Ancora stragi di gatti in Campania. Il silenzio è complice e gli animali muoiono nell’indifferenza

Ancora stragi di gatti in Campania. Il silenzio è complice e gli animali muoiono nell’indifferenza

CronacaRegione
Senza rispetto per gli animali, possiamo davvero definirci civili?

In un’Italia che si considera civile, continua la scia di atrocità verso esseri indifesi. L’eco dei fatti di Torre del Greco (Napoli), dove si stanno compiendo delle vere e proprie atrocità, con decine di gatti avvelenati, riporta alla mente quanto accadde anche a Benevento nel 2022 (leggi QUI). Alcuni ragazzini, membri di una baby gang, si resero protagonisti di torture e uccisioni di diversi gattini indifesi. Per questo furono solo denunciati. 

Ma è chiaro che questi due casi, ma ce ne sono tanti altri in altre città, rappresentano solo la punta dell’iceberg di una questione di profonda insensibilità sociale e inadeguatezza normativa.

Ci siamo mai chiesti come muore un gatto avvelenato? È una fine atroce: il veleno corrode lo stomaco, il respiro diventa sempre più difficile, i muscoli bruciano prima di bloccarsi definitivamente. L’animale, confuso e terrorizzato, si nasconde per morire in solitudine dopo ore di agonia, con gli occhi pieni di paura e alla disperata ricerca di un aiuto che non arriverà mai.

La domanda sorge spontanea: perché? Perché qualcuno decide che questi animali “disturbano”? Perché si arrampicano, saltano o semplicemente perché esistono?

Nel frattempo, i nostri bambini imparano una lezione terribile: in Italia, chi avvelena un essere senziente rischia meno di chi ruba una bicicletta. Una multa, al massimo una denuncia. Il messaggio è chiaro e devastante: la vita di un essere vivente vale meno di un oggetto.

I casi si moltiplicano. A Torre del Greco (Napoli), l’8 dicembre scorso un’intera colonia felina di 10 gatti è stata sterminata. Il 6 marzo, a meno di due chilometri di distanza, altre 7 vittime innocenti. E chissà quanti altri casi rimangono sommersi, mai scoperti.

È impossibile che nessuno sappia. È impossibile che nessuno abbia visto. La verità è che l’omertà regna sovrana anche quando si tratta di violenza sugli animali. Le leggi rimangono inadeguate, i comuni indifferenti, la società silente.

Non possiamo più limitarci a parlare. È tempo di agire, di pretendere giustizia, di esigere leggi che proteggano veramente gli animali, di insegnare ai nostri figli l’amore verso gli animali e non di certo lo si può fare con l’indifferenza verso casi del genere. È tempo di riconoscere che la violenza contro gli esseri indifesi non è mai accettabile e chi la compie deve affrontare conseguenze adeguate alla gravità del gesto. E’ tempo di educare all’amore, anche verso gli animali. 

Perché una società che volta lo sguardo davanti alla sofferenza dei più deboli non può definirsi civile. E noi, con il nostro silenzio, rischiamo di diventare complici.