Calcio a porte chiuse? Parla Gravina

Calcio a porte chiuse? Parla Gravina

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Come vi abbiamo detto (leggi QUI), nella giornata di ieri c’è stata una telefonata perlustrativa del Premier, Mario Draghi, al Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, con l’intento di capire come il mondo del calcio pensa di organizzarsi per contenere gli effetti di questa quarta ondata. Sul tavolo due ipotesi: quella di una sospensione dei campionati, che neanche Draghi ritiene al momento all’ordine del giorno e che Gravina esclude a priori, e quella di chiudere per qualche settimana gli stadi, in attesa che la situazione pandemica migliori.

Di tutto ciò, ne ha parlato proprio il Presidente FIGC, Gravina, che nell’intervista rilasciata a TuttoSport ha raccontato del dialogo con il Primo Ministro, sottolineando che non c’è alcun pensiero di sospendere i campionati. Diverso il discorso per quanto concerne gli stadi: il rischio di rivedere gli spalti vuoti e senza tifosi è abbastanza concreto. Queste le parole di Gravina: “Al Presidente del Consiglio ho spiegato la situazione del nostro calcio, visto l’arrivo della quarta ondata del virus. Questi non ci ha chiesto di fermare i campionati né tantomeno di proclamare una chiusura dei tornei a tempo indeterminato. Draghi ha voluto conoscere l’andamento di un movimento che conta un milione di tesserati: parliamo di una fra le prime dieci aziende italiane, con un sistema professionistico che ha subito danni per oltre un miliardo di euro a causa del Covid“.

SULLA CHIUSURA DEGLI STADI – “Come già accadde due anni fa, al tempo della prima e della seconda ondata, il Sistema Calcio la vuole andare avanti e superare i nuovi ostacoli, che il Covid sta creando. Esiste, evidentemente, il rischio che un ulteriore incremento dei contagi ripristini partite con gli stadi a porte chiuse: è già avvenuto in Bundesliga, mentre in altri Paesi sono state adottate decisioni, volte ad imporre la riduzione del numero degli spettatori. Nessuno può prevedere con certezza l’evoluzione della situazione“.