I sindaci dell’Alto Sannio si uniscono contro la demedicalizzazione del 118

I sindaci dell’Alto Sannio si uniscono contro la demedicalizzazione del 118

Politica
Il mantenimento della ‘demedicalizzazione’ del PSAUT scatena una dura reazione: “La sicurezza sanitaria dei cittadini è a rischio”.

La decisione dell’ASL di Benevento di mantenere “demedicalizzata” l’ambulanza del PSAUT (Punto di Soccorso Avanzato di Urgenza Territoriale) di Cerreto Sannita ha scatenato una forte ondata di protesta tra i sindaci dell’Alto Sannio. In una nota congiunta, i primi cittadini di Cerreto Sannita (Giovanni Parente), Guardia Sanframondi (Raffaele Di Lonardo), San Lorenzello (Antimo Lavorgna), San Lorenzo Maggiore (Carlo Giuseppe Iannotti), Cusano Mutri (Pietro Crocco) e Pietraroja (Angelo Pietro Torrillo) hanno espresso la loro contrarietà, definendo inaccettabile il provvedimento che ha ridotto l’assistenza sanitaria in una zona già vulnerabile per la sua conformazione geografica e la difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere.

L’assenza del medico a bordo dell’ambulanza, sottolineano i sindaci, rappresenta un grave depotenziamento del servizio sanitario, soprattutto in territori come quelli della Valle del Titerno e dell’Alto Sannio, caratterizzati da viabilità difficile, distanza dagli ospedali e una popolazione sparsa. “La decisione di non ripristinare la presenza del medico a bordo dell’ambulanza è inaccettabile perché si traduce in un depotenziamento dell’assistenza sanitaria che si ripercuote negativamente sui cittadini”, hanno dichiarato i sindaci, facendo appello a una pronta inversione di rotta da parte dell’ASL.
La situazione geografica della zona rende l’intervento tempestivo degli operatori sanitari cruciale.

“In questi territori, già svantaggiati per indici demografici e sanitari, la demedicalizzazione dell’ambulanza 118 di Cerreto Sannita determina una destrutturazione del servizio 118”, proseguono. Il riferimento è alla difficoltà di accesso che potrebbero incontrare i mezzi di soccorso, rallentando le operazioni di emergenza e minacciando la vita dei pazienti, specialmente in caso di patologie tempo-dipendenti.
Il rischio è chiaro e comprovato: “E’ statisticamente provato che nelle gravi patologie tempo-dipendenti, in cui si richiede tempestività e appropriatezza degli interventi, l’assenza del medico fa drasticamente diminuire le possibilità di sopravvivenza dei pazienti”. Un aspetto che ha spinto i sindaci a chiedere a gran voce il ripristino immediato del medico a bordo, per garantire la sicurezza e il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Un elemento che aumenta la rabbia dei sindaci è il trattamento differenziato tra le postazioni di soccorso. Se, infatti, l’ASL ha deciso di ripristinare la presenza diurna del medico sull’ambulanza 118 di San Bartolomeo in Galdo dal mese di gennaio, la stessa misura non è stata adottata per Cerreto Sannita, creando un “notevole disequilibrio” nell’offerta sanitaria. I sindaci ritengono che questa disparità violi la legge istitutiva dell’emergenza sanitaria, che impone l’uniformità dei livelli di assistenza su tutto il territorio.

A far lievitare ulteriormente la protesta è la carenza di medici, una situazione che potrebbe essere affrontata, secondo i sindaci, ricorrendo alle cosiddette “prestazioni aggiuntive”, una misura prevista dal legislatore e che, a quanto risulta, viene utilizzata in numero ridotto nell’ASL di Benevento. “Se la soluzione al problema della demedicalizzazione è strettamente connessa alla volontà dell’ASL di utilizzare le prestazioni aggiuntive, chiediamo che vengano adottate urgentemente”, hanno incalzato, chiedendo che la presenza del medico a bordo dell’ambulanza del PSAUT di Cerreto Sannita venga ripristinata a partire dal mese di aprile.

Un allarme che va al di là della mera amministrazione sanitaria. Si tratta di un appello per la tutela della salute, un diritto fondamentale che, per i sindaci, non può essere messo in discussione in nome di tagli o scelte organizzative. “I livelli essenziali di assistenza – affermano con forza – devono essere garantiti dall’ASL in modo efficace a tutti i cittadini, indipendentemente dalla localizzazione geografica dei comuni”.

Una battaglia che, oltre a unire i sindaci, ha il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione sanitaria di un territorio che, purtroppo, non ha la stessa visibilità e le stesse risorse delle aree più centrali. Una battaglia che, se non risolta, rischia di avere ricadute gravissime sulla sicurezza e sul benessere della popolazione dell’Alto Sannio.