A tutto Vigorito su tifosi, Caserta e Lapadula: “Solo restando uniti si può coltivare quel sogno”

A tutto Vigorito su tifosi, Caserta e Lapadula: “Solo restando uniti si può coltivare quel sogno”

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Il Presidente del Benevento Calcio, questa sera, ha partecipato come ospite della trasmissione Ottogol.

Oreste Vigorito ha commentato il momento della squadra giallorossa, l’atteggiamento di Mister Caserta e la questione Lapadula.

Queste, quindi, le sue parole ad Ottochannel:

SULLA VITTORIA CONTRO IL CITTADELLA: “Ci voleva, per ridare un po’ di ottimismo ad una squadra che sta attraversando un momento difficile con tifoseria e società. Dobbiamo stare tutti insieme, ma ci sono quelli che stanno in, quello si, e quelli che non hanno neanche il finale. La vittoria non servirà a tornare tutti insieme ma a far capire che insieme si può andare da qualche parte“.

SUL GIOCO DI CASERTA E SULLA SQUADRA: “Caserta guarda sempre l’avversario, ed ha un motto in cui crede molto. Ritiene che il Benevento abbia tanta qualità, ma non tanta da poter snobbare l’avversario. Nel momento in cui quindi il Benevento non riesce ad esprimere le sue qualità va in difficoltà. Ieri giocava contro la squadra più cattiva della Serie B che ha perso due delle ultime 14 partite, di cui una ieri. Caserta ha voluto tentare di vincere con le armi dell’avversario, ma non era assolutamente facile né per la condizione mentale del team né per l’ambiente intorno, per il fatto che giochiamo soli. In casa abbiamo pochi tifosi oltre qualche mio amico, in trasferta invece abbiamo un gruppo che ci segue e vanno ringraziati. Negli ultimi incontri, persi con qualche dubbio, sta giocando con una serie di infortuni ed assenze che tutti dimentichiamo. Quando giochiamo bene ci viene rimproverato di non avere la mentalità della B, quando invece giochiamo così dite che siamo sporchi, brutti e cattivi. Diteci cosa dobbiamo fare“.

SULLA STAGIONE E SULLA SOCIETA’: “Io credo che i componenti di una società di calcio siano in egual modo importanti. Uno, però, deve essere il finalizzatore dei problemi e delle gioie di tutti, e questo è il Presidente. Il Presidente ha il ruolo di osservatore e rispetto delle varie funzioni. In un anno anomalo, questo Benevento nonostante tutto non è mai uscito dalla zona play-off, a -6 dalla prima in classifica che viene elogiata dalla stampa, è seguita da 12mila tifosi e che punta la A da un paio d’anni. Lì c’è stato un lavoro di programmazione. Noi siamo una squadra che veniva da una delusione, da una retrocessione, rispetto al Parma milionario che è dietro ed all’ostico Crotone che lotta per i play-out. Il Monza di Berlusconi e dell’amico Galliani è un punto davanti a noi, nonostante fosse il favorito. Il Benevento, era stato detto dai giornali e dagli opinionisti, avesse l’obiettivo dei play-off, e così è. Ho dichiarato di voler avere una squadra con un’integrazione di esperti e giovani, per programmare una squadra. Mi pare che lo stiamo rispettando in pieno, questo continuo pessimismo ed allontanamento non dico che è fuori luogo, ma vorrei che quando parliamo tutti usassimo parole della categoria a cui appartiene. Un giornalista o un dirigente di calcio non può dire che questa stagione è un fallimento, quando siamo al sesto posto. Un tifoso non può dire che non va allo stadio perché lo stadio è costoso, quando noi abbiamo fatto varie promozioni. Se i calciatori sono lontani dalla città è perché era proibito, eppure io ho sentito che è stato Vigorito ad allontanare la squadra dalla città. Vigorito è vicino alla città non solo come Presidente di calcio, ma anche come Presidente di Confindustria. Sembra sempre che dobbiamo fare qualche altra cosa. Parliamo di calcio sì, ma con equilibrio. Questa squadra sta mantenendo le promesse fatte alla società dall’inizio, se non lo avesse fatto starebbe dove sta ora il Lecce, eppure dista solo due partite. Io non credo ci sia da dire qualcosa su questa società e questa squadra. Stiamo parlando di calciatori che nel proprio curriculum hanno almeno 100 presenze in Serie A, non so di che cosa stiamo parlando“.

