San Giorgio del Sannio. Cittadella dello Sport, scoppia la polemica
PoliticaSAN GIORGIO DEL SANNIO. E’ scontro tra maggioranza e opposizione a San Giorgio del Sannio: materia del contendere la paternità della costruenda Cittadella dello Sport.
Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco di San Giorgio del Sannio, Angelo Ciampi, annunciava l’approvazione, nell’ultima seduta di Giunta comunale, del Piano Urbanistico Attuativo (PUA) relativo all’area ricompresa tra il Palazzetto dello sport, Via Olmo lungo, via Appia e Via 150° Unitá d’Italia. Lì, stando alle intenzioni dell’Amministrazione, dovrebbe nascere la nuova “Cittadella dello Sport“.
“L’intervento prevede la realizzazione di una piscina coperta semiolimpionica, un blocco con servizi di bar-ristorazione ed un piccolo edificio residenziale su tre livelli oltre ad ampie aree a parcheggi attrezzati che saranno realizzati interamente con capitali privati dall’imprenditore che ha proposto l’intervento. Al comune sarà ceduta gratuitamente un’ampia area di circa 17.500 metri quadrati dove l’amministrazione comunale intende realizzare il nuovo stadio con annessi servizi. Da subito ci attiveremo per intercettare le risorse necessarie alla realizzazione del nuovo impianto che dovrà sostituire il campo sportivo di via Gustavo Baldassare, ormai vetusto ed inadeguato alla pratica sportiva concepita in chiave attuale e moderna“. Le parole di Ciampi.
Sul punto, però, è intervenuto il consigliere di opposizione Giancarlo Bruno, che, con un comunicato che abbiamo riportato integralmente QUI, ha offerto una diversa rappresentazioni dei fatti, sottolineando come, secondo lui, Ciampi stesse provando ad appropriarsi di meriti altrui: “Nessuno però dice che la Cittadella dello Sport, tanto sbandierata da questa Amministrazione, è frutto del lavoro di altri e precisamente frutto del lavoro dell’Amministrazione Nardone, che approvò il PUC (Piano Urbanistico Comunale) prima in Giunta (delibera n. 60 del 07.03.2006) e poi in Consiglio comunale (delibera n. 11 del 31.05.2007)“.
Bruno spiega anche il perché la precedente Amministrazione Nardone, dopo aver approvato il PUC non approvò anche il PUA dando via all’opera: “La risposta è più semplice di quella che può sembrare: i proprietari dell’epoca, e precisamente i Monaci di Montevergine, non avevano nessun interesse a edificare, in quanto impegnati evidentemente in attività spirituali piuttosto che materiali. Non avendo nessuna intenzione di costruire su quel terreno non hanno mai presentato nessun PUA. Le cose evidentemente sono cambiate dopo la vendita del terreno. A distanza di tempo, i Monaci hanno venduto e chi ha acquisto ha presentato il PUA di iniziativa privata, senza il quale ovviamente non avrebbe potuto ricevere il permesso a costruire e, quindi, non avrebbe mai potuto realizzare la cubatura acquistata“.
“Quindi la perequazione -precisa il consigliere -, vale a dire il trasferimento gratuito di 17.500 mq di terreno al Comune di San Giorgio del Sannio e tutto quanto oggi viene sbandierato, non è affatto merito di questa Amministrazione, che ha ereditato una scelta politico-amministrativa e urbanistica di altri. Sono contento che costoro provino a fare proprie scelte altrui, vantando meriti che non hanno e propagandandole come proprie. Questo vuol dire solo una cosa, e cioè che chi ha amministrato in quel tempo probabilmente tanto male non era e probabilmente tanto male non ha amministrato“.
Le osservazioni di Bruno hanno scatenato una reazione piuttosto veemente da parte di Ciampi che con un post Facebook ha risposto, a suo modo, senza però, per la verità, entrare nel merito della questione posta dal collega di opposizione, ma rivolgendo la propria attenzione su altre scelte compiute dall’Amministrazione Nardone e contenute nell’ormai famoso PUC del 2006. Queste le sue parole: “Il PUC approvato nel 2006 da Giancarlo Bruno é quello che ha consentito un’edificazione selvaggia a Bosco Lupino, a via Bosco Lucarelli, a via De Sanctis, a via Baldassarre, a Viale Aldo Moro, nell’area del cimitero di via Toppa solo per fare qualche esempio. Sono sorti palazzi laddove c’erano cortili. Li si é consentito di costruire senza che vi fossero strade ed infrastrutture primarie , senza servizi, senza una logica urbanistica unitaria e coerente. Senza pensare a quello che ancora prevede quel PUC in alcune zone del paese come l’area di viale Aldo Moro dove sono previste alcune decine di migliaia di metri cubi di nuovi fabbricati che porterebbero all’invivibilità quella zona, già invivibile“.
“Oggi Bruno -conclude il sindaco-, non avendo ancora capito che la campagna elettorale é finita e lui ha conquistato la medaglia di bronzo proprio perché i cittadini hanno condannato quelle decisioni, avanza meriti che non ha, ignorando che le sue scelte sono quelle che hanno sfregiato in maniera irreversibile la città con una densità demografica pari alle città indocinesi. Se avesse voluto fare qualcosa per realizzare impianti sportivi e spazi di aggregazione per i giovani nei suoi 15 anni di mandato avrebbe tranquillamente potuto farlo ma di tutto questo non ce n’è traccia. L’onestà intellettuale di chi ha avallato scelte urbanistiche catastrofiche per la nostra città dovrebbe indurre al silenzio chi le ha prodotte e a dare con umiltà e senso di responsabilità una mano a chi oggi vuole finalmente dare una svolta alla nostra città e a portare a compimento la cittadella dello sport che diventerà il fiore all’occhiello per il nostro paese. Per la prossima campagna elettorale ci sarà tempo. Questo é il momento di lavorare a testa bassa per dare quelle risposte ai cittadini che non sono arrivate negli anni passati“.
Non si è fatta attendere la controreplica di Bruno che non le ha mandate a dire. “A proposito di chi suggerisce il silenzio dimenticando che siamo in democrazia”, titola così il proprio intervento l’Avvocato, facendo chiaro riferimento alla richiesta di silenzio avanzata da Ciampi nel suo intervento.
“La risposta scomposta e piena di acredine del Sindaco -scrive Bruno- sembra fare da specchio a chi si smaschera dal goffo tentativo di attribuirsi la paternità di un atto urbanistico che non gli appartiene. Capisco lo stato d’animo di chi rincorre i social like per misurare continuamente il consenso ma meno comprensibile appare la sua reazione poco istituzionale, irrispettosa dei ruoli tipica di chi non ha argomenti da utilizzare e la butta in caciara. Tutto questo mi ricorda la storia di quello a cui si chiede A e risponde B. Ad onor del vero non posso esimermi dal ricordare ad Angelo Ciampi 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐏𝐔𝐂 𝐧𝐞𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟔 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐡𝐚 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐨, 𝐦𝐚 𝐢𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐚𝐧𝐧𝐢𝐨, di cui Giancarlo Bruno era il 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨, ruolo che (probabilmente egli non sa) essere caratterizzato da 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐫𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢𝐭à 𝐞 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚; insomma ruolo di 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐬, soprattutto quando lo si ricopre, come avvenne nel 2006, senza deleghe”.
“Quel Consiglio comunale -prosegue-, di cui mi onoro di averne fatto parte, ebbe il coraggio di approvare un PUC, superando una progettualità urbanistica vecchia di alcuni decenni. Aggiungo che mai nessun Consiglio comunale prima di allora era stato capace di modificare. Le affermazioni prive di cognizione di causa di autore e 𝐰𝐫𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐞 𝐬-𝐜𝐨𝐧𝐧𝐞𝐬𝐬𝐢, colme di populismo spicciolo, offendono l’onore e la professionalità di quei consiglieri comunali, che hanno lavorato duramente e con onestà intellettuale, alcuni di quali oggi sono tra suoi convinti sostenitori… o meglio fino ad oggi… domani, dopo i suoi 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐥𝐨𝐠𝐠𝐞𝐫 𝐞 𝐩𝐨𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨, non so. Probabilmente Angelo Ciampi non sa è che quel PUC fu approvato in assenza del PTCT della Provincia di Benevento (cui fu adeguato successivamente) e aveva l’obiettivo di stare al passo di altri Comuni della Provincia di Benevento, della stessa dimensione demografica di San Giorgio del Sannio, per ricordargliene alcuni Telese, Sant’Agata dei Goti, Montesarchio, ect…, in una visione proiettata al futuro e non al passato. Per cui se egli provasse a leggerlo, piuttosto che fare perenne campagna elettorale su Facebook, potrà trovare strumenti urbanistici innovativi come i comparti edilizi e la perequazione, che oggi scopre per la prima volta e che sbandiera 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐥’𝐀𝐦𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚”.
“Visto che il PUC approvato nel lontano 2006 non è di suo gradimento -conclude Bruno-, può apportarne le modifiche che ritiene più opportune, visto che i cittadini di San Giorgio del Sannio gli hanno dato l’onore di amministrare il nostro meraviglioso paese. Anche io sono sicuro che la Cittadella dello Sport sarà un fiore all’occhiello della nostra comunità, ma lo sarà grazie a tutti coloro che avranno direttamente o indirettamente lavorato al progetto, a partire da chi lo ha previsto urbanisticamente. E sarà anche merito di chi saprà intercettare i necessari finanziamenti e realizzare le opere concrete. Si tratta di processi amministrativi lunghi e laboriosi. 𝐍𝐨𝐧 𝐚𝐦𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐯𝐮𝐨𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐠𝐢𝐫𝐨 𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐠𝐢𝐨𝐫𝐠𝐞𝐬𝐢“.