
Città Spettacolo Teatro, al “Comunale” un potente inno alle donne con lo spettacolo “Fiori d’acciaio”
AttualitàBenevento CittàPiacevole, divertente e fluido: lo spettacolo “Fiori d’acciaio” andato in scena ieri sera al Teatro Vittorio Emanuele di Benevento ha conquistato il suo pubblico con una rappresentazione leggera ma intensa, che ha lasciato spazio a più sentimenti e riflessioni.
L’opera, firmata dal drammaturgo statunitense Robert Harling e ispirata ad una storia vera, debutta in teatro per la prima volta a New York, nel 1987. Nel 1989, il regista Herbert Ross ne dirige l’adattamento cinematografico, portando nelle sale una pellicola che resta fedele alla commedia drammatica originale di Harling, di cui Julia Roberts ne diventa protagonista. Dalla regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, “Fiori d’acciaio” nel 2024 va in scena nei teatri italiani con un cast nuovo e variegato, composto da Martina Colombari, Anna Galenia, Gabriella Silvestri, Alessandra Ferrara, Stefania Micheli e Gloria Contrafatto, approdando anche a Benevento con la nuova Stagione Teatrale di Benevento Città Spettacolo.
“Fiori d’acciaio“, il cui nome si ispira alla magnolia, fiore indistruttibile, narra la storia di sei donne e un’amicizia che nasce tra pettegolezzi, ilarità e condivisione, fra le mura di un salone di bellezza di provincia. Sei amiche: ognuna diversa dall’altra sia per età che per posizione sociale, ognuna con la propria identità ed un passato che pesa, essenziale però per comprendere l’evoluzione che ogni personaggio subisce all’interno della cornice teatrale. Così, la commedia drammatica fa luce ancora una volta su alcuni aspetti e alcune battaglie che nel mondo di oggi affliggono parecchie donne, creando in ognuna di esse un filo conduttore e uno scambio reciproco di solidarietà.
Dalla violenza di genere alle debolezze generate da una malattia che avanza, dalla sofferenza che procura dolore al dolore che genera amore e crea legami indissolubili: l’opera emoziona ed arriva forte, come un potente inno alla donna. La rappresentazione, infatti, vuole in qualche modo celebrare la sua rinascita, singolare come quella di un fiore; la sua fragilità e la sua meravigliosa forza che, anche dalle ceneri, le permettono di generare sempre nuova vita e amore.