
Cerreto Sannita| Parco Nazionale del Matese: una decisione che preoccupa la comunità
PoliticaA Palazzo del Genio si è svolta una vivace riunione pubblica: mobilitazione contro le nuove norme di attuazione, accusate di minare l’economia locale.
Una sala gremita di cittadini provenienti da diverse zone del Matese, del Casertano, del Molise e persino dall’Abruzzo: ieri sera, il Palazzo del Genio di Cerreto Sannita è stato il teatro di un acceso incontro pubblico sulla questione del Parco Nazionale del Matese. Un tema che ormai non può più essere rimandato, e che solleva preoccupazioni tra coloro che, quotidianamente, lavorano e vivono in questo territorio.
L’incontro, organizzato dal gruppo di opposizione locale, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, e di tantissimi cittadini. Un segnale evidente di quanto questo progetto stia generando divisione e ansia per il futuro. A dare il via ai lavori, il capogruppo consiliare Vincenzo Di Lauro, che ha sottolineato l’importanza di una discussione aperta e costruttiva. Ma la vera tensione è emersa con la relazione di Antonio Barbieri, che ha sollevato i toni contro il Parco Nazionale, accusato di portare con sé norme di attuazione che rischiano di “bloccare lo sviluppo del territorio per le prossime generazioni”.
La critica principale riguarda le restrizioni che il Parco impone alle attività locali, in particolare quelle agricole e zootecniche. Le nuove normative, infatti, vengono considerate un freno allo sviluppo e un ostacolo per le imprese locali, già alle prese con difficoltà economiche. Barbieri ha insistito sul fatto che “le politiche attuate non riflettono gli interessi reali del territorio”, accusando le istituzioni di aver preso una decisione che impatta gravemente sull’economia locale senza averne compreso appieno le ripercussioni.
La discussione si è infiammata durante gli interventi delle numerose associazioni presenti: agricoltori, allevatori, comitati di tutela del territorio e associazioni venatorie hanno espresso la loro ferma opposizione a quelle che ritengono decisioni politiche imposte senza un reale coinvolgimento delle comunità locali. Le preoccupazioni sono emerse con forza: “Non possiamo permettere che le normative nazionali ci blocchino, mentre rischiamo di vedere le nostre aziende chiudere”, ha dichiarato un rappresentante degli agricoltori. Un coro unanime che ha sottolineato la necessità di reagire con forza a quelle che vengono percepite come “restrizioni insostenibili”.
A conclusione dell’incontro, il gruppo di opposizione ha lanciato una proposta concreta: la raccolta firme contro le norme del Parco Nazionale del Matese. È stato distribuito un modulo per consentire ai cittadini di esprimere il proprio dissenso, con l’intento di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e le istituzioni. “Non possiamo rimanere indifferenti”, ha affermato Di Lauro, “è necessario mobilitare ogni risorsa per difendere le aziende locali e l’economia del nostro territorio”.
Il gruppo di opposizione ha anche ufficialmente costituito un comitato cittadino contro la realizzazione del Parco Nazionale, con l’obiettivo di contrastare una decisione che molti considerano “un pericolo per il presente e il futuro del Matese”. La partecipazione massiccia alla riunione e la determinazione dei presenti sono segnali chiari di una battaglia che si preannuncia lunga e difficile, ma che nessuno è intenzionato a perdere.
Il clima che si respirava nella splendida cornice di Palazzo del Genio era quello della determinazione. I cittadini cerretesi e dei paesi limitrofi sono pronti a lottare per salvaguardare le loro tradizioni, il lavoro e l’economia locale. “Il nostro compito è quello di stare dalla parte della gente e operare per il bene della comunità”, hanno dichiarato i membri del gruppo di opposizione, concludendo la serata con la certezza che, in una battaglia di questo tipo, non si può mai abbassare la guardia.
Questa vicenda, infatti, sembra destinata a far discutere ancora per molto. Il futuro del Matese e delle sue comunità potrebbe dipendere da come si evolverà la lotta contro un progetto che, per molti, rappresenta un’imposizione insostenibile. La sfida è appena iniziata.



