
ESCLUSIVA BN24 – Agostinelli: “A Benevento esperienza breve ma intensa, la piazza mi è rimasta nel cuore. Vigorito è fantastico”
Benevento CalcioCalcioSidebar intervistaAbbiamo raggiunto telefonicamente Mister Andrea Agostinelli, ex giocatore tra le altre dell’Avellino nella stagione 1985-86 ed ex tecnico del Benevento nel finale dell’annata 2022-23 culminata con la retrocessione in Serie C (resa da lui meno amara), per avere una sua opinione riguardo alla stagione giallorossa e non solo.
Agostinelli, reduce dall’inspiegabile esonero dal Flamurtari Valona, squadra della Serie B albanese seconda in classifica a poche giornate dalla promozione in Kategoria Superiore, ha ricoperto anche il ruolo di capo dell’area scouting della Strega nella stagione 2023-24 e ha commentato così, in esclusiva, il momento del club sannita.
Salve Mister Agostinelli, partiamo dall’attualità: lei che ha vissuto entrambe le piazze, che derby si aspetta domani tra Avellino e Benevento? “Sono passati decenni da quando ho vissuto la piazza di Avellino, eravamo in Serie A. C’era anche Ciro Vigorito, ho un grande ricordo. Sono due tempi diversi, a Benevento sono stato allenatore. Ci sarà uno stadio pieno, sarà una partita veramente da tripla. Se è vero che l’Avellino in questo momento ha l’entusiasmo a suo favore, il Benevento è una squadra che ha solo bisogno di ritornare a una vittoria per riprendere un po’ di autostima che gli manca. Sarà una partita tutta da vedere. Il Benevento non può permettersi di perdere. Magari non è più uno scontro diretto per i punti di distacco che ci sono, ma neanche l’Avellino può perdere in casa se vuole mantenere il primo posto“.
Lei è stato il quarto allenatore della stagione 2022-23, culminata con il ritorno in C dopo 7 anni: che ricordi ha di quell’esperienza? “E’ stata un’esperienza breve, ma piena di sentimento. Tra me, pubblico e società era nato un rapporto di stima, non so. La gente ha apprezzato la trasparenza e la pulizia del mio carattere, la voglia di cercare in tutti i modi di fare questo miracolo. La squadra reagì subito molto bene, per questo ho sempre ringraziato tutti. Con le persone e i tifosi è stato bello, ho avuto tanti attestati di stima. L’anno dopo il Presidente Vigorito, persona fantastica, ha voluto che rimanessi lì come scout: è stato un premio che va al di là dell’aspetto economico, parlo di rapporti. Per questo sono rimasto legato a questa squadra e a questa società“.
A distanza di tempo, è riuscito a capire quale fosse stato il problema di quell’annata maledetta? “Ne ho viste tante di squadre, ci sono dei gruppi che vanno d’accordo e altri che invece… La squadra aveva cambiato quattro allenatori, in questi casi non sono tutti stupidi. Singolarmente i giocatori erano molto bravi, mi sono capitate annate del genere anche da giocatore. Era un gruppo che doveva essere rifondato, è stato l’aspetto negativo di quell’anno. O anche che magari nessun allenatore era riuscito a cimentarsi con questo gruppo, non era sicuramente facile“.
Ha lavorato a contatto con il Direttore Carli, finito recentemente nel mirino della critica: come lavora e come si spiega l’immobilismo nel mercato invernale? “Marcello Carli ha fatto categorie superiori, non ci sono dubbi sulla sua bravura. Dove è stato ha fatto sempre bene. Quest’anno sono stato fuori e ho fatto fatica a seguire i movimenti di mercato. Ha una carriera alle spalle che ha dimostrato tutto il bene possibile. Forse ci si aspettava una rifondazione più veloce di quel gruppo di cui abbiamo parlato, invece è rallentata. Tutti ci aspettavamo che la rifondazione potesse arrivare prima, considerate le potenzialità della società“.
