L’editoriale di BN24 – Benevento, al via il campionato più difficile degli ultimi anni. Non si dia nulla per scontato e si lotti tutti #insieme
Manca sempre meno all’inizio del nuovo campionato di Serie B: un torneo che vedrà nuovamente tra le venti protagoniste anche la Strega.
Sarà la quinta partecipazione al campionato cadetto, in poco più di 90 anni, per il Benevento.
Una stagione, quella 22/23, che sembrava proprio non nascere sotto una buona stella: il periodo di riflessione affrontato dal patron Vigorito ha creato più di qualche preoccupazione a chi tiene a cuore le sorti della formazione giallorossa. Tifosi che hanno avuto anche il timore di veder scomparire o quasi il calcio a Benevento.
La ricomposizione della frattura o, meglio, il “chiarimento” tra l’ambiente e l’Avvocato Vigorito ha scongiurato un epilogo che nessuno si aspettava ma che, soprattutto, una storia d’amore come quella tra il Re dell’eolico e la Strega non avrebbe proprio meritato.
Risolte le “questioni preliminari”, è stata poi la volta delle prime decisioni tecniche, che hanno portato la conferma di Fabio Caserta in un progetto che è evidentemente diverso da quello degli ultimi anni.
La strada tracciata dal management sannita è stata chiara: bisogna(va) abbassare il monte ingaggi e ringiovanire la rosa. Un compito, ovviamente, affidato al ds Pasquale Foggia.
Di qui, gli addii, oltre a quelli dei calciatori in prestito, di Lapadula, Ionita, Moncini, Sau; presto sarà il turno di Barba.
Sebbene, probabilmente, a fine mercato si potrà parlare di una mezza rivoluzione, questa riguarderà (riguarderebbe) solo parte della rosa, quella relativa alle alternative. Questo perché, a ben vedere, l’idea del Benevento è stata da subito quella di confermare l’ossatura della squadra; l’undici – ritenuto – titolare. In quest’ottica va letto il riscatto di Paleari – tra i migliori nel suo ruolo in B – e le conferme di punti cardine come Letizia, Improta, Acampora, Viviani e lo stesso Forte. Se a questi aggiungiamo la conferma, divenuta tale in corso d’opera, di Glik e quelle di Farias, Foulon, Masciangelo, Tello e company, ci renderemo conto di come l’anima della squadra sia rimasta intatta. Un’anima a cui la società ha voluto garantire polmoni nuovi, come quelli di Capellini, Koutsoupias, Karic, El Kaouakibi e La Gumina: gente che ha fame di affermarsi e che vede il Benevento come l’occasione della vita. Alla loro voglia di crescere e di affermarsi, il Benevento chiede tanto, chiede soprattutto quella cattiveria agonistica che forse è mancata in alcune occasione la scorsa stagione.
In un torneo che si presenta tra i più difficili, competitivi ed equilibrati degli ultimi venti anni, il Benevento – squadra e tifosi – dovrà essere capace di capire la propria dimensione. Come detto, il progetto è cambiato: non siamo più dinanzi al Benevento che fa la voce grossa sul mercato e, poi, di conseguenza in campo; quel Benevento per il quale già parlare di un piazzamento play-off sembrava riduttivo.
Ad avviso di chi scrive, quello che sta per cominciare sarà l’anno più difficile per la Strega: un anno in cui non si dovrà dare nulla per scontato, anche avendo una buona squadra, con valori importanti. Ma, come ha ben detto il presidente Vigorito, ci saranno circa 16/17 squadre che si contenderanno le prime 16/17 posizione. E, allora, in un anno strano e difficile come si presenta il prossimo, bisogna avere da subito ben chiaro qual è l’obiettivo primario da raggiungere, dimenticandosi del Benevento dei record, del Benevento capace di ottenere due promozioni e ben due semifinali play-off su quattro partecipazioni alla Serie B.
Il mantenimento della categoria, utilizziamo questa espressione in luogo di salvezza per non turbare la sensibilità dei tifosi più “suscettibili”, deve rappresentare il primo step, senza per questo considerarlo scontato.
Come detto, siamo di fronte – probabilmente – al campionato più difficile della gestione Vigorito e non perché manchi la qualità dei giocatori in rosa – su cui ci siamo già espressi – ma per tutta una combinazione di fattori, alcuni dei quali già evidenziati. A questi, si aggiungano le possibili difficoltà – non di certo volute o cercate – di alcuni “senatori” ad adeguarsi ai nuovi orizzonti delineati dalla società.
Per questo, non resta che una sola cosa da fare: creare un tutt’uno società-squadra-tifosi e lottare tutti #insieme – come piace dire al presidente Vigorito – a difesa dei colori giallorossi. Che ciò voglia dire promozione, play-off o salvezza poco importa. Al di là del risultato, si diceva una volta: giusto?
Ps. L’apertura della società verso i tifosi, come dimostrato dal ritorno degli allenamenti a porte aperte e i dai prezzi degli abbonamenti e le oltre 6500 tessere sottoscritte sono, in tal senso, di buon auspicio. Se il buongiorno si vede dal mattino…