SU LAPADULA: “Io continuo a dire le stesse cose. Lapadula non è mai uscito dal Benevento Calcio, ha avuto un deferimento per il suo comportamento non da calciatore o da lavoratore dipendente. Lapadula ha avuto alcune offerte, considerate inadeguate dalla società non per il valore economico ma perché nel momento in cui cedi un attaccante come lui devi avere pronta una sostituzione. Sono rapporti di lavoro, io faccio il Presidente e loro i lavoratori. Io al calcio non ho mai chiesto nulla se non una somma di emozioni da condividere con giocatori in campo e con i tifosi sugli spalti. Io devo analizzare la conseguenza migliore per la società. Con la cessione di Lapadula a quelle cifre, avremmo subito un danno economico, di cartellino, sportivo e d’immagine. L’attuale normativa trova il Presidente con due punti ed il calciatore con dieci, il rapporto dopo il caso Bosman è totalmente invertito; trovarsi in una situazione del genere non è corretto. Lapadula non ha mai cessato di essere un giocatore del Benevento. Oggi c’era l’udienza, una settimana fa Gianluca mi ha chiamato ed ha chiesto di parlarmi, il giorno dopo abbiamo parlato poi ho chiamato Caserta e Foggia. Lo abbiamo ascoltato noi tre, poi ho parlato con la squadra. La sua decisione era quella di eliminare questo contenzioso e tornare a giocare perché pensava tutto questo potesse essere risolto. Se fosse voluto andar via oggi avremmo avuto la decisione del Collegio Arbitratale. Invece mi ha fatto una proposta di reinserimento senza condizioni e c’è stato un pentimento del comportamento che aveva tenuto. Quando ha deciso per la prima volta io non sapevo nulla ed ero fuori dall’Italia, quando sono tornato ha avuto atteggiamenti per me sbagliati. Oggi se ci fosse stata la causa, Lapadula avrebbe dovuto vivere la vita della squadra per un certo tempo per non andare in mobbing, ed a quel punto si sarebbe creato il caso Lapadula. Oggi il caso Lapadula non c’è più, è stato in ritiro con la squadra da mercoledì. Sta recuperando la condizione fisica, stamattina è stato reintegrato in squadra. Lapadula è stato anche multato e, vi assicuro, non è una multa leggera. Ora si è messo a disposizione del gruppo, ed io credo che un gruppo è veramente un gruppo quando crea lo spazio per gli altri. Un Presidente non giudica un calciatore perché più debole da solo, li giudica tutti e ventisette. Lapadula ha fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi calciatore quando viene preso dalla frenesia di andare via, ha anche avuto problemi personali. Il danno maggiore era quello che tornava, reintegrato, si allenava e non giocava. Sono il Presidente e tento di farlo con un pizzico di umanità, credo che tutti e se io per primo faccio un’eccezione ad una questione di principio, ascolto la parola del Signore, non capisco perché l’altro tifoso dovrebbe essere più forte ed orgoglioso di me. Non ho peccato di orgoglio, ho fatto il mio lavoro. Questo è lo stato, se partirà o resterà al Benevento poi si vedrà, sono valutazioni che spettano anche all’allenatore. Per il Mister è uno dei giocatori migliori e con più tecnica della squadra, ed allora deve rimanere qua. Io faccio il sacrificio di rinunciare a qualche milione, e qualcuno farà il sacrificio di essere un po’ meno presuntuoso e di non pensare di vivere senza peccato”.

SUL FUTURO DI LAPADULA: “Lapadula non vince il campionato da solo e non fa vincere il campionato, è uno dei ventisette calciatori e deve ricoprirsi di umiltà per una società ed una tifoseria che lo ha accolto, adorato ed innalzato ad idolo. Vigorito ha avuto l’occasione di cambiare società, ci sono società prestigiose che offrono una realtà calcistica molto più viva di quella del Benevento. Una persona ambiziosa come me, però, se è rimasto sedici anni a Benevento non lo ha fatto per avere una platea da Champions League. Ma non vado via. Qualcuno invece di farsi tante domande sul perché Lapadula non vada via, qualcuno si chieda perché sono io a rimanere qui. Rimango per l’affetto che ho ricevuto, anche se non è una piazza da Champions League. Io rimango per le persone, Lapadula non ha colto che a Benevento un calciatore come lui si sta rigenerando. Non gli ho detto di rimanere perché vale più degli altri o perché ha un impegno morale e contrattuale, io rispetto entrambi e chi sta con me deve rispettare entrambi. Io non l’avrei tenuto per un fatto economico, lo ho tenuto perché penso che Lapadula insieme agli altri possa regalare un sogno. Prometto impegno, sudore, sacrificio economico e rispetto della società, e voglio che chi stia con me faccia lo stesso. Il resto sono chiacchiere da bar”.

SUGLI ULTIMI GIORNI: “Da mercoledì il calcio è diventata la mia attività principale, stamattina alle nove ero al campo a vedere come Lapadula riprendeva gli allenamenti con il gruppo. Così come domenica ero a Cittadella e gli altri giorni in ritiro con la squadra. Gestisco un bene comune che è economicamente dipendente da me ma che appartiene a tutti. I ragazzi a Cittadella piangevano, per la gioia di aver vinto ed aver rotto l’incantesimo“.

SULLE SCELTE E SULL’ATTEGGIAMENTO DI CASERTA: “Non so se Lapadula sarà in campo mercoledì, ora tra le punte abbiamo qualche difficoltà con qualcuno: Forte ha avuto sei punti di sutura ed un occhio ed ha preso un’altra pallonata a Cittadella. Lapadula so che quando scende in campo dà tutto con generosità, ma sarà l’allenatore a decidere. Il Presidente sorveglia, io non entro mai nel giudizio tecnico. Quello che mi aspetto dagli allenatori è la massima buona fede rispetto alle scelte, gli ultimi sei allenatori sono stati scelti dal Direttore Sportivo e poi da me e tutti hanno dato il massimo. Quando Inzaghi ha fatto bene il merito è stato il suo, non il mio che l’ho scelto. Poi ci ha accompagnato in B, forse ci ha preceduti. Caserta è un allenatore bravo e giovane, con lui parlo di società, gestione e sport. Quando si lavora non si sorride mai, in campo e davanti ai microfoni lo è per lavoro. Non è pessimista, è un ragazzo serio, un po’ forse introverso, ma quando parla risponde sulla materia che gli compete ma non s’intromette nelle vicende della società come invece qualche anno fa chi tanto sorrideva faceva“.

SULLA TIFOSERIA: “Alle tre devi mangiare il ragù, alle sei devi lavorare e la sera fa freddo. Allo stadio si va da tifosi, per contribuire con la squadra a coronare il sogno. Con l’Ascoli era una partita importante, c’erano 1400 spettatori. Stasera, a 24ore dalla partita con il Como in un momento, stiamo a 700 biglietti di cui 300 sono omaggio. La mia tifoseria, la mia città, sta rispondendo con 400 biglietti per domani, e mi chiedono di abbassare i biglietti. Quando lo abbiamo fatto c’erano 2400 spettatori, non 27mila. Io ho l’abitudine di rialzarmi quando perdo, vi invito a prendere le famose bandiere del 2009 e portarle allo stadio. La squadra corre e si muove. Chi entro domani farà il biglietto, contro la Cremonese avrà lo sconto del 50% mostrando il biglietto che hanno fatto, ve lo dico io stasera. Poi torno di nuovo qui a dirvi quanti erano. Io prima della partita ero solito andare a salutare i tifosi, ultimamente non lo sto facendo perché mancano l’ambiente ed i tifosi. Dove stanno? Io dopo la delusione dell’anno scorso, sto cercando di costruire una squadra per tornare in Serie A. Togliamoci maschere e bavagli, ed ai calciatori voglio dire che sono dei veri uomini e non ho avuto da loro neanche una manifestazione che sia incoerente con la città. L’unica cosa che manca è il pubblico. Noi la prossima volta in Serie A ci rimarremo, come scherzavamo nel 2009 “Portaci in Europa”. Il sogno è rimasto quello. Ho tirato di nuovo fuori la sciarpa per superstizione, ora tocca a voi“.

SULLA CLASSIFICA DEI VALORI DELLE ROSE: “Credo che sia una statistica molto parziale, il valore dei calciatori si rifà all’anno scorso. Ci sono dei ragazzi nella nostra società che hanno un valore quasi zero ma a mio avviso hanno un valore molto più alto di quello che riportano. Do importanza al costo che la società sostiene per fare il campionato. Se il Parma spende tanto ma si aggira nei play-out, per me quei calciatori valgono zero. Questi valori possono portare a conclusioni ingannevoli. Ci dovrebbe essere un valore dato ai giocatori per i punteggi che prendono dai tre/quattro maggiori quotidiani italiani. Ci sono delle squadre dietro di noi con ottimi giovani, Alessandria, Cittadella e Perugia. Ci sono rose costate quanto tre calciatori miei ma sono in vetta al campionato. Preferisco vedere quanto vale oggi, non quanto si è speso“.

SULLA SERIE B: “Qui non c’è una squadra più forte delle altre. Il Frosinone tre o quattro domeniche fa sembrava stesse per esplodere, ora invece è quasi fuori dai play-off. Il Lecce viene da due pareggi consecutivi. La Cremonese sta facendo un grande campionato ma è a 45 punti. Ci sono problemi che nessuno ricorda: il Covid che ha colpito alcuni atleti e che ha portato alla sospensione, da cui poi questo tour-de-force. Non tutte le squadre possono permettersi di giocare ogni tre giorni, noi abbiamo 28 giocatori quasi tutti dello stesso livello. Improta ieri ha fatto un gol splendido, ma ci è mancato due mesi. Viviani era il nostro gioiellino di centrocampo, ci manca da un mese e mezzo e ci mancherà per un altro mese. Avevamo Elia terzino che stava facendo partite incredibili, ci manca da un mese e forse tornerà la settimana prossima. Il Pisa ha fatto una grande finestra di mercato ma è in una fase calante, poi ieri ha fatto una rimonta strepitosa. Ci sono alcune squadre meglio attrezzate, ma il campionato è difficile e tutto cambia. Vedremo in primavera, per lo sprint finale, cosa accadrà“.

SULLA PROSSIMA PARTITA CONTRO IL COMO: “All’andata giocammo in dieci uomini, contro una società di proprietà di un signore indonesiano tra i 100 uomini più ricchi del mondo. Ha avuto qualche perplessità, ma hanno un buon allenatore e sono una squadra ambiziosa in ripresa. Andiamo lì non per fare la partita delle domenica, sarà una partita difficile contro una squadra che vuole tornare nei play-off. Il Como è una squadra in salute, con La Gumina e Cerri lì davanti che sono una gran coppia d’attacco. Il mio Direttore Sportivo è molto superstizioso, se come spero vinciamo contro il Como mi fa tornare qui“.

SULLA DURATA DEL RITIRO: “Non so quanto durerà, la squadra ieri mi ha chiesto di restare in ritiro tramite il suo Capitano. Mi ha detto che volevano stare raccolti e compatti tra loro. Un giorno finirà, prima pensavo che non sarebbe proprio finito. Il ritiro nella mia testa non è una punizione, è la capacità di questi ragazzi che fanno una vita personale ben ricompensata ma sacrificata. La disponibilità, a volte, porta ad assumere una mentalità da impiegato più che da atleta. Il ritorno alla realtà serve a questo, che stiano insieme non fa male. Abbiamo un brutto tour-de-force, affrontarlo con concentrazione è la cosa migliore“.

SUL BENEVENTO FEMMINILE: “Una tesserata del Benevento Calcio Femminile paga regolarmente per andare allo stadio. Dalla prossima sfida il Benevento Femminile avrà il diritto di venire allo stadio gratuitamente, dirigenti ed atlete tesserate, come nostre ospite. No sapevo prima non fosse così“.

SUL SETTORE GIOVANILE: “Siamo dietro Roma, Lazio e Napoli. Questo è un ottimo lavoro, non solo di Palermo ma di tutti i tecnici e gli istruttori. Palermo mi dà una grossa mano, è il marito di mia figlia e mi aiuta molto, ama il calcio. A Benevento comprai un campo nuovo che era della FIGC, stiamo avendo ottimi risultati anche sulla qualità dei calciatori. Siamo diventati un centro d’attrazione, molti ragazzi di 15-16 anni vengono a Benevento, sono felice si avviino verso una vita sana. L’anno prossimo faremo di tutto per riportare la scuola calcio a Benevento, e portare qui anche le famiglie. Un paio di ragazzi sono nel giro della Nazionale. Speriamo di offrire presto alle famiglie, ai giovani ed ai bambini una forma d’assistenza per la scuola calcio“.

Foto: screen Ottochannel