Il Benevento di Auteri sembrava avere il campionato a portata di mano, come si spiega il rendimento recente? “Queste sono le cose del calcio che si faticano a spiegare. Auteri, come carriera, è uno dei migliori allenatori della Lega Pro, nessuno lo ha mai discusso. Il calcio è bello forse anche per questo, non riesci a darti spiegazioni quando una squadra arriva prima in classifica a dicembre e poi ha questo calo così. L’allenatore è sempre lo stesso, qualcosa si è potuto rompere. Da fuori leggo queste cose. Dare un giudizio di quello che possa essere successo faccio fatica, ma a volte il calcio non dà risposte“.
Il progetto giovani del Presidente Vigorito può portare risultati importanti? “Assolutamente sì. Oggi dire qualcosa al Presidente mi sembra assurdo, considerando quello che ha fatto il Presidente per il Benevento e per il Sannio. L’unica cosa che posso pensare è che probabilmente questo processo di ringiovanimento di una rosa anziana, di un gruppo che si era un po’ sfaldato, è andato un po’ troppo a rilento. L’idea iniziale, però, era assolutamente giusta. Quel gruppo non poteva ricominciare ed era piano piano da riuscire a farlo terminare. Dalla partita vinta contro la Juventus, in Serie A, per il Benevento c’è stato un crollo incredibile. A quel punto devi cambiare assolutamente tutto, ma magari ci si aspettava che ci si mettesse meno tempo“.
Adesso la Strega deve puntare ai play-off? “Proprio perché in questo momento nessuno pensa più al Benevento, basterebbe una vittoria per dare stimoli a una squadra che non ha questo valore. L’autostima dei giocatori è bassa, basterebbe una vittoria per pensare e accorgersi di essere sempre competitivi ai play-off. Ho speranze che nel post-season questa squadra possa fare il grande risultato“.
La squadra come ha vissuto, secondo lei, l’esonero di Auteri in favore dell’arrivo di Pazienza e il suo ritorno un mese dopo? “Il gruppo lo vive, devo essere molto drastico, con un ‘morto un papa, se ne fa un altro’. L’ho vissuto come giocatore. La cosa principale nelle squadre è creare un alchimia tra allenatore e giocatori, entrare nelle loro teste è determinante: anche più della tattica. Il Presidente ha cercato di dare il massimo e fare il massimo. Di persone come lui nel mondo del calcio se ne trovano poche, ci sono pochissimi presidenti così. Dal punto di vista umano ci ha sempre messo la faccia, per il Sannio tutto ha fatto la differenza“.
Dopo l’allontanamento di Auteri in molti facevano il suo nome per la panchina giallorossa: tornerebbe un giorno? “Il rapporto che ho con il Presidente e con la città di Benevento va al di là dell’aspetto sportivo. In qualsiasi momento il Benevento sa che io ci sono, come lui in un certo momento c’è stato per me. Questo è un rapporto che durerà per tutta la vita. Ho visto una persona d’altri tempi, mi ha fatto piacere perché oggi faccio fatica a trovarne. Anche il Presidente penso che mi abbia capito come persona, indipendentemente dall’aspetto sportivo. Faccio questo mestiere da tanti anni e finché c’è la voglia continuerò. La piazza di Benevento mi è rimasta nel cuore, per il legame che si è creato“.
Come si spiega il suo esonero dal Flamurtari Valona? “Purtroppo a volte ci sono delle ingerenze che non mi stanno bene. Ma va bene così. A quattro domeniche dalla fine, a 20 giorni dalla fine, abbiamo vinto il campionato… la festa la farà qualcun altro, mi dispiace per quello. Ho la stessa passione del 1° giorno, ho scritto record in Albania: 21 vittorie in 29 partite, 5 pareggi e sole 3 sconfitte. Nel calcio ci sono cose inspiegabili, ho fatto 2.32 di media punti a partita: meglio dell’Inter“.
Foto: Screen DAZN