie A. Ho grande simpatia per Benevento e Avellino, così come per Castellammare e Salerno. MI auguro che la Casertana si salvi, è un’altra realtà importante della nostra regione. Fa bene a tutti che il movimento calcistico campano possa salire verso l’alto“.
Come mai il raggruppamento meridionale è sempre il più combattuto, con tante big presenti e tanti soldi spesi? “Al Sud non sanno fare calcio, questo è il problema grave. I modelli da copiare ci sono, ma non si valutano per quello che sono. Il Mantova l’anno scorso ha speso pochissimo, ora è in Serie B e ci sta anche bene. Ha scelto uno come Possanzini, tecnico giochista, e un direttore sportivo bravo, che ha saputo comprare e vendere. Le squadre non si fanno con i soldi, ma con la solidità della società e con i progetti. Chi sa fare calcio, ha un buon settore giovanile e sa crescere i giovani attorno a un progetto, nell’arco di 2-3 anni può vincere e continuare a vincere. Altrimenti si fa come Frosinone e Salernitana, che rischiano il doppio salto indietro.
Ad Avellino, che non so se vincerà, hanno spesso tanti di quei soldi in questi anni che avrebbero potuto fare un grandissimo settore giovanile che avrebbe potuto dare grandi frutti. Il calcio si fa con la programmazione, puntando sui giovani e su allenatori maestri di campo e su direttori sportivi che sanno individuare i giovani. Bisogna avere un Presidente con le spalle larghe e una tifoseria che cambi mentalità, che sia paziente. Bisogna dare tempo e fiducia. La Juve Stabia ha vinto con 2 milioni di stipendi e ora sta facendo una grande stagione in Serie B. Servono le competenze, i soldi non sono la prima cosa. Nel girone C ci sono tante squadre che spendono per provare a salire e l’anno dopo lottano per non fallire“.