Benevento, Vigorito: “Vogliamo vincere e pensiamo di sapere come fare: nessuno vuole restare in C. Pazienza scelto perché…”

Benevento, Vigorito: “Vogliamo vincere e pensiamo di sapere come fare: nessuno vuole restare in C. Pazienza scelto perché…”

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Il Presidente del Benevento ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione del neo-tecnico Pazienza, presentando il nuovo allenatore giallorosso e rispondendo così alle domande dei giornalisti.

Queste, dunque, le dichiarazioni di Oreste Vigorito dalla sala stampa del Ciro Vigorito in merito all’arrivo del tecnico pugliese sulla panchina giallorossa e non solo:

Ci mancava da un po’ di tempo fare una conferenza o chiacchierare un po’. Non avevo dato la mia presenza per una questione di impegni personali che sono sfumati all’ultimo momento, ho preferito essere presente per dare alcune ragioni che in questa città sono state sollevate nell’ultima settimana. Queste ragioni vengono accreditate o addebitate alla società, che risponderà tramite il Direttore Sportivo e il nuovo tecnico che comincia con una conferenza nel momento più difficile ma è giusto che si presenti. Credo sia giusto dare spiegazioni e capire io delle ragioni.

La presentazione del tecnico non è avvenuta la settimana scorsa perché ritenevamo che un allenatore arrivato a metà settimana aveva la necessità di conoscere squadra e ambiente in 2-3 giorni, sul comunicato c’erano scritte le ragioni organizzative. Si potrebbero fare meno illazioni e dare più prove concrete. Rassicuro tutti, chi aspettava di poter dire che “Vigorito sta smantellando tutto” ha avuto il suo momento ma ora dovrebbe smetterla. Sentirei una ferita nell’affetto e nell’amore che ho nei confronti di questa squadra e di questa città. Se decidessi di lasciare non ho debiti, non possono impugnarmi la gestione, lascerei una società in salute. Parlo delle opinioni diffuse, purtroppo. C’è anche qualcuno che ha pensato che io sia in confusione, voglio rassicurare sul mio stato mentale. Voglio dare spiegazioni a quella parte che insieme a me è ancora con il Benevento Calcio, una squadra che negli ultimi 7-8 anni è stata in B e A con quel presidente in confusione che voleva smettere. Adesso sono tornato alla realtà di questa società, dove si viveva la C. Ho solo detto che voglio vivere la C con grande orgoglio. Non ho detto che voglio restare in C come non ho detto che voglio vincere il campionato, ma ho detto che ci sono fondi miliardari che stanno arrivando dall’estero e che una squadra di una città di provincia non può pensare di competere con questi giganti, neanche Vigorito. Per questo stiamo puntando sul settore giovanile che da 20 anni funziona, ma ce lo dimentichiamo e ci dimentichiamo di calciatori o allenatori di grande profilo che sono venuti a Benevento. Ho detto che il calcio di Serie C mi appassiona perché mette in campo la passione e l’amore, ma non ho intenzione di rimanerci, anzi ho detto che vorrei andare in A.

Sul piano finanziario questa è la terza squadra che spende di più in questo campionato, è stata prima in classifica per quattro mesi. Ad Auteri vanno i miei saluti, visto anche che sono avvenuti in modo civile con una telefonata. E’ stato confuso il concetto “squadra giovane”-“progetto giovane”. Avevo detto che avrei cercato di portare avanti dei ragazzi di qualità, ciò non significa che avremmo preso ragazzi dalle scuole calcio, ma che avremmo inserito elementi ritenuti adeguati per i tecnici. E’ stato affidato a Mister Auteri, dal Direttore e da me, un gruppo di ragazzi sui quali Auteri doveva esprimersi e dire se fossero pronti per questo campionato. Il parere dell’allenatore e le qualità dei ragazzi ci hanno convinto che potevamo fare questo campionato. Abbiamo pensato fosse l’anno buono, ma ho detto che il progetto si svolgeva in tre anni: l’anno scorso abbiamo dovuto rallentare, il progetto di rivoluzionare questa mentalità non era riuscito completamente. Quest’anno siamo riusciti a fare una squadra quasi totalmente giovane, si era protagonisti di un ritorno alla passione del calcio genuino: avete condiviso un progetto. Pare che tutti sappiano che cosa devo fare io. Mi appello alla vostra intelligenza, al vostro amore per questi colori. Questi colori li dovete portare in giro voi e noi, ognuno con la propria posizione e competenza.

Non mi preoccupa essere stata l’unica squadra in Italia a non avere fatto acquisti. Pur essendo stato ultimo in Serie A e pur essendo accusato da tutti, compresi Presidenti di A, di aver speso 50 milioni di euro. E voi pensate che io quest’anno non spenda soldi per rimanere in Serie C? Bastava quando sono ufficialmente tradito da tesserati di quest’azienda. Una vergogna dal punto di vista di morale calcistica, tecnico e che mi ha fatto pensare. Non l’ho fatto per amore della squadra e di una città che pensava che io potessi risollevare il calcio da dove eravamo sprofondati. Questa riflessione mi ha portato a pensare che dovevamo ricominciare da capo. Non credo di avere 90 anni di C davanti, se li avessi e li facessi farei quello che avete fatto voi per 90 anni. State parlando con una persona e con dei collaboratori di mia fiducia che vogliono fare quello che tutti vogliamo fare: non vincere, ma sicuramente essere protagonisti. Questo non toglie responsabilità a chi ha sbagliato o sbaglierà, ma deve aiutare le persone a responsabilizzarsi. Non si può esaltare e denigrare, ma soprattutto non si può rompere il giocattolo. La promessa di vincere non è un contratto firmato, ma è l’intento di vivere delle emozioni anche sborsando dei soldi. Pensare di voler abbandonare una società dopo venti anni per non aver fatto una campagna acquisti e il fatto di essere gli unici a me non preoccupa. Se qualcuno pensa che con questa protesta sommersa possa andare via, allora deve risparmiare il fiato perché non andrò via da Benevento fino a quando ci sarà almeno un tifoso che sosterrà me e questi colori.

Dal 15 gennaio abbiamo fatto riunioni, c’eravamo io, Direttore e allenatore: ho dato carta bianca per fare gli acquisti. La valutazione tecnica l’avrebbe fatta il Direttore Sportivo e l’allenatore, ma dopo 15 anni penso di avere il diritto di dire se uno lo voglio o non lo voglio. L’idea era che la squadra fosse sufficiente, e lo è ancora. Abbiamo ragazzi che s’impegnano, hanno probabilmente dei limiti, ma qui agli scivoloni non si risponde con calci nel sedere. Sono un garantista, i colpevoli li denuncio in tribunale e aspetto le sentenze. Che cosa farà la società? Ciò che ritiene più giusto fare, consapevoli del fatto non siamo confusi, che abbiamo un Direttore competente e che abbiamo un allenatore che avevamo scelto due anni fa. Se qualcuno ha delle remore per le provenienze, ricordate le remore che avete avuto con De Zerbi, quando avete scritto “torna a casa, zingaro”. Dobbiamo stare attenti quando esprimiamo giudizi. Le vostre opinioni e interviste diventano di pubblico dominio. E’ finita l’epoca di pagare 2 milioni un calciatore che vale 100mila euro, punteremo sui ragazzi: un po’ acerbi, ma puliti; non molto maturi, ma che matureranno. A quel punto qualcuno avrà loro insegnato ad amare la maglia. Abbiamo fiducia nel futuro, in questa squadra, in questa società e in questi calciatori. Ma anche nella tifoseria, capace di scrivere striscioni di passione e altri meno appassionati: non li fermo, sono felice quando c’è partecipazione. Se vengono fuori indicazioni intelligenti, perché non ascoltare? Credo di aver dimostrato di essere tutto tranne un dittatore. Vogliamo vincere, pensiamo di sapere anche come, ma se questo vuol dire aver strappato un assegno in bianco, beh strappatelo“.

SUL MANCATO MERCATO DI GENNAIO E SU AUTERI: “Auteri era il primo sostenitore di questa squadra, anche sul mercato ha detto che se ne avessimo trovato un più forte bene. A gennaio è difficile che quelli forti qualcuno li venda, quelli infortunati sono sempre un pericolo mentre chi non gioca da altre parti può essere una sorpresa. Abbiamo sei osservatori, non è che non abbiamo voluto prendere giocatori ma abbiamo ritenuto che non ci fossero giocatori capaci di dare una variazione a questa rosa. Auteri era anche lui convinto che il rinforzo sarebbe dovuto essere di livello, anche se con una squadra al primo posto rischi di rompere il giocattolo. Scrissi un biglietto ad Auteri la sera che il Direttore gli aveva comunicato la cosa, non volevo obbligarlo a rispondermi chiamandolo ma gli dissi che mi poteva chiamare quando voleva: mi chiamò dopo 5 minuti. Il rapporto tra me, il Direttore e il Mister è ottimo: è stata una scelta sofferta. Aver fatto delle scelte in ritardo, negli altri anni, e sentirci dire che abbiamo aspettato troppo, è stato additato come causa di sconfitta. Per me il mercato durante il campionato non si dovrebbe fare, non è più soltanto un problema tecnico ma anche di scelta di persone. Non c’è stato alcun contrasto con Auteri, assolutamente. Dopo il pareggio con il Monopoli siamo rimasti a parlare con lui nello stadio, fino alle 2 del mattino, per cercare di capire: aveva lo stesso sentimento“.

SUL GIOVANE PROGETTO: “Quando dico che stiamo realizzando il progetto giovani, lo stiamo facendo indipendentemente dal risultato. Anche se perdiamo, i giovani giocano. Quando vidi Carli la prima volta, dissi che ero esaurito e che volevo dar via a un progetto che partisse dai ragazzi, visto che lui era un talent scout. Andreoletti fece 14 risultati utili consecutivi a Benevento, quest’anno al Padova è primo in classifica e ha perso solo una partita. Ci siamo resi conto che, a un certo punto, per proseguire il rapporto squadra-risultati-allenatore era necessario prendere un allenatore con maggior esperienza, perché in quella squadra c’erano anche giocatori di una certa età. Auteri è andato via perché, dopo un periodo di gioco e risultati, nelle ultime 10 partite è stato tredicesimo. Ne abbiamo parlato sempre, tutti i giorni, ma non siamo riusciti a individuare quello che poteva essere la ragione di quest’inversione di tendenza. In un anno, per non andare in B, ho cambiato 4 allenatori: forse ho sbagliato tutti e quattro, forse non dipendeva da loro. Auteri ha la massima stima e fiducia. Con 8 punti in 10 partite si va in quarta serie, non si vince il campionato. Contro il Monopoli c’erano Nunziante e Prisco, nessun altro giovane. Fino alle 2 del mattino dopo il Monopoli, ad Auteri, non ho chiesto dove si raccogliessero le arance in Sicilia, ma non abbiamo avuto risposte soddisfacenti“.

SULL’ARRIVO DI PAZIENZA E SUL SUPPORTO, ANCHE DEI TIFOSI: “A Biella ero convinto vincessimo, poi ci siamo mangiati due gol ed è andata come è andata. Proviamo a dare anche nel mondo del calcio un atto di fiducia che cominci a luglio e finisca a giugno. Abbiamo cambiato ora l’allenatore, non conosciamo altre varianti: a giugno faremo i conti, ma non potete dire a settembre che tutto è bello. Era facile andare contenti a casa a settembre, vincevamo 4-0. Non mi pare che stiamo facendo disinnamorare i tifosi, siamo la quarta società per abbonamenti ma la prima per abbonati che non vengono a vedere la partita e non da ora. Non vado a condannare le persone, la vita è complicata per tutti, ma dire che il numero minimo di spettatori dipende dal disinnamoramento dei tifosi non è vero. Apprezzo chi viene a prendere il freddo con me a Picerno, andavamo allo Stadium di Torino ma faceva freddo lo stesso. Questo è, e questo non condizionerà mai questa società a fare una cosa invece che un’altra. La responsabilità di portare avanti una squadra, una comunità, una famiglia non diminuisce se si è in mille o duemila. Rispetto tutti, ma non mi dite che sono io a far disinnamorare la squadra. Alla mia età sto facendo ancora tutte le trasferte.

SULLA GESTIONE DEI GIOVANI: “L’allenatore sceglie la squadra e il Direttore fa mercato, al massimo come un tifoso io dico che cosa mi piace e che cosa no ma mai altro di diverso. Non solo perché rispetto il lavoro di tutti, ma perché credo che sia giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Mi pare che Pazienza stia dando risposte di una coerenza incredibile, ha una sua idea e la espliciterà. L’allenatore di una volta guardava il calciatore e capiva se farlo giocare da uno sguardo. Nunziante è stato campione europeo u17. Riteniamo che i giovani bravi li dobbiamo far maturare noi. Perché il giovane campione dovrebbe andare fuori?. Prisco sarebbe dovuto andare via in estate, Auteri ha deciso di farlo rimanere perché lo ha ritenuto forte. Il Monopoli spende meno di quanto spento io per la prima squadra, pur giocando con i giovani. Questa è una squadra molto unita“.

SULLA PAROLA “INSIEME”: “Parlo della parole “insieme” da 20 anni, non è per prendere in giro qualcuno. Rivivremo momenti magnifici insieme? Non lo so, ma siamo qui per provarci. Siamo persone che non mollano. Facciamo acquisti funzionali al tecnico di turno. Perdiamo e vinciamo, insieme. Ci credo, per questo mantengo la squadra di calcio da 20 anni. Proviamo a continuare insieme, se lo riteniamo opportuno“.

SU STARITA: “Starita è arrivato l’anno scorso, sembrava diretto ad Avellino ma non era stato chiuso. Carli ha chiamato e lo abbiamo preso. Starita è venuto e ha fatto gol la prima partita, poi non ha più segnato. Vogliamo dare la colpa ad Auteri? Sarà successo altro. Borello e Starita, insieme, facevano la prima e la seconda punta al Monopoli e facevano una caterva di gol. Forse perché a Monopoli non avevano pressioni?. Il Direttore Sportivo del Monopoli alla Rai ha detto che erano partiti per salvarsi, ora sono su“.

SULLA SCELTA PAZIENZA: “Ha avuto una marea di pazienza nel capire quello che volevamo fare. Mi ha colpito per i concetti generali che un Presidente vuole, la concretezza e il pragmatismo che ha, oltre che alla voglia di fare una grande carriera da allenatore. Ha accettato con entusiasmo e pragmatismo, cose che secondo me mancavano al Benevento. Non è legato a un modulo, vuole trovare la migliore soluzione per i calciatori: entra in un merito di valutazione generale. Se non avrà pazienza sarà libero di andare via, io sono un Presidente che sta con la squadra. Non faccio un passo indietro neanche per prendere la rincorsa, il giorno in cui dovrò andare via dirò a tutti che “siamo arrivati”: ma quel momento non è ancora arrivato“.

SULLE DIFFICOLTA’ DIFENSIVE IN VISTA DI DOMENICA: “Numericamente i difensori li abbiamo, poi domenica scorsa c’è stata un’ecatombe. Però non possiamo immaginare queste situazioni“.