
Campoli del Monte Taburno, scoperto nel centro storico un portale risalente alla prima chiesa del paese
AttualitàDalla ProvinciaUna antica porta sul passato che svela le radici religiose del paese. La rivelazione potrebbe cambiare la comprensione delle radici cattoliche della comunità e il legame con il Monte del Frumento.
Un ritrovamento straordinario, destinato a entrare nella storia non solo di Campoli del Monte Taburno ma dell’intera Arcidiocesi di Benevento, ha scosso la piccola comunità del paese. Un antico portale, nascosto per secoli dell’intonaco, all’ingresso di una casa in via Curignale, nel cuore del centro storico, è stato finalmente riportato alla luce.
L’edificio, abbandonato e ora in fase di ristrutturazione, ha svelato una testimonianza preziosa che potrebbe riscrivere la storia religiosa del paese. Al disegno impresso sulla pietra è stata aggiunta, successivamente una nuova iscrizione che “inquina” il più antico simbolo. Ma resta l’importanza del ritrovamento.
Il portale rinvenuto, che risale alla prima chiesa di Campoli, ha un significato dirompente. La scoperta sfata infatti una leggenda che sembrava epica: le voci sull’esistenza di una chiesa prima della parrocchiale dedicata a San Nicola, oggi centro della vita religiosa campolese, si trasformano in una realtà documentata. Questo antico portale, con le sue raffigurazioni sacre, porta una conferma storica che fino ad oggi era solo un’ipotesi.
Sul portale, ben visibile, si trovano due figure sacre: la Madonna con il Bambino. Un’immagine che svela non solo l’importanza religiosa della comunità campolese, ma anche il profondo legame con la figura della Madonna del Rosario, una devozione che è sempre stata centrale per la fede locale. L’immagine della Madonna e Gesù Bambino al centro di una nicchia, affiancata da due angeli, spiega infatti questo forte legame con il culto mariano, simbolo di protezione e speranza per la comunità.
A scoprire il portale sono stati Nicola Caporaso, proprietario della casa, e il giovane architetto Cosimo Gisoldi, che hanno immediatamente compreso il valore storico della scoperta. “È una notizia che va oltre la semplice archeologia – afferma Gisoldi – È un pezzo di storia che conferma quanto il nostro paese fosse già un centro di fede molto prima della costruzione della chiesa attuale di San Nicola”. Un ritrovamento che, oltre a essere straordinario, diventa un punto di riferimento per gli studi storici sulla zona.
La scoperta, tuttavia, non è solo una sorpresa, ma un vero e proprio riscontro alle ricerche e agli studi condotti per decenni dal compianto professore Giuseppe Pinuccio Orlacchio. Orlacchio, figura di spicco della cultura campolese, aveva raccolto, negli anni, scritti e testimonianze, tra cui alcune risalenti al 1700, di don Giovanni Giordano, uno dei più importanti storici diocesani sanniti. Proprio grazie a questi studi, Orlacchio aveva ipotizzato l’esistenza di una chiesa preesistente, e ora il ritrovamento del portale fornisce una prova concreta delle sue teorie.
“Questo portale potrebbe essere quello d’ingresso della prima chiesa di Campoli, che Orlacchio aveva localizzato vicino al vicolo Dei Panella”, continua Gisoldi. Ma l’ipotesi non finisce qui. Il portale potrebbe anche appartenere a un’altra importante realtà religiosa: una Congrega, che era molto diffusa fino alla fine del XIX secolo. Se così fosse, la scoperta sarebbe di fondamentale importanza per comprendere meglio le strutture religiose e sociali del passato campolese.
E non è tutto. Un’altra ipotesi che sta guadagnando terreno è quella che il portale ritrovato possa appartenere al Monte del Frumento, l’istituto bancario che Papa Orsini, da vescovo di Benevento, fondò a Campoli nel XIX secolo. Il Monte del Frumento fu creato con l’obiettivo di supportare i contadini della Valle Vitulanese, aiutandoli nei momenti di difficoltà economica. Un’idea di solidarietà e promozione sociale che potrebbe, se confermata, rendere il ritrovamento ancora più sensazionale.
La creazione della Banca del Frumento a Campoli, allora borgo del comune di Cacciano, accorpato a Cautano a metà del 1800, fu una mossa strategica per incentivare lo sviluppo di un nuovo paese. Questo legame con Papa Orsini e l’impegno verso il territorio potrebbero conferire al portale un valore storico ancor più rilevante, se dovesse effettivamente appartenere all’ingresso dell’istituto.
A oggi, sono già partiti ulteriori studi per determinare con certezza l’origine e la funzione del portale. Le indagini sono condotte da Cosimo Gisoldi, in memoria di Giuseppe Pinuccio Orlacchio, un uomo che ha dedicato la sua vita alla cultura campolese, all’associazionismo e alle attività parrocchiali del paese.
Il ritrovamento ha suscitato una forte emozione anche tra i cittadini di Campoli. “È una notizia che ci fa sentire ancora più legati alle nostre radici”, commentano i residenti, orgogliosi di vedere riconosciuta la loro storia. Il portale, infatti, non è solo un oggetto di valore storico, ma un simbolo della fede, delle tradizioni e della cultura che hanno caratterizzato la comunità per secoli.Con l’avvio delle nuove ricerche, i riflettori sono puntati su Campoli del Monte Taburno, dove il passato e il presente si intrecciano in una storia affascinante che continua a stupire. L’antico portale, simbolo di un’epoca che sembrava perduta, è ora una testimonianza tangibile della forza della tradizione religiosa del paese, pronta a rivelare nuovi segreti e misteri nascosti nel cuore di un borgo che ha tanto da raccontare